Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



lunedì 22 dicembre 2014

UNGUENTO NUTRIENTE PER L'INVERNO

E' arrivato l'inverno e con lui il freddo.
In questo periodo dell'anno la nostra pelle tende a seccarsi e squamarsi per via delle basse temperature, e soprattutto Vata dosha risente di questo cambiamento.
Tenere la nostra pelle idratata e nutrita è importantissimo per tenerla sempre giovane e vellutata, perciò ho pensato di proporre un unguento supernutriente!!!

Ingredienti:
20g cera d’api (in alternativa 10g di cera d’api e 10g di burro di karitè)
20g olio di germe di grano
20g olio di mandorle dolci
20g olio di jojoba
20g olio di cocco

Procedimento:
Sciogliere la cera d’api ponendola a bagnomaria a temperatura piuttosto bassa, per non alterare le proprietà della cera.Aggiungere mescolando gli oli alla cera liquida. Una volta sciolto il tutto versare in dei vasetti di vetro e far raffreddare.
A piacere potreste aggiungere qualche goccia di olio essenziale dal potere riscaldante come cannella, zenzero, anice stellato, ginepro o chiodi di garofano!

La Piccola India

sabato 20 dicembre 2014

RISO BASMATI AGLI ANACARDI E AVOCADO

Un pò di tempo fa ho invitato a casa mia per cena delle amiche. Volevo proprio sorprenderle e così ho pensato di proporre ciò che amo di più....un bel piatto ayurvedico! E così ho rispolverato una ricettina di uno dei piatti tipici dell'India...il riso basmati con anacardi e mango.
Avevo tutti gli ingredienti, ma haimè!...mancava proprio il mango! Rovistando nella dispensa ho trovato dell'avocado e così ho pensato potesse essere ottimo lo stesso....

Ecco allo gli ingredienti per 4 Persone:

1+1/2 tazza di riso basmati
tazza di ceci decorticati
2 cucchiaini di semi di senape
2 cucchiaini di semi di cumino
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di assafetida
anacardi
Panna di cocco 150 ml
2 Avocado

La sera mettere in ammollo i ceci.
Pelare gli avocado, togliere il nocciolo e frullarli con un mixer insieme alla panna di cocco fino ad ottenere una crema.
In una padella aggiungere un pochino di olio e i semi di senape, saltarli fino a farli scoppiettare. Aggiungere allora i semi di cumino, la curcuma e l'assafetida. Aggiungere allora gli anacardi e i ceci.
A parte fare bollire il riso, una volta pronto scolarlo bene e passarlo in padella con tutto il condimento e aggiungere così la crema di avocado mescolandolo bene.
Servire accompagnato da verdurine al curry.

La Piccola India

L'IMPORTANZA DEL MASSAGGIO IN AYURVEDA

Parlare di massaggio in Ayurveda ci conduce in un viaggio alla scoperta del Sè, di percezioni sensoriali perdute o nascoste.
Il meraviglioso cammino del massaggio si presenta come un percorso di antica conoscenza, osservazione, ascolto e tradizione, in cui si fondono i fattori culturali, mistici, religiosi, spirituali dell'India.
Il massaggio ayurvedico nasce nella notte dei tempi, in una regione nota come la sacra madre India o Bharat, culla della spiritualità vedica. Il massaggio si diffuse in tutto il subcontinente indiano, rimanendo più protetto nella zona del Kerala, nel sud dell'India, dove anche io sono stata a studiare quest'arte e della quale porto con me un bellissimo ricordo..
Secondo la tradizione il massaggio deve essere inseganto da maestro a discepolo attraverso l'osservazione delle gestualità. La tradizione keralese in particolare rimane legata a memorie antichissime che oramai sono andate perdute nelle grandi metropoli indiane.
La parola sanscrita per indicare il massaggio è Abhyanga, ed indica proprio, nella sua etimologia, una pratica di movimenti eseguiti su tutto il corpo in differenti direzioni con finalità specifiche.
La funzione principale del massaggio è quella di comprendere il flusso del Prana, o energia vitale, e le relative direzioni.
L'Abhyanga si può definire come un esercizio passivo sia per il corpo che per la mente in cui la persona partecipa comunque attivamente al processo di cura in forma meditativa e introspettiva.

mercoledì 26 novembre 2014

IL POTERE CURATIVO DEI MANTRA

I testi più antichi della Terra dicono che tutto fu originato da un suono emesso dal Padre e questa non è solo un'affermazione vana, perchè la vibrazione è la vita più originale che possiamo immaginare e questo perchè il suono è capace di fare vibrare la materia della quale sono fatte tutte le forme, ed è il principale agente per il quale esiste e si perpetua il ciclo della natura. Il suono è vibrazione e quindi energia. Anche noi siamo vibrazione, energia e pertanto l'uomo può teoricamente controllare la realtà, se gli è data la chiave della vibrazione corretta per manipolare la materia, controllare le energie e creare le forme.
Il verbum, in latino, o il logos, in greco, sta ad indicare il suono come vibrazione, la vibrazione originaria, quella che anche l'ambiente scientifico è finalmente riuscito a dimostrare e che mette in relazione con il Bing Bang o radiazione di fondo. Una grande esplosione da cui sarebbe nato l'Universo e con esso un suono primordiale l'Aum per la cultura vedica, Amen per la tradizione religiosa occidentale. Ogni elemento di questo universo è in perenne vibrazione, non vi è nulla di statico o fermo. Tutto oscilla attorno ad un centro di equilibrio, tutto è Uno, poiché ogni cosa deriva da un' unica fonte, un' unica energia.
Il Suono è il primo Co-Creatore di Vita. Tutto è suono. Dalle frequenze dell'Universo, a ciò che sente il feto nel liquido amniotico come suoni e rumori del corpo della madre, a ciò che ci circonda nella vita quotidiana. Anche dentro ognuno di noi il Suono fa da padrone: provate a stare in silenzio per qualche istante, ponete le mani sulle orecchie e state ad ascoltare ciò che il vostro corpo produce. Potete sentire il suono delle viscere che si muovono, il suono dello scorrere del sangue, il battere del vostro cuore, lo scricchiolio delle ossa. Provate poi a sentire il suono nel suo insieme e ditemi che cosa vi ricorda.
Aum, il mantra più conosciuto di tutti. In realtà si può parlare di bija mantra per eccellenza, perché bija in sanscrito significa proprio suono primordiale o seme…è il suono da cui tutto nasce. Nella tradizione vedica viene sempre recitato in apertura di altri mantra e questo perché questo suono è in realtà formato da tre suoni che hanno il potere di mettere in collegamento tre aspetti sottili della nostra mente portando equilibrio. Il suono A che è collegato allo stato di veglia, il suono U collegato allo stato di sogno e il suono M associato allo stato di sonno profondo. Lo stato di veglia è quello che normalmente vive la nostra mente nella vita di tutti i giorni durante le nostre attività, lo stato di sogno è strettamente associato al subconscio ed è legato alla fase Rem, quello stato di sonno in cui noi viviamo esperienze dirette, ma del tutto psichiche e quindi non manifeste, ed infine lo stato di sonno profondo in cui l’attività mentale è ridotta al minimo e si sperimenta una sorta di “pace dei sensi” e di beatitudine. Dunque l’Om riassume nelle sue sillabe questi tre stati diventando un potente ponte di connessione tra tutti e tre. Quindi recitare il mantra Om permette di creare il giusto equilibrio tra questi tre stati per poter più facilmente accedere ad una coscienza universale e ritrovare equilibrio in tutti i campi, mentale, spirituale e fisico, nonché benessere nella vita di tutti i giorni.

giovedì 6 novembre 2014

UN OLEOLITO DAL CUORE CALDO: ANICE STELLATO E CANNELLA PER L'INVERNO.

Da poco più di un mese mi sono trasferita nella vicina campagna faentina. La mia casa e quelle del vicinato hanno tutte un caminetto e la sera quando rientro posso sentire l'odore dei camini accesi che scatenano in me quello che penso sia un immaginario comune della stagione autunnale: calore, vicinanza con le persone care, un porto sicuro, l'arrivo del Natale. A questa stagione ho sempre associato il profumo di spezie riscaldanti, di vin Brulè, tisane che guarda a caso sono proprio aromatizzate con anice e cannella.
Mi sono detta allora "perchè non creare un oleolito con queste caratteristiche, che faccia bene al corpo, ma che doni anche alla mente uno stato armonioso di calore, gioia e sicurezza".
Ho realizzato allora un oleolito all'anice stellato e cannella.
Per le proprietà riscaldanti di queste spezie sarà ottimo per combattere quelli che sono i sintomi caratteristici della stagione: dolori articolari, reumatismi, freddo.



LA CANNELLA...

si rivela essere una spezia dalle tante proprietà, tra cui quella di fungere da antiossidante e quindi è ottima per la nostra pelle in quanto previene i radicali liberi che causano l'invecchiamento cutaneo. Svolge un'azione benefica sulla circolazione sanguigna, andando proprio a stimolare il nostro sistema immunitario e rafforzando il nostro corpo nei confronti di raffreddori e agghiacciamenti. Ha proprietà antibatteriche ed antisettiche e per via interna aiuta la digestione e il dimagrimento, ma non dimentichiamo che un buon olio da massaggio impiega poco più di un minuto a penetrare a fondo in tutti i nostri organi e tessuti, perciò questa azione può essere lo stesso attivata.
E' un olio che si presta benissimo per cataplasmi sulla zona addominale, perchè aiuta a ridurre il gonfiore in questa zona del corpo e grazie al suo effetto riscaldante è utilissima per contrastare spasmi e crampi muscolari.

L'ANICE STELLATO....

anche questa spezia dal canto suo ha tante proprietà benefiche che nulla hanno da invidiare alla cannella.
Questa splendida spezia che ricorda una stella, grazie alla sua forma ad 8 punte, è innanzitutto un potente antinfiammatorio. E' utilissima per combattere l'herpes, l'influenza e grazie anche alle sue proprietà antibatteriche può essere utilizzata per risolvere problemi di diarrea e vomito. Ha forti proprietà purificanti e che aiutano la digestione e la purificazione del fegato, di conseguenza anche della pelle nel caso di acne. Anche lui grazie ai suoi effetti riscaldanti è impiegato per combattere i reumatismi. E' utile nella cura dei bronchi e tosse ed è un anticatarrale. Il suo profumo inebriante è ottimo per calmare la mente e allontanare i sintomi depressivi.

RICETTINA....

Anice e cannella in quantità
Olio di sesamo

In un barattolino di vetro introdurre le spezie e ricoprirle interamente con l'olio di sesamo. (Anche quello di oliva può andare bene).
Per 21 giorni esporlo alla luce del sole e la sera riporlo in luogo buio e agitarlo almeno una volta al giorno.
Trascorsi 21 giorni sarà pronto per preparare un buonissimo olio o un unguento o una crema a piacimento.

venerdì 31 ottobre 2014

PANIR ALLE SPEZIE

Ingredienti:
2 lt di latte biologico 
2 limoni bio
2 cucchiai di ghee
spezie:
la curcuma, dalle proprietà antifiammatorie, digestive, disinfettanti, antiossidanti, regolatrici del fegato e persino antibiotiche, zenzero e cumino, riscaldanti e depurative, senape in grani, il tocco di amaro che equilibra il dolce pesante del panir, pepe, coriandolo, rinfrescante. Questa combinazione può variare in versione estiva eliminando le spezie più riscaldanti. sale

Procedimento: 

Portato a ebollizione il latte, versare il succo filtrato di 2 limoni. Rimestare e spegnere. Filtrare per separare la parte compatta (simile a una ricotta magra) da quella acquosa del siero. Poi arricchire di gusto passando in una padella il ghee e aggiungendovi le spezie, lasciare insaporire qualche minuto. Unire al panir 1 pizzico di sale e pepe.
Per tradizione il panir si accompagna a spinaci cotti, a chapati o popuds.

Stagione: fine estate e autunno

Dosha: Vata - Kapha

MUKHABHYANGA : BENESSERE PER IL VISO

Rilassante ed antistress, il massaggio del viso Mukhabhyanga nutre gli organi di senso ed agisce sui punti di incontro delle funzioni più importanti del nostro corpo.
Pulisce la pelle a fondo liberandola dalle impurità e tonificandola, aumenta le nostre difese immunitarie e ci rilassa profondamente andando a distendere le linee del tempo e dello stress.
Il volto di ciascuno con i suoi segni e tensioni racconta la propria storia fatta di gioie, fatiche, forza, preoccupazioni e bisogni.
Testa e viso sono da sempre tenuti in considerazione in quanto sedi di tutti gli organi di senso che, se in equilibrio, concorrono al mantenimento della salute.
Questo trattamento al viso pacifica tutti i dosha, alleviando rughe e tensioni anche mandibolari. Mantiene la lucentezza degli occhi e la loro salute e interviene là dove ci sono disturbi di insonnia.
Si esegue con movimenti che seguono la linea mediana del mento verso l'esterno del volto per poi coprire tutto il viso, con movimenti circolari sulle tempie, alternando le direzioni.


Durata circa 40 min.
Il trattamento può essere seguito da maschera purificante Ubatan



 Guarda il video:

http://www.lastampa.it/2011/05/19/multimedia/scienza/benessere/pillole-di-ayurveda-mukhabhyanga-Vw1hqxwbptCwLEZsFJy8EL/pagina.html

giovedì 30 ottobre 2014

LA DONNA, LE SUE STAGIONI, L'AYURVEDA....

Nell'ayurveda classico esistono tantissimi suggerimenti pratici che possono essere di supporto alle donne nel ritrovare una salute stabile e un organismo ben equilibrato.
La vasta scelta fra consigli alimentari individuali, piante medicinali selezionate, metodi terapeutici di compensazione per ritrovare l'equilibrio mostrano una particolare efficacia soprattutto nei disturbi mestruali e della menopausa.
L'atteggiamento pratico della medicina ayurvedica risulta essere molto facile alle donne, poichè per la loro disposizione femminile hanno una sensibilità particolare, grazie alla quale possono vivere e poi realizzare particolarmente bene a livello emotivo gli aspetti sia fisici che spirituali dei dosha.
Il metabolismo della donna è inoltre molto influenzato da tutte le alterazioni ormonali nel corso ciclo mensile e nei grandi periodi della vita...giovinezza, maturità e vecchiaia.
Un modello alimentare e di comportamento che tenga conto di questi fattori, ha elementi positivi sulle condizioni sia fisiche che psicologiche della natura femminile.


Gli antichi testi vedici descrivono così le tre stagioni della vita dell'uomo:
“L’infanzia è fino ai sedici anni quando i dhatu (tessuti) sono immaturi, i caratteri sessuali non sono    
ancora manifesti, il corpo è delicato e ha meno resistenza, la forza è incompleta e il kapha è    
predominante. I dhatu continuano a svilupparsi mentre la mente rimane stabile fino a trent’anni. La    
mezza età è caratterizzata dalla forza e dall’energia, dalla virilità, dalla prodezza, dall’acquisizione,    
dalla ritenzione, dalla memoria, dalla proprietà di linguaggio e dalla comprensione. In questo    
periodo, le proprietà di tutti i dhatu raggiungono il loro limite normale con una giusta forza fisica e    
mentale, non degenerano, presentano una predominanza del pitta e questa fase dura fino ai    
sessant’anni. Da lì fino ai cento anni si ha l’anzianità. In questo periodo, i dhatu, gli organi sessuali,    
la forza, l’energia, la virilità, la prodezza, l’acquisizione, la ritenzione, la memoria, la proprietà di    
linguaggio e la comprensione gradualmente degenerano e predomina il vata.” Caraka Samhita “    
(Vimanasthana,VIII,122).


L'universo femminile però si anima e afferma creativamente grazie ad un passaggio molto delicato e complesso....quello della gravidanza.
La donna sostanzialmente si afferma e sperimenta  nella sua esistenza in quattro grandi passaggi:

Adolescenza
Maturità
Gravidanza
Menopausa

La natura umana o prakriti, si compone dei cinque elementi che si manifestano a livello sottile nei tre guna rajas, tamas e sattva. Secondo la visione ayurvedica, l'aspetto tamas nella natura umana presenta l'immobilità e la staticità, rajas incarna l'attività e la forza umana, sattva rappresenta la verità, la virtù, l'armonia.
Queste tre qualità non costituiscono solo la base della personalità e della costituzione umane, ma anche una diversa influenza nei due sessi: il principio femminile è contrassegnato da tamas e sattva, il principio maschile da rajas. Ciò determina la causa della natura fondamentalmente diversa tra uomo e donna.
Le qualità tipicamente femminili del carattere secondo l'ayurveda sono la maternità, la premura, la comprensione, la pazienza, la dedizione e la spiritualità. Anche gli uomini dotati dominati da rajas hanno queste prorietà, ma non sono così radicate nella loro personalità.
Il benessere interiore di uomini e donne dipende dall'espressione naturale delle loro qualità innate. 
Anche i dosha sono determinanti nelle fasi della vita.
Secondo l'ayurveda l'infanzia è dominata da Kapha dosha che rappresenta la fase di costruzione del corpo e della crescita, Pitta domina l'età della maturità nelle sue fasi di trasformazione e realizzazione, Vata domina la terza età.

mercoledì 8 ottobre 2014

UN FRUTTO ITALIANO PER L'AYURVEDA: IL BERGAMOTTO

L’Aromaterapia è un’antica pratica di guarigione che risale a più di  5000 anni fa ed è parte integrante dell’Ayurveda. I massaggi ayurvedici aromatici danno grande giovamento a corpo e mente. Questo metodo terapeutico che fa uso di estratti di olio concentrati di fiori, frutta ed erbe varie, si basa sulle proprietà delle essenze: antidolorifiche, espettoranti, antibatteriche, antinfettive, ecc… Insomma, sono numerosissimi gli usi degli aromi per guarire da fastidiosi disturbi che ci impediscono di proseguire in tranquillità le nostre attività quotidiane. L’odore che si sprigiona da queste essenze agisce sul nostro cervello influendo su emozioni e ricordi, provoca la produzione di ormoni che controllano le funzioni fisiche e psicologiche e trasmette l’energia vitale che si propaga in tutto il corpo assicurando un profondo senso di benessere psico-fisico. La somministrazione avviene attraverso vie diverse a seconda del paziente:
  • Via orale;
  • Via polmonare, attraverso inalazione;
  • Via rettale, attraverso supposte (di solito applicata sui bambini);
 Inoltre trovano altri numerosissimi impieghi, così proprio come il bergamotto, un frutto tipicamente italiano che può trovare impiego in Ayurveda.
Il bergamotto è un agrume del genere Citrus e secondo la tradizione il suo nome significherebbe "Pero del Signore".
E' un alberello alto tre o quattro metri che con foglie carnose a ricordare quelle dell'arancio e che in primavera sfocia in bellissimi fiori bianchi.
Il frutto del bergamotto non viene solitamente venduto al dettaglio, ma viene inpiegato solamente per la trasformazione in essenza. In realtà il suo frutto può essere impiegato per ottenere buonissime spremute, si può tagliare a spicchi e utilizzare per condire le insalate o spremere nel tè.
Il suo succo è molto amaro per la presenza di naringina e sembrerebbe abbia la capacità di abbassare il colesterolo. Vista la caratteristica può essere benissimo utilizzato per le diete purificanti e dimagranti e quindi risulta essere molto efficace per le tipologie Pitta e Kapha.
Il suo olio essenziale viene estratto per lo più dalla scorza per pressione manuale e fatta assorbire da spugne naturali. Trova impiego soprattutto nell'industria dei profumi, in quanto dona una nota estremamente fresca alle composizioni di profumeria.
Ma questo prezioso frutto ha anche la capacità di contrastare malattie cardiache e di contrastare l'azione dannosa di alcune proteine.
Come tutti gli oli essenziali ha la capacità di riequilibrare le emozioni, ricalibrando chi è troppo euforico e stimolando invece chi è giù di tono.
Viene utilizzato in caso di nevrosi, depressioni, stati ansiosi, e paure. Questa essenza instilla il buon umore, aumenta la fiducia in se stessi e stimola la vitalità. E' rinfrescante ed energizzante ed è quindi molto adatto nei massaggi per le tipologie Pitta.
A livello fisico questo olio essenziale svolge un'attività deodorante, antisettica e antispasmodica.
Può essere utilizzato per disinfettare piccole ferite ed escoriazioni e agisce localmente su foruncoli, eczemi, punture d'insetti.

ALCUNE RICETTINE...

Miscela per il buon umore

Nella lampada per aromi versare un pò d'acqua e 3 gocce di olio essenziale di Bergamotto, 2 di o.e. di Geranio, 2 di o.e. di Lavanda, 4 di o.e. di Arancio Dolce.

Olio viso e corpo energizzante

In 100 ml di olio di Mandorle dolci versare 3 gocce di o.e. di Bergamotto, 5 di o.e. di Mandarino, 2 di o.e. di Patchouli.

Contro la diarrea e i crampi addominali

Prima di imbottirvi di antidiarroici, provate a massaggiare l'addome con olio essenziale di Bergamotto diluito in olio vegetale. Procedete massaggiando il ventre da destra verso sinistra.
Potete anche miscelare a dell'olio di mandorle dolci 5 gocce di o.e. di Bergamotto, 2 di o.e. di pepe nero, 2 di o.e. di Patchouli e massaggiare in senso orario

giovedì 25 settembre 2014

LA VISIONE DELLA CISTITE IN AYURVEDA

Può sembrare strano, ma proprio in Autunno,  molte persone soffrono di cistite anche se le temperature climatiche sono più basse e potrebbero contrastarne l'insorgenza. La cistite è un’infiammazione delle vie urinarie, in particolare della vescica che si manifesta con dolori all'addome, continuo senso di dover urinare, urine che bruciano, gonfiore all'addome. Colpisce soprattutto le donne e le statistiche dichiarano che  il 25% delle donne tra i 20 e 40 anni ne abbia sofferto almeno una volta.
Batteri, funghi, virus, possono essere le cause della cistite, ma anche la stitichezza e una mancata pulizia intestinale,  alcuni metodi contraccettivi, una scarsa igiene, stress e persino particolari condizioni dell’organismo, come gravidanza e  menopausa.
Per l’Ayurveda l’accumulo di calore nel corpo durante il periodo estivo, altera il Pitta Dosha (Fuoco) che è a sua volta incrementato dal movimento  (cambio di stagione) dato da Vata Dosha (Aria). Perciò le persone diventano più sensibili, soprattutto quelle che presentano le condizioni sopra descritte in quanto, in autunno, l’organismo cerca di eliminare spontaneamente l’eccesso di Pitta Dosha attraverso le vie naturali come le vie urinarie.
Importante, sempre per l’Ayurveda, seguire anche una corretta alimentazione, priva di alimenti riscaldanti come salumi, insaccati, fritti, alcolici, pesce di mare, molluschi, crostacei, alghe, formaggi stagionati, peperoncino, cioccolata, zuccheri raffinati, ma favorire cibi emollienti e rinfrescanti come zucca gialla, cicoria, prugne, funghi, polenta, orzo.

mercoledì 24 settembre 2014

PROGRAMMA CORSI E CONFERENZE PRESSO LO STUDIO - Trimestre Ottobre/Dicembre 2014



IN ARMONIA CON LE STAGIONI....L'AUTUNNO!

L'autunno è un buon momento per rivalutare in quale modo rispondiamo alle nostre necessità fondamentali...ovvero la sopravvivenza e la sicurezza a livello personale ma anche planetario.
Le persone di costituzione Vata possono essere particolarmente consapevoli di quanto li aiuti sentirsi sicuri interiormente per poter raggiungere questo obiettivo.
Il momento dell'equinozio d'autunno è considerato particolarmente critico per la salute, presente e futura, e spesso alcuni tipi di crisi fisiche e mentali possono sorgere in un periodo di transizione come questo.
I tipi Pitta e Kapha possono trarre un sospiro di sollievo in questo periodo in quanto il peggio del caldo e dell'umidità sono passati. Le persone Vata invece rimpiangeranno il periodo caldo dell'estate.
Il miglior modo di affrontatre questo cambiamento è di trarre nutrimento dai frutti di tutto quello che è stato seminato durante l'anno. Per quanto riguarda la dieta è un buon momento per accertare se quello che abbiamo fatto per nutrirci sta realmente funzionando. Indipendentemente dalla costituzione individuale, alimenti più caldi, idratati e ben lubrificati sono necessari in questo periodo, dando maggiore rilievo al gusto dolce, aspro e salato.
L'autunno porta con sè una rinnovata voglia di cucinare persa durante l'estate. Questa naturale tendenza per la cucina è vitale per Vata, che fa affidamento su cereali cotti, verdure e prodotti con un leggero contenuto di proteine.
Il cardamomo è un valido tipo di spezia per questa stagione, poichè è dolce e allo stesso tempo produce calore.

sabato 16 agosto 2014

KRISHNA JANMASTAMI

Janmastami (nascita di Krisna) si celebra nell'ottavo giorno di luna calante tra agosto e settembre, in questo anno il 17 agosto.Quella del compleanno di Krisna è una festa solenne e celebra proprio il più popolare fra tutti gli avatara di Visnu, la cui nascita avvenne, secondo la tradizione, a mezzanotte dell'ottavo giorno di luna calante del mese di Bhadrapada nella città di Madura; in occasione di questa festa, che è celebrata con molta solennità anche a Vrndavana, dove Krisna trascorse la fanciullezza, i devoti digiunano fino alla mezzanotte, mentre nei templi e nelle case si rappresentano scene della vita del dio."
(Piano, Sanatana Dharma p.262-267)
Una delle tante versioni del mito narra che Krishna, dopo la nascita - per essere salvato dalla minaccia di uno zio, sovrano crudele e tiranno che, temendo che il nipote avrebbe usurpato il suo trono, lo voleva far uccidere - fu deposto in un cesto ed affidato alle acque del fiume Yamuna dalle quali fu raccolto da una coppia di pastori, Yashoda e Nanda, che lo adottarono. Crebbe felicemente a Vrindavan facendo il pastore in compagnia delle gopi, le pastorelle che giocavano con lui e si innamoravano di questo bellissimo giovane che sapeva affascinarle con il suono dolcissimo del suo flauto.

mercoledì 13 agosto 2014

STRANE VITE

Per lunghi anni, il bramino aveva pregato, era vissuto nell'austerità, aveva meditato per lunghe ore, studiato le Scritture. Quel mattino, andò a fare il bagno al fiume. Un interrogativo lo tormentava:

- Cosa c'è realmente dopo la morte? Certo i saggi e le Scritture descrivono con abbondanza di particolari l'inverificabile aldilà, ma si sa chi sia davvero saggio? Chi potrebbe dirlo? -

Mentre si bagnava, una corrente inattesa lo travolse facendolo annegare. Il suo spirito lasciò quel corpo morto per penetrare in quello di un nascituro. Un maschietto il cui padre era un ciabattino della casta degli intoccabili.
Questi crebbe, imparò il mestiere dei suoi avi, sposò una donna della stessa casta, creò una grande famiglia.
Nel suo intimo tuttavia, una vocina ripeteva:

- Sei questo corpo, questo spirito inquieto? Sei questo figlio, questo ciabattino, questo sposo, questo padre?-

Spesso andava a camminare lungo il fiume, cercando il modo di liberarsi da quegli assillanti interrogativi, non riuscendo a trovare una risposta accettabile.
Un mattino, mentre vagava pensieroso, un elefante gigantesco, splendidamente adorno, gli fece scivolare la proboscide sulla spalla destra, mentre un falcone inanellato d'oro gli si posava sulla spalla sinistra. Spuntarono dei cavalieri fra uno squillare di trombe e il ciabattino venne subito circondato e poi portato al palazzo. Il sovrano del paese era morto senza lasciare un erede al trono. Quindi, secondo la tradizione, il suo elefante e il suo falcone erano stati lasciati liberi perchè, nella loro innocenza, designassero il nuovo re. L'uomo da loro indicato sarebbe salito al trono. Lui, l'intoccabile, era così divenuto re. Nel suo intimo, tuttavia, la vocina continuava:

- Sei questo corpo, questo spirito ragionatore? Sei questo figlio, questo ciabattino, questo sposo, questo padre, questo re? -

Non potendo più camminare da solo lungo il fiume, dato che la sua pesante carica glielo vietava, si fece comparire davanti tutti i saggi, i dotti e i monaci del regno e rivolse a loro la sua domanda.
Tutti avevano delle risposte, simili o diverse, ma nessuno gliene forniva una in grado di rassicurarlo.
Presto la peste si abbattè sul regno. Coloro che avevano approvato l'elezione del re scelto dall'elefante e dal falcone cominciarono a preoccuparsi:

- Bisognava accettare un intoccabile sul trono, benchè scelto secondo antiche tradizioni? La sua presenza non aveva contaminato il regno e i suoi abitanti? -

Ci furono dispute, sommosse. Alcuni andarono in esilio, altri si lanciarono in austerità temibili. Peggio ancora, qualcuno si suicidò con il fuoco. Sconvolto il re decise di rimediare allo scandalo in modo da cancellarlo completamente e da purificare il regno per la salvaguardia di tutti gli esseri che dipendevano da lui. Si gettò nel fuoco.
Subito il suo spirito raggiunse il corpo del bramino travolto dal fiume. Si lasciò trascinare dai vortici, si aggrappò alle radici che affondavano nella corrente, raggiunse infine la riva, uscì tutto frastornato dall'acqua e rincasò.
Mentre varcava la soglia, sua moglie esclamò stupita:

- Hai fatto presto stamattina! L'acqua era così fredda? Hai già avuto il tempo di fare il bagno e di pregare? -

Il bramino sorrise senza rispondere, pensando:

- E' mai possibile che abbia ricevuto la risposta alla mia domanda? Ho sognato l'annegamento, le vite di ciabattino e di re, o le ho vissute? -

Alcuni giorni dopo, un uomo arrivò nel giardino del bramino. Chiedeva l'elemosina poichè, come molti, era fuggito dal lontano paese dei suoi padri devastato dalla peste, dopo che un intoccabile era succeduto al vecchio al re, trapassato senza un erede maschio. Il bramino lo guardava, lo ascoltava, in silenzio. La sua sposa, in tutta innocenza, faceva domande e il mendicante, rispondendo, forniva tanti di quei particolari che il dubbio era impossibile. Quell'uomo veniva dal paese su cui lui aveva regnato il tempo di una vita o di un sogno. Lasciando che la sposa rifocillasse l'uomo, se ne andò in riva al fiume. Guardava passare la corrente senza vederla.

- E' mai possibile? Sono stato bramino, sono morto. Poi ho vissuto tutta una vita da ciabattino prima di essere re di un paese maledetto. Eccomi ritornato nella mia prima pelle senza esserne uscito, per lo meno in apparenza. E la mia sposa si meraviglia che rincasi così presto. Nè lei nè i nostri figli sono invecchiati di un giorno. Strane vite! -

Si sovvenne di una pagina dello Yoga Vashishta in cui il re Janaka svegliandosi chiedeva al guru:

- Ho sognato di essere un mendicante che sognava di essere una farfalla. Chi sono? Il re Janaka, un mendicante o una farfalla? -

Mentre ritornava a capo chino e a passo lento, era assillato da un'altra domanda:

- Che cos'è la vita? Dov'è la vera realtà? -

giovedì 7 agosto 2014

LE PROPRIETA' BENEFICHE DEGLI AZUKI

I fagioli azuki ricordano la forma del rene. Sono noti infatti per la loro capacità di ripristinare le funzioni delle ghiandole surrenali e donare energia ai reni. Sono più facili da assimilare per Vata rispetto ad altri legumi, perchè più piccoli. costituiscono un prodotto squisito per Pitta e Kapha. Nonostante siano di natura fredda, secca e pesante, per aumentare la loro diferibilità basta, dopo l'ammollo, una lunga cottura con spezie riscaldanti.
Ma vediamo perchè fanno tanto bene alla nostra salute.
Innanzitutto sono ricchi di sali minerali come lo zinco, il potassio ed il ferro. Quest'ultimo in particolare serve per combattere i problemi di anemia.
Poi sono ricchi di vitamine come ad esempio le vitamine del gruppo B, tra cui l'acido folico, fibre e proteine che aiutano la formazione di enzimi utili al fegato.
Hanno potenti funzioni depurative e diuretiche, perciò sono alleati dei nostri reni. Inoltre sono poveri di grassi e pertanto sono indicati anche per le diete depurative e dimagranti.

AZUKI ALLO ZENZERO

 
Tempo di preparazione:  45 minuti in pentola a pressione con una notte di ammollo

Pacifica: Pitta e Kapha e aumenta leggermente Vata

Stagione: Estate, Primavera, Inverno

Dose per 5/6 persone



INGREDIENTI

1 tazza di fagioli azuki
6 tazze d'acqua
1 pezzo di alga kombu
1/8 di cucchiaino di assafetida
1 cucchiaino di radice fresca di zenzero grattuggiata
1 cucchiaio di tamari
1/2 cipolla tritata finemente (evitare se si è Pitta)
1 spicchio di aglio (evitare se si è Pitta)
1 cucchiaio di olio di semi di girasole o sesamo
1/2 cucchiaino di foglie di neem o curry

Selezionare i fagioli e lasciarli in ammollo per una notte. Poi scolarli e metterli in una pentola a pressione, con l'acqua, l'alga kombu, l'assafetida e cuocere per 25 minuti a fuoco medio fino a chè i fagioli sono diventati teneri.

In una padella abbastanza grande, scaldare l'olio con la cipolla e lo zenzero. Aggiungere i fagioli cotti ed il neem o curry, mescolare facendo soffriggere per 10/15 minuti. Aggiungere il tamari negli ultimi minuti di cottura prima di servire.



Questo piatto si accompagna bene con riso semplice all'indiana o con ortaggi preferiti a foglia verde. Il neem essendo amaro va bene per calmare Pitta e Kapha, ma è consigliato in piccole quantità per Vata.




                                        

martedì 29 luglio 2014

IL MASSAGGIO PRANICO KERALIANO: ENERGIZZIAMOCI!

Il massaggio pranico è originario dell'India del sud, del Kerala precisamente. E' un massaggio molto potente usato per spostare l'energia là dove essa ha bisogno di scorrere, per rinvigorire il corpo e prapararlo a trattamenti come il Pinda Sweda, Udgarshan, Vasti ecc...
Aiuta a scaricare le tensioni accumulate stimolando anche il rinnovamento dei tessuti, semplicemente attraverso un'oleazione del corpo per mezzo di leggeri, lunghi e veloci sfioramenti del corpo.
Può essere svolto anche singolarmente accompagnato però da un precedente riequilibrio dei chakra.
Avviene per tutto il corpo facendo girare la persona sui quattro lati; frontale, laterale destro, dorsale, laterale sinistro.

Durata massima 45 minuti

domenica 27 luglio 2014

LA SCHIENA DAL PUNTO DI VISTA AYURVEDICO: comunicazione tra anima e corpo

La filosofia indiana sostiene che il corpo umano è un'emanazione dell'anima e che la nostra colonna vertebrale rappresenti il ponte di comunicazione tra essa e il corpo materiale.
E' infatti lungo la colonna vertebrale che si dislocano i nostri principali centri energetici o chakra che, come spiegato in un precedente post, possono determinare il nostro benessere psicofisico. E' proprio per questo che esiste una stretta correlazione tra disagio fisico ed emotivo, così che anche la medicina tradizionale classifica ormai molte malattie come "psicosomatiche".
La colonna vertebrale non è semplicemente "l'insieme costituito dalle vertebre", le quali si articolano tra loro, formando un asse osseo che dalla base del tronco si estende fino alla base cranica, fondamentale sia per la sua funzione di sostegno del corpo, sia per quella di protezione del midollo spinale, ma è anche la colonna portante dell'energia che permette la vita così come la conosciamo. E' un asse di comunicazione sempre in allerta che si preoccupa di manifestare alla nostra mente quando qualcosa non è in linea con ciò che proviamo nel nostro più intimo io.
Secondo la medicina ayurvedica ogni sintomo è un campanello di allarme, un avviso che nella nostra vita ci sono delle situazioni di conflittualità e ci invita dunque a prendere coscienza del fatto che stiamo trascurando qualcosa, che forse siamo andati oltre la nostra possibilità, oppure che non abbiamo fatto abbastanza e che quindi siamo delusi da noi stessi.
Il sintomo è un modo utilizzato dalla nostra anima per dialogare con la nostra mente. Quando qualcosa è in contrasto con ciò che sentiamo profondamente è come se il corpo cercasse di dare una spiegazione accurata del nostro disagio.
La colonna vertebrale è la sede primaria delle nostre memorie, poichè ogni blocco, crisi, emotività si è prima mostrata come tensione che poi si è riversata su qualche organo correlato, per poi cronicizzarsi e spesso diventare patologia. 
L'Ayurveda da due tipi di interpretazione del mal di schiena: uno puramente medico scientifico e uno di tipo energetico, in quanto ad ogni chakra sovrintende un certo numero di vertebre e di organi correlati ed ogni chakra ha una lettura emotiva.
Il mal di schiena non è solo associato a stress, obesità, mancanza di esercizio fisico e postura scorretta.
Dal punto di vista ayurvedico il mal di schiena, di cui soffrono almeno 4 persone su 5, si origina da uno scarso fuoco digestivo o Agni. Questo squilibrio porta ad un accumulo di tossine all'interno del corpo. L'accumulo di tossine nel corpo inficia Vata dosha e ciò è sufficiente a causare dolore nella parte interessata. Il dolore alla schiena è quindi considerato uno squilibrio di Vata. Ma si possono identificare anche cause Pitta o Kapha a seconda della zona colpita.
Il dolore è associato al Vata Dosha. Vata si muove attraverso i canali (nervi, sangue, ecc) e permette la funzione degli altri due dosha. Quindi, quando Vata è impedito a causa del dolore o per qualsiasi motivo anche Pitta e Kapha vengono influenzati.

Il dolore Vata-Vata  è forte, lancinante, migra e cambia d’intensità,  va e viene rapidamente e tende ad essere più localizzato sulla superficie del corpo. Il freddo aggrava il dolore, diminuisce quando  i muscoli diventano caldi o nelle ore del giorno  piu’ calde. Può derivare da intensa attività fisica, stress, viaggi, sedentarietà, ecc..

Il dolore Vata-Pitta è pungente, intenso, bruciante  e rimane in un unico posto. Si manifesta  come un dolore che aumenta piano piano fino a raggiungere la sua massima intensità nell’arco di 1-2 ore, con picchi intorno a mezzogiorno o mezzanotte. Tende ad essere piu’ localizzato ad un livello medio del corpo. Il calore aggrava il dolore e diminuisce quando il corpo viene raffreddato o la sera.
Può derivare da qualsiasi forma di infiammazione, shock, eccesso di rabbia, ecc… 

Il dolore Vata-Kapha è sordo e rimane localizzata in un unico posto. Ci vogliono  dalle 6 alle 24 ore prima di  raggiungere la sua massima intensità e può durare per diversi giorni.  Il suo picco è alla sera e alla mattina. Tende ad essere situato in profondità nel corpo. Il freddo tenderà ad aggravare il dolore.  Può derivare da cattiva circolazione, mancanza di esercizio fisico, congestione, eccesso di peso, stipsi, amenorrea, emozioni represse, ecc…
L'Ayurveda allora propone un periodo di dieta purificatoria a base di riso, verdure e fagioli mung alla quale viene affiancata l'assunzione per tre settimane di olio di ricino per ripulire l'intestino e nutrirlo e un digiuno breve per attivare il fuoco digestivo . Finito il digiuno consiglia di evitare i cibi pesanti e poco digeribili.
Esiste addirittura una dieta specifica per eliminare il mal di schiena come ad esempio mangiare per due o tre mesi melanzane cotte e condite con spezie purificanti come cumino, curcuma, coriandolo, ma sono consigliate anche spezie ed erbe come la cannella, lo zenzero, il Galangal o il pepe di Cayenna.
Sarà di aiuto eliminare il consumo di proteine animali e zuccherine come il cioccolato e gli alcolici, bere più acqua, e assumere cibi contenenti sali minerali come il calcio e il magnesio, zinco e silicio, come ad esempio frutta secca, semi oleosi, grano saraceno, miglio, cereali integrali ecc...
L'Ayurveda consiglia inoltre di affiancare alla dieta movimento fisico come esercizi yoga e il massaggio giornaliero con olio di senape o olio di sesamo. Altri rimedi possono essere il VASTI o pulizia del colon, molto spesso causa di dolori lombari e l'assunzione di integratori alimentari come l'Arnica o gel a base di canfora.
La lettura energetica della colonna vertebrale tiene invece in considerazione i diversi aspetti di essa, dalla forma alla rigidità.
Ad esempio una spina dorsale esageratamente a S, significa che la persona ha rinunciato alla sua posizione eretta a favore della capacità di adattamento: si tratta in questo caso ad una persona che si prostra davanti alla vita. Se la forma ad S è limitata, si verifica l'opposto: la persona non è in grado o non vuole adattarsi e tenderà ad essere dura con se stessa, gli altri e tenderà a ferirsi.
A seconda della zona in cui i disturbi si localizzano si possono avere differenti letture: il tratto cervicale rappresenta il mondo dei pensieri, della volontà, della coscienza. Il buon funzionamento del tratto cervicale è importantissimo per tutto l'organismo. L'eventuale squilibrio delle vertebre cervicali, dell'area muscolare del collo e la cattiva comunicazione tra anima e corpo possono dare origine a molte patologie.
Chi soffre di cervicale tende ha la spiccata tendenza ad essere razionale e a manifestarsi sempre con i piedi per terra, può essere quindi salutare per la persona abbandonare il senso del dovere per fare largo alla spontaneità.
Dolori al tratto dorsale si attribuiscono agli affetti e alle emozioni represse, mentre quello lombosacrale è in relazione al mondo istintuale e alle sue pulsioni. dolori del tratto lombare e stanchezza in quest'area sono da attribuirsi a una repressione della sessualità.
Quando viene colpita la parte nervosa della colonna vertebrale, responsabile del movimento degli arti inferiori, significherà invece che  si sta negando la propria autonomia. Al contrario quando la schiena è colpita a livello osseo, si negherà la coerenza interiore.
Un dolore alla spalla sinistra potrebbe indicare squilibri al quinto chakra e il fatto che qualche obiettivo da noi prefissato non è andato a buon fine provocando così un senso di frustrazione.
Contattare la parte più profonda di noi attraverso la meditazione e l'ascolto del proprio corpo può aiutarci a risolvere a livello psicosomatico questi dolori e a trovare la dimensione più adatta a noi per il nostro quieto vivere, vertebra dopo vertebra si può risalire alla conoscenza di se stessi, alla consapevolezza più profonda, all'autoguarigione.


TRATTAMENTI AYURVEDICI PER IL MAL DI SCHIENA

Colate di olio medicato con massaggio Abhyangam
Stimolazione dei punti Marma 
Pindasweda o fomentazione con boli ripieni di erbe e spezie o sale himalayano
Muriabhyanga o massaggio articolare

domenica 13 luglio 2014

IL VALORE DI UN TRATTAMENTO AYURVEDICO

Ormai siamo tutti abituati a rivolgerci a centri estetici che offrono massaggi e trattamenti di ogni tradizione senza un dietro un particolare studio della persona. Oramai si è fatto di tutto una questione economica più che di salute ed ecco allora che una tradizione millenaria e salutistica come quella ayurvedica viene sminuita e ricondotta a semplici massaggi estetici, ma non solo, anche il cliente stesso tende a molto spesso a non dare valore a ciò che si sottopone.
L'Ayurveda è una scelta per la propria salute.
L'Ayurveda definisce la salute come uno stato in cui l'equilibrio dinamico è mantenuto attraverso il benessere del metabolismo, la funzionalità degli organi, l'anima, la mente e i sensi, visione che concorda pienamente con la definizione di salute dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale riconosce l'Ayurveda come medicina.
L'Ayurveda prende in considerazione la costituzione fisica di ogni individuo e le proprie esigenze, la somministrazione di farmacopea naturale e le prescrizioni terapeutiche tenendo conto del soggetto, qualora si tratti anche di un semplice massaggio.
L'Ayurveda si applica dopo aver esaminato ogni paziente. Per acquisire questa competenza è necessaria una conoscenza approfondita dell'anatomia e fisiologia umana, i processi della malattia, la farmacopea, l'etica medica ecc...
Lo stesso vale per il medico ayurvedico quanto per l'operatore.
Dietro ad un massaggio ayurvedico un operatore professionale mette a disposizione anni e anni di studio, ascolto e analisi della persona, sia in senso fisico che mentale, mette a disposizione un luogo accogliente, ben riscaldato, pulito, comfortevole, mette il proprio tempo alla persona, poichè per ogni trattamento va dedicato rilassamento, ascolto, preparazione, non esiste la fretta, ed infine si mettono a disposizione i prodotti migliori, tutti di origine naturale, possibilmente biologici e prodotti artigianalmente, spesso di importazione direttamente dall'India, in quanto difficile da trovare in Italia per via delle rare piante di cui sono composti, oppure, quando essi sono prodotti dall'operatore stesso, dietro vi è il tempo dedicato alla scelta e la raccolta delle erbe e dei fiori locali che possano avere lo stesso effetto medicinale, la lavorazione che richiede ore di preparazione e poi la scelta dell'olio o il rimedio più indicato per la persona al momento del trattamento.
Ecco perchè ad ogni trattamento ayurvedico va dato il giusto valore etico ed economico.
Ma il valore più grande è quello dell'efficacia di questi trattamenti che donano salute e benessere.
Ricevere un massaggio comporta una regressione a livello fisico, emotivo e spirituale. E' un abbandonarsi a mani sapienti, esperte e amorevoli che consentono di ritornare in contatto con se stessi e con il proprio corpo imparando a percepirlo con tutti e cinque i sensi.

martedì 8 luglio 2014

SHIROABHYANGA...il massaggio indiano alla testa


Lo Shiroabhyanga è un massaggio che viene effettuato su quella che l'Ayurveda considera la parte più importante del nostro corpo: la testa. Questa è è la parte più ricca di punti marma (punti energetici) che se delicatamente massaggiati hanno un effetto calmante, bilanciando le energie corporee ed il sistema nervoso.
Questo massaggio viene effettuato su testa, collo e spalle e contribuisce a sciogliere i muscoli tesi, stimolando la circolazione sanguigna, ossigenando i tessuti e contribuendo ad eliminare le tossine nocive.

Questo trattamento è un vero e proprio nutrimento per i cinque sensi.
E' indicato in caso di eccesso di Vata e Pitta, mal di testa, emicrania, elevati livelli di stress, ansia, insinnia, problemi al cuoio capelluti, perdita e ingrigimento precoce dei capelli, mente confusa o annebbiata.
Induce rilassamento profondo, bilancia il sistema nervose, favorisce un migliore percezione sensoriale, migliora la circolazione sanguigna, rinforza i capelli, allevia le tensioni muscolari a livello del collo e delle spalle.
La stimolazione della testa avviene con frizioni, picchiettamenti e pressioni gentili per passare ad impastamenti avvolgimenti nella zona del collo e delle spalle con l'uso di oli medicati e particolari oli essenziali che nutrono non solo il cuoio capelluto, ma i capelli stessi.



sabato 5 luglio 2014

VITTORIA!!!

Il re Yudishtira era la virtù in persona.
Un giorno, un misero, avvicinatosi al suo trono, si prosternò, si rialzò tendendo mani supplici e sollecitò il suo aiuto.

- Vieni a trovarmi domattina. - rispose il sovrano
-Farò per te tutto ciò che potrò.-

Bhìma, fratello del sovrano, soprannominato "il terribile", passando di là udì la risposta. Se ne andò subito a mettere in movimento la campana dei festeggiamenti eccezionali, quella che suonava soltanto nei giorni di vittoria, di sponsali principeschi, di nascite reali e di altri eventi rari quanto felici. Accorse la folla, curiosa e pronta all'esultanza.
Yudishtira stesso venne sulla piazza principale per essere informato.

- Ho dimenticato un giorno, una festa? Chi dunque ha ordinato di far suonare oggi lo scampanio reale? - chiese il re.

- Sono stato io, Bhìma. - rispose il fratello

- Bhìma dicci che cosa meriti di essere celebrato in questo modo. -

- La vittoria del re sull'invincibile morte! Le ha strappato una giornata di vita! -

- Fratello, che vai cianciando? Non ho vinto nessuno e soprattutto non la morte! -

- Un uomo è venuto a sollecitare il tuo aiuto e tu glielo hai promesso per domattina. Perciò so che almeno fino al prossimo sole sei sicuro di non morire. Non è una vittoria sulla morte? Una grande vittoria! -

Yudishtira lo salutò ridendo, ordinò di richiamare il misero e fece ciò che doveva senza aspettare il domani.

martedì 1 luglio 2014

NUTRIRSI IN ARMONIA CON LE STAGIONI: L'ESTATE....




In estate la forza intensa dei raggi solari si diffonde sulla terra, facendo evaporare l'umidità della primavera e producendo calore.
Ora Pitta predomina, facendosi avanti gli aspetti del fuoco e della digestione. Nonostante la buona capacità digestiva di Pitta, il calore estivo danneggia Agni. 


"Poichè  persino l'acqua calda estingue il fuoco, Pitta soffoca il fuoco gastrico"
                                                   
                                                                                                              Charaka Samhita


Per questo in estate è meglio mangiare cose dolci, leggere, umidi, freschi e liquidi per placare Pitta, come il latte, il riso, la frutta ed il tofu.
Il succo di aloe vera è un ottimo terapeutico estivo, poichè tonifica il fegato e rinfresca tutto l'organismo.
E' meglio evitare gli alcolici in estate, a meno chè non vengano diluiti con abbondante acqua.
Da evitare sono anche gli alimenti speziati, piccanti, aspri ed oleosi. 
I cereali rafforzano il potere digestivo durante l'estate, perciò sono molto raccomandati....molto indicati sono soprattutto riso e orzo.

COCKTAIL AYURVEDICO AGLI AGRUMI

Vi presento la ricetta per un buonissimo e rinfrescante cocktail analcolico tutto ayurvedico!!


INGREDIENTI (per 4 persone)

2 pompelmi rosa
4 arance medie
2 pezzi di zenzero
4 bacelli di cardamomo
2 pizzichi di sale marino integrale
2 cucchiai di malto di riso

Tempo di preparazione: 20 minuti


Aprire i bacelli di cardamomo ed estrarre i semi scuri all'interno. Pestateli in un mortaio fino a ridurli in polvere.
Sbucciare lo zenzero e grattuggiarlo raccogliendone il succo.
Spremere gli agrumi e passare la spremuta attraverso un colino per eliminare le parti solide. Fate lo stesso con il succo di zenzero: dovreste ottenere circa due cucchiai di succo.
Mescolate in una caraffa la spremuta con cardamomo e sale, aggiungete il succo di zenzero e mescolate.
Terminate dolcificando con il malto.
Otterrete una bevanda pungente, ma ottima per stuzzicare l'appetito!!



venerdì 20 giugno 2014

I CHAKRA IN CUCINA

Sull'esistenza del corpo di una persona non ci sono dubbi, esso si può vedere, toccare, sentire. E' un livello di certezza comune e condiviso da tutti e quando parliamo dell'aspetto fisico di qualcuno parliamo certamente di qualcosa di ben conosciuto. I problemi nascono quando ci riferiamo alla mente ed allo spirito, poiché si riferisce ad energie e qualità non tangibili, non percepibili con i 5 sensi corporei e perciò diventano spesso terreno di discussione e a volte di gran confusione. Nonostante il corpo sia reale per tutti, poche persone però ne hanno una profonda conoscenza, non solo per i suoi meccanismi ed aspetti fisiologici, ma anche per quel che riguarda il suo linguaggio. Mentre il corpo è una struttura reale e palpabile, la mente e la coscienza sono di natura più sottile e di difficile indagine. Ma essa è importantissima perchè immagazzina tutte le informazioni che ci provengono sia dall'interno che dall'esterno del nostro corpo, mentre la coscienza rappresenta l'apice della consapevolezza in tutto ciò che accade dentro e fuori di noi e di tutte le nostre azioni e decisioni. La corretta interazione tra corpo mente e spirito sappiamo che per l'Ayurveda sono di grandissima importanza per il benessere psicofisico dell'uomo e l'alimentazione è una delle medicine primarie per mantenere questo equilibrio e rappresenta un atto importantissimo e delicato, poiché l'atto di ingerire del cibo condiziona direttamente la biochimica del corpo e gli stati mentali. Il nostro corpo si plasma e si forma con le stesse sotanze che noi introduciamo per nutrirci.
La più grande differenza tra mente e coscienza è che la prima registra, archivia e risponde automaticamente agli stimoli che riceve, la seconda invece osserva per comprendere qualcosa o avere un attimo di consapevolezza, poi decide sul da farsi a rigurado di ciò che ha capito, infine e di conseguenza, agisce.
Dopo avero osservato l'opportunità di effettuare un cambiamento grazie ad una presa di coscienza, non si può agire per cambiare nella vita se prima non si è presa la decisione di farlo. Quando si parla di decisione non ci si riferisce a qualcosa del tipo: “ vorrei smettere di fumare”, “prima o poi mi metto a dieta” ecc... No queste non sono affatto decisioni, ma solo delle speranze di prendere delle decisioni che poi non si sa se verranno mantenute. Solitamente chi ha deciso vermante afferma frasi del tipo” da oggi basta! Inizio una nuova dieta!”. Tutti noi abbiamo idee precise su come debbano andare certe cose. E proprio per questo il più delle volte non siamo capaci di uscire dai binari già tracciati. Le idee fisse non sono altro che convinzioni e sono proprio esse a determinare la nostra vita.

I CHAKRA NELLA TRADIZIONE AYUR - VEDICA

La filosofia dei chakra ha origine dagli antichi testi vedici, in particolare per quanto riguarda i testi di insegnamento yogico e tantrico.
Chakra è una parola sanscrita a cui vengono attribuite diverse traduzioni anche se rimandano bene o male ad uno stesso significato: ruota, cerchio, centro, vortice, movimento energetico che si allarga a spirale da un Bindhu, ovvero un punto da cui tutto nasce e a cui tutto torna.
Tutte queste sono espressioni che indicano l’energia che manifesta se stessa attraverso un movimento incessante.
Essi sono visibili da occhi psichicamente risvegliati o da chi ha imparato a percepire le energie in altri modi. Sono vortici di energia all’interno della nostra aurea, ovvero quel campo di energia elettromagnetica che circonda ogni cosa e il cui scopo è quello di regolare la scambio di energia tra noi, i nostri corpi sottili ed il cosmo.
In India i chakra sono conosciuti anche con il nome di Padma, termine che significa loto, proprio perché là dove la loro tradizione nasce, sono rappresentati come questi fiori con i petali chiusi, semichiusi o aperti, con differenti numeri di petali che aumentano in ascesa, i quali possono rivolgersi verso il basso, alla Terra, o verso l’alto, al Cielo, secondo il livello di coscienza raggiunto dalla persona che li riscopre e agisce.
Il fiore di loto è uno dei simboli dello yoga, poiché rappresenta l’ascesa spirituale, il distacco dalle cose terrene: ha radici che affondano nella terra, la parte più grezza e materiale dell’essere, il suo stelo sale attraverso l’acqua, il simbolo della purificazione, per aprire la sua corolla al cielo, ad indicare la possibilità di guardare verso luoghi spiritualmente elevati e giungere alla comprensione dell’universo.
Il fiore di loto rappresenta anche il ciclo incessante della vita, poiché sboccia all’alba e si richiude al tramonto.
Lo yoga inteso nel senso più profondo richiede il risveglio della kundalini, la più grande forza evolutiva nascosta dentro di noi, dotata della capacità di sviluppare il pieno potenziale spirituale e il funzionamento psicofisico. Queste potenzialità latenti esistono nel corpo sottile sottoforma di chakra.
Ma in termini ayurvedici, ci interessa sapere che la quantità di energia che scorre in essi influenza la salute degli organi fisici vicini a questi centri e riflette la co-operazione di corpo, mente e spirito grazie al prana, governando il corpo fisico ad un livello più profondo del sistema nervoso.
Nello yoga come nell’ayurveda, i chakra principali sono sette e sono dislocati lungo la colonna vertebrale, indicando le tappe della consapevolezza in un cammino che per gli esseri umani inizia dalla terra per salire verso il cielo, ovvero lo stato di salute dell’uomo che come sappiamo è dato dall’equilibrio del corpo, della mente e dello spirito.
I primi 3 chakra sono dislocati dalla base della spina dorsale all'ombelico e vengono chiamati KHANDA, bulbo, e costituiscono la zona del fuoco. E' da essi che nasce l'energia calda della Kundalini. Similmente i 3 chakra superiori, gola, 3° occhio e corona, sono strettamente legati fra loro e dalla regione della testa governano i centri cerebrali superiori. Questa zona è definita regione della luna o soma, ovvero la regione delle qualità riflessive e contemplative. In mezzo c'è il cuore che media fra i due gruppi di chakra.
Il gruppo di 3 chakra inferiori riflette maggiormente, per mezzo dei dosha, le funzioni fisiche e vitali e la maggior parte delle questioni che riguardano la salute.
Vata dosha ha relazione con il chakra della radice che serve a dargli stabilità, Kapha dosha è collegato al chakra dell'acqua e Pitta è in relazione al fuoco o plesso solare.
Il cuore riflette le questioni emotive, mentre quelli della testa quelle spirituali.
Le malattie fisiche dipendono da squilibri nel funzionamento esterno dei chakra nei vari plessi nervosi e organi endocrini a cui i chakra corrispondono e ai 3 dosha vata, pitta, kapha.

venerdì 13 giugno 2014

LEMONGRASS: UN INEBRIANTE PROFUMO DI LIMONE...

Dal mio viaggio in Thailandia ho portato con me un prezioso rimedio. Il suo uso in Thailandia è stato ancora una volta portato dalla tradizione ayurvedica: sto parlando del Lemongrass!
Questa pianta, dal bulbo bianco simile ad un porro e alle sue foglie che ricordano l'erba cipollina con un forte profumo di limone, è conosciuta anche con il nome di Citronella o Cymbopogon citratus. E' originaria dell'India, ma cresce in genere in tutta l'Asia a clima tropicale. La sua diffusione anche in Occidente è avvenuta grazie alle spedizioni militari di Alessandro Magno in India, che dopo averne apprezzato gli effetti benefici decise di portarne con sè al suo ritorno. Fu apprezzata da Greci e romani per il suo aroma da cui ricavavano preziosi profumi, ma in India il suo uso fu ben diverso, tanto da annoverarsi tra le piante ed erbe curative.
In Ayurveda veniva e viene impiegata tutt'oggi per alleviare cefalee, raffreddori, febbre, disturbi dello stomaco, ma non solo. Il suo olio essenziale, mescolato all'olio di cocco o sesamo viene utilizzato nei massaggi per combattere i reumatismi e se mischiato al latticello, viene impiegato per la cura dei capelli in caso di parassiti. Non meno importante l'azione repellente antinsetti.
Usato nel te o nei pediluvi aiuta a ridurre la febbre e l'eccesso di calore corporeo e rinfresca lo stomaco. Pertanto l'uso del Lemongrass è indicato per alleviare sia i disturbi di Pitta e Kapha. E' un ottimo rimedio anche contro i crampi mestruali e l'irregolarità del ciclo mestruale.
In Ayurveda è utilizzata anche per i disturbi legati alla mente, in quanto il suo olio essenziale e quindi il suo buonissimo profumo, ha la capacità di calmare la mente irrequieta e la depressione. Come il Neem, può essere impiegata per la cura dell'acne.
Essendo l'olio essenziale ricco di vitamina A è indicato anche nelle creme cosmetiche, in particolare può essere mescolato all'olio di mandorla se si ha una pelle matura, poichè svolge un'azione rassodante e se usato per il corpo aiuta a drenare.
La sua massima diffusione è avenuta però nel campo culinario, non tanto per quel che riguarda la cucina indiana che ne fa comunque uso, ma in quella thailandese che ne ha fatto uno dei condimenti principali. Entra infatti nella preparazione di zuppe, curry, miscele per il wok, torte e macedonie. Basta tritare il bulbo o lo stelo per ricavarne unsucco gustoso da usare a piacimento, come condimento o come ingrediente per tisane e infusi digestivi e rinfrescanti.
L'erba essiccata e macinata viene chiamata, in India, Sereh.



LEMONGRASS TEA

Fai bollire dell'acqua e metti in infusione del te, aggiungi un poco di zenzero, zucchero di canna e una spruzzata di succo di lemongrass. Puoi berlo caldo o farlo raffreddare.

Per abbassare gli stati febbrili aggiungi anche una spolverata di cannella e di curcuma e bevilo caldo.



domenica 8 giugno 2014

STAMPELLE

Il re cadde da cavallo, fratturandosi le gambe così gravemente da perderne l'uso. Imparò dunque a muoversi con le stampelle, ma sopportava male la propria invalidità. Vedersi attorno le persone valide della corte gli divenne presto insopportabile e gli guastò l'umore. 
Rifiutò di mostrarsi menomato.

- Poichè non posso essere simile agli altri, ciascuno sarà simile a me -  pensò un mattino d'estate.

Fece dunque notificare nelle sue città e nei suoi paesi l'ordine definitivo dell'uso delle stampelle per tutti, pena la morte immediata. 
Dall'oggi al domani, l'intero regno fu popolato di persone rese invalide. All'inizio, alcuni provocatori si fecero vedere in giro senza alcun sostegno. 
Fu certo difficile acciuffarli di corsa, ma tutti prima o poi vennero arrestati, condannati e giustiziati per servire di esempio. Nessuno osò ripetere la provocazione. Per proteggere la prole, le madri insegnarono subito ai loro bambni a camminare con le stampelle. Bisognava abituarcisi, ci si abituò.
Il re visse fino a tarda età.  Nacquero parecchie generazioni senza che si vedesse mai nessuno circolare liberamente sulle sue gambe. Gli anziani scomparvero senza dire nulla delle loro lontane passeggiate,  senza osare infondere nella mente dei figli e dei nipoti il pericoloso desiderio di deambulare senza sostegni.
Alla morte del re, alcuni vecchi tentarono di liberarsi delle stampelle, ma era troppo tardi, i loro corpi malandati ne avevano ormai bisogno. I superstiti, di solito, non riuscivano più a stare dritti. Rimanevano prostrati su qualche sedia o distesi su un letto. Questi tentativi isolati vennero considerati come innocui deliri di vecchi rimbambiti. Inutilmente raccontarono che un tempo si camminava liberamente, senza stampelle: vennero guardati dall'alto in basso, con l'indulgenza ilare concessa ai rimbecilliti.

- Ma sì, nonno, andiamo, era senza dubbio ai tempi in cui il becco dei polli aveva i denti! - 

E con un sorriso in tralice, uno scambio di occhiate, scrollavano il capo ascoltando la vecchia voce, prima di andare a ridere di nascosto.

lunedì 19 maggio 2014

MASSAGGIO THAI vs AYURVEDA

Durante il mio viaggio in Thailandia non ho potuto astenermi dal farmi fare un massaggio tradizionale Thai e di cercare un corso in luogo...
Sono rimasta affascinata da questo massaggio che se eseguito da mani sicure è certamente uno dei massaggi piú belli da ricevere e fare, oltre all'Ayurveda. Ció che comunque mi ha colpito di questo massaggio e altri trattamenti, che le Spa thailandesi propongono, é proprio la somiglianza con il massaggio ayurvedico. Il massaggio tradizionale Thai si avvicina, per lo stretching, al Muriabhyangam ayurvedico accompagnato da pressioni su punti marma e punti energetici sui meridiani della medicina tradizionale cinese.
Per parecchi secoli la Thailandia è stata largamente influenzata dalle culture prima indiana e poi cinese. La cultura indiana si può riconoscere nel linguaggio, nella letteratura, nella religione, nei massaggi, mentre quella cinese è riconoscibile dall'architettura delle abitazioni tradizionali e dal cibo.
Il filo conduttore tra queste tre realtà è il Buddhismo, importato in Thailandia dal re indiano Asoka, che fece costruire numerosi templi in onore di Buddha.
Il massaggio Thai si diffuse nel paese attraverso la divulgazione del Buddhismo e grazie all'opera del medico ayurvedico Jivaka Kumar Bhakta, che il popolo Thai chiama affettuosamente "Papà dottore" o "Medico di Buddha", che si basò sulla tecnica ayurvedica e sulla tradizione yoga.
Il nome di questo medico è noto in Thailandia per aver portato anche la conoscenza delle proprietà curative delle erbe e dei minerali, l' uso di terapie e trattamenti come i bagni di vapore e il Pindasweda che viene tutt'oggi proposto nelle Spa.
Questo medico è talmente amato in Thailandia da essere ricordato ancora oggi in cerimonie religiose o Bucha (in sanscrito Puja) durante le quali viene cantata una preghiera in lingua Pali: "OM NAMO JIVAKA....", in cui Jivaka viene considerato come il simbolo dell'unità cosmica.
I metodi e le pratiche di un sistema terapeutico impostato sul concetto di cura preventiva della salute è basato su pratiche di disintossicazione dell'organismo, norme alimentari e massaggi, vennero trascritte in Thailandia su foglie di palma, a salvaguardare una millenaria tradizione orale. Tale raccolta è stata purtroppo perduta nel 1776 in seguito ad una invasione, ma una piccola parte è stata salvata e raccolta dal re Thai Rama III, regnante in Thailandia, e che favorì lo studio e la creazione di lastre in pietra con la figura umana incisa. Su questa figura i punti terapeutici venivano individuati su linee energetiche che corrono lungo il corpo, che in lingua Thai Sono chiamate Sen.
Le prime e nonchè principali, nella nomenclatura Thai, Sumana, Itta e Pingkala. È evidente la corrispondenza alle Nadi indiane Sushumna, Ida e Pingala. Questo ancor più a sottolineare una derivazione dal massaggio ayurvedico.
Lo stesso Jivaka, che ricorda simbolicamente tutti i Rishi vedici, aveva i segni distintivi del mistico indiano. L'iconografia lo evoca nella veste color zafferano, il mala, la barba fluente, la statura e i tratti somatici del viso tipici della razza vedica.
Le lastre in pietra si possono ancora oggi ammirare sulle pareti del tempio Wat Po a Bangkok, che non a caso è ancor oggi uno dei piú importanti centri per la diffusione del massaggio Thai.

lunedì 28 aprile 2014

IL GRANO SARACENO: proprietà

I semi di grano saraceno si ricavano da una pianta di origine asiatica. Mille le loro proprietà e notevoli i loro impieghi alimentari, tanto che molti annoverano i semi di grano saraceno tra i cereali. Ma non tutti sanno che, invece, si tratta di una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Poligonacee. 
I semi hanno forma triangolare e sono di colore marrone scuro. Proprio per questo, il grano saraceno viene chiamato anche grano nero e con esso si fa una farina di uso alimentare che ha l'importante caratteristica di non contenere glutine.

Nella sua composizione proteica, il grano saraceno non ha le gliadine del glutine. Ciò vuol dire che può essere impiegato in tutti gli alimenti adatti alle persone affette da celiachia. Il grano saraceno è ottimo per l'intestino e per il cuore, perché contiene pochi acidi grassi oltre a svolgere un'azione disintossicante. Il seme di grano saraceno è composto soprattutto da amido, rispettivamente 25% amilosio e 75% amilopectina, grazie alla quale è facilmente digeribile.Si può dire che il grano saraceno sia un cereale altamente alcalino.
Ricco di proteine e vitamine (B1, B2, niacina (PP) e B5), il grano saraceno vanta anche una elevata quantità di sali minerali come ferro, fosforo, rame, zinco, selenio e potassio, mentre una preziosa componente, sia del seme che della parte vegetale, è rappresentata dagli antiossidanti.
Tra gli antiossidanti, fondamentali sono i tannini e la rutina (concentrati nella foglia). La rutina è in grado di rafforzare la parete dei capillari e prevenire la comparsa di emorragie, migliorando il microcircolo anche grazie alle sue proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti. Nella medicina naturale, i semi di grano saraceno si utilizzano per decotti o impacchi per favorire la circolazione sanguigna. In caso di ematomi o contusioni fate un impacco di semi e acqua, in grado di conservare calore e umidità.
Il grano saraceno fornisce energia e "vigore" e quindi possono utilizzarlo sportivi e anziani, donne in gravidanza e in allattamento.
Il decotto di semi di grano saraceno è indicato in caso di mancanza di concentrazione e per attenuare i sintomi della stanchezza e della gastrite e per normalizzare la produzione di succhi gastrici. Impacchi caldi con il grano saraceno riducono inoltre gli spasmi intestinali, calmano le contrazioni nervose dell'intestino e i dolori provocati dalle mestruazioni.
La farina di grano saraceno utilizzata sotto la doccia come fosse un bagnoschiuma lascia la pelle molto morbida e con un buonissimo odore. La farina di grano si può usare anche insieme con oli vegetali e essenziali.

E' indicato per le costituzioni Kapha.