Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



giovedì 13 marzo 2014

TRIPHALA: il Mantra della Salute

La ricetta di questo tradizionale integratore a base di erbe risale a migliaia di anni fa ed è menzionata nei tradizionali testi indiani “Charaka” e “Sushruta” Samhita (1500 a.c.).
Triphala è considerata una preparazione tridoshica di erbe, che ha effetti bilancianti e ringiovanenti sui tre elementi costituenti che governano la vita umana: Vata, che regola il sistema nervoso, Pitta che mantiene il processo metabolico, e Kapha che dà supporto all'integrità strutturale.
Il termine “Triphala” significa “tre frutti”. Triphala è considerata una combinazione nota e tradizionale, impiegata ampiamente dai guaritori ayurvedici ed è formata da: Emblica Officinalis ( Amalaki o amla), Terminalia Chebula (Haritaki), Terminalia Bellerica (Bibhitaki).
Grazie al suo alto valore nutrizionale, il Triphala non ha eguali nella sua capacità di depurare e disintossicare in profondità senza impoverire le riserve energetiche dell’organismo. Questa caratteristica lo rende una tra le più pregiate preparazioni a base di erbe esistenti al mondo.
Esistono due principali categorie di lassativi naturali: la prima è quella dei cosiddetti purgativi, e comprende piante erbacee come senna (Cassia angustifolia), rabarbaro (Rheum officinalis), leptandra, coronopo (o erba stella, Plantago coronopus) e cascara (sagrada o Rhamnus purshiana). Esse spesso contengono elementi con caratteristiche amare sotto forma di antrochinoni, che operano stimolando l’azione peristaltica delle pareti intestinali, sia in modo diretto che promuovendo la secrezione della bile attraverso l’azione su fegato e cistifellea.
La seconda categoria di lassativi raggruppa le sostanze che hanno azione lubrificante, e comprende piante erbacee ad azione emolliente come psyllium e i semi di lino (Linum usitatissimum). Esse hanno maggiori proprietà nutritive e solitamente non esercitano alcun significativo effetto diretto su fegato e cistifellea ma lavorano piuttosto come una spugna, dilatandosi e assorbendo i liquidi, comportandosi come una ramazza che effettua la pulizia dell’intestino.
Il Triphala combina l’azione nutritiva e quella depurativa a livello di sangue e fegato. Possiede anche una leggera funzione lassativa emolliente e lubrificante.
A causa del suo elevato contenuto nutritivo, i terapisti ayurvedici generalmente non considerano il Triphala un semplice lassativo. Alcune ricerche scientifiche, supportate dall’esperienza pratica delle persone che ne hanno fatto uso per anni, hanno dimostrato che il Triphala svolge un’efficace azione di purificazione sul sangue, stimola la secrezione di bile mentre disintossica il fegato, favorisce la digestione e l’assimilazione, e riduce in modo significativo il colesterolo e i grassi corporei. Di conseguenza, viene oggi considerato una sorta di panacea universale ed è divenuto il preparato erbaceo più comunemente prescritto.Un famoso detto popolare indiano recita:  
“Non dispiacerti se non hai una madre sino a quando possiedi del Triphala”.

  L’origine di questa sentenza è che la popolazione indiana ritiene che il Triphala sia in grado di proteggere gli organi interni del corpo così come una madre si prende cura dei figli. Ciascuno dei tre frutti di cui il Triphala è composto si prende cura del corpo promuovendo dolcemente la pulizia interna da tutte le condizioni di stagnazione ed eccesso e migliorando allo stesso tempo i processi di digestione e assimilazione.
I tre frutti che compongono il Triphala (harada, amla e bihara o  Amalaki, Bibhitaki e Haritaki),
corrispondono ciascuno ad uno dei tre “umori” o Tridosha della medicina ayurvedica indiana.
L'Emblica Officinalis o Amalaki ha un sapore aspro e può essere associato all'umore Pitta. Amalaki è una potente erba ringiovanente, è un tonico rinfrescante, astringente, moderatamente lassativo. Viene utilizzata nel trattamento di disequilibri a livello metabolico, come ulcere, stati infiammatori a livello intestinale o di stomaco, costipazione o diarrea, congestioni del fegato. L’Amla possiede la più alta concentrazione di vitamina C presente in natura: possiede circa 20 volte il contenuto di vitamina C di una comune arancia. Favorisce la longevità e il sostentamento di tutti i tessuti corporei. Ritarda l'invecchiamento e mantiene la qualità nutriente cellulare.
Terminalia Chebula ha un sapore amaro e corrisponde all’umore Vata. Ha proprietà lassative, astringenti, lubrificanti, antiparassitarie, alterative, antispasmodiche e nervine. e viene utilizzata nel trattamento di stati di costipazione acuta e cronica, irrequietezza, ansia e sensazione di pesantezza fisica. La Terminalia Chebula, nota come “Haritaki”, è una pianta meravigliosamente rinforzante e purificante, ed è considerata la più sacra della regione himalayana. Viene raffigurata tra le mani del Buddha guaritore, ed è anche la pianta sacra del Dio Shiva. L’Haritaki è, all’interno del Triphala, la pianta a maggiore potere lassativo, senza però andare a ridurre le riserve corporee.
Terminalia Bellerica ha proprietà astringenti, toniche, digestive ed antispasmodiche. Il suo gusto primario è astringente, quello secondario è dolce, amaro e pungente. Il suo obiettivo sono i disequilibri associati a Kapha. Il frutto possiede proprietà antibatteriche. E' utilizzato in caso di idropisia, emorroidi, diarrea.Ha una potente azione purgante. Può espellere l'accumulo di muco o calcoli nel tratto digestivo, urinario, circolatorio e respiartorio. E' anche considerato un forte ringiovanente del corpo, specialmente per la voce, vista e capelli.
Il Triphala possiede una formula energetica assolutamente equilibrata, non prevalgono in esse le qualità “calde” né quelle “fredde”. Se assunto con regolarità per un periodo prolungato, lentamente provocherà l’eliminazione e la purificazione dell’ama (tossine) da tutti i tessuti del corpo. Studi scientifici condotti sui tre frutti hanno confermato molti dei benefici che secondo la tradizione gli sono sempre stati attribuiti. Tra questi, l’abbassamento del colesterolo, la riduzione della pressione sanguigna, la stimolazione del flusso circolatorio, il miglioramento del processo digestivo e la regolamentazione del processo di eliminazione delle scorie senza causare alcuna dipendenza da lassativi.
Vi sono due modi di assunzione del Triphala: sotto forma di polvere o in tavolette.
Tradizionalmente il Triphala viene somministrato sotto forma di churna o polvere ed è ciò che io consiglio vivamente poichè la pianta non viene elaborata in alcun modo se non semplicemente fatta seccare e tritare. Verè che non ha un sapore molto gradevole e così può essere in alcuni casi più comodo somministrare il Triphala in tavolette o in capsule.
Il Triphala viene anche largamente impiegato in caso di problemi all’apparato visivo, compreso il trattamento delle congiuntiviti, la miopia progressiva, le prime fasi del glaucoma e della cataratta. In tali condizioni, il Triphala viene assunto giornalmente sia internamente, che esternamente come abluzione per gli occhi. Si mette in infusione un cucchiaio da cucina di polvere o sei tavolette in un bicchiere d’acqua e si lascia riposare durante la notte. Al mattino, si filtra l’infuso attraverso un pezzo di stoffa pulito. L’infuso così ottenuto viene cosparso sugli occhi o utilizzato come collirio.


DECOTTO DI TRIPHALA

Due cucchiaini di Triphala in polvere vengono fatti bollire
 per una decina di minuti in acqua alla sera.
 Il mattino si filtra la bevanda, si divide in due bicchieri
 e si beve fredda un bicchiere al mattino
 e uno alla sera.


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