Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



lunedì 19 maggio 2014

MASSAGGIO THAI vs AYURVEDA

Durante il mio viaggio in Thailandia non ho potuto astenermi dal farmi fare un massaggio tradizionale Thai e di cercare un corso in luogo...
Sono rimasta affascinata da questo massaggio che se eseguito da mani sicure è certamente uno dei massaggi piú belli da ricevere e fare, oltre all'Ayurveda. Ció che comunque mi ha colpito di questo massaggio e altri trattamenti, che le Spa thailandesi propongono, é proprio la somiglianza con il massaggio ayurvedico. Il massaggio tradizionale Thai si avvicina, per lo stretching, al Muriabhyangam ayurvedico accompagnato da pressioni su punti marma e punti energetici sui meridiani della medicina tradizionale cinese.
Per parecchi secoli la Thailandia è stata largamente influenzata dalle culture prima indiana e poi cinese. La cultura indiana si può riconoscere nel linguaggio, nella letteratura, nella religione, nei massaggi, mentre quella cinese è riconoscibile dall'architettura delle abitazioni tradizionali e dal cibo.
Il filo conduttore tra queste tre realtà è il Buddhismo, importato in Thailandia dal re indiano Asoka, che fece costruire numerosi templi in onore di Buddha.
Il massaggio Thai si diffuse nel paese attraverso la divulgazione del Buddhismo e grazie all'opera del medico ayurvedico Jivaka Kumar Bhakta, che il popolo Thai chiama affettuosamente "Papà dottore" o "Medico di Buddha", che si basò sulla tecnica ayurvedica e sulla tradizione yoga.
Il nome di questo medico è noto in Thailandia per aver portato anche la conoscenza delle proprietà curative delle erbe e dei minerali, l' uso di terapie e trattamenti come i bagni di vapore e il Pindasweda che viene tutt'oggi proposto nelle Spa.
Questo medico è talmente amato in Thailandia da essere ricordato ancora oggi in cerimonie religiose o Bucha (in sanscrito Puja) durante le quali viene cantata una preghiera in lingua Pali: "OM NAMO JIVAKA....", in cui Jivaka viene considerato come il simbolo dell'unità cosmica.
I metodi e le pratiche di un sistema terapeutico impostato sul concetto di cura preventiva della salute è basato su pratiche di disintossicazione dell'organismo, norme alimentari e massaggi, vennero trascritte in Thailandia su foglie di palma, a salvaguardare una millenaria tradizione orale. Tale raccolta è stata purtroppo perduta nel 1776 in seguito ad una invasione, ma una piccola parte è stata salvata e raccolta dal re Thai Rama III, regnante in Thailandia, e che favorì lo studio e la creazione di lastre in pietra con la figura umana incisa. Su questa figura i punti terapeutici venivano individuati su linee energetiche che corrono lungo il corpo, che in lingua Thai Sono chiamate Sen.
Le prime e nonchè principali, nella nomenclatura Thai, Sumana, Itta e Pingkala. È evidente la corrispondenza alle Nadi indiane Sushumna, Ida e Pingala. Questo ancor più a sottolineare una derivazione dal massaggio ayurvedico.
Lo stesso Jivaka, che ricorda simbolicamente tutti i Rishi vedici, aveva i segni distintivi del mistico indiano. L'iconografia lo evoca nella veste color zafferano, il mala, la barba fluente, la statura e i tratti somatici del viso tipici della razza vedica.
Le lastre in pietra si possono ancora oggi ammirare sulle pareti del tempio Wat Po a Bangkok, che non a caso è ancor oggi uno dei piú importanti centri per la diffusione del massaggio Thai.