Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



venerdì 24 gennaio 2014

ABHYANGAM : ad ogni costituzione il suo massaggio

Il massaggio Abhyanga è la tecnica più antica e diffusa per alleviare dolori in genere. Nella zona del Kerala è ancora un' arte fiorente, soprattutto per correggere i disturbi dei dosha. Armonizzando i tre umori biologici, Vata, Pitta e Kapha attraverso differenti manualità, si eliminano tossine dal corpo, fisiche e mentali, creando un flusso emozionale positivo che apporta benessere a tutte le sfere del corpo fisico e sottile. Il massaggio è accompagnato dall'uso di oli medicati caldi, che con manualità armoniche creano calore nel corpo permettendo la fuoriscita di sostanze di rifiuto. Il primo effetto percepibile sul corpo è una sensazione di rilassamento profondo e leggerezza. Nel lungo termine, se ci si sottopone regolarmente al trattamento, si può ottenere una rigenerazione dei tessuti del corpo e degli organi interni, l'ottimizzazione della circolazione sanguigna e linfatica, la regolarizzazione intestinale, promuovendo vitalità, forza fisica e concentrazione.

"Spazio, Aria, Acqua, Fuoco e Terra. L'eterna ricerca dell'equilibrio.
Premendo i punti sulle dita dei piedi si diminuisce o aumenta l'energia degli elementi che sono in squilibrio"

 
Affinchè avvenga l'armonizzazione degli umori, si scelgono oli medicati e manualità idonee ad equlibrare uno specificio dosha. In base a queste scelte si possono identificare tre tipi di massaggio:

VATA ABHYANGA

Si tratta di un massaggio delicato e lento volto al riequilibrio del dosha Vata. E' un massaggio che insiste molto sul massaggio alla schiena, andando così a rilassare il sistema nervoso. Le manualità vengono svolte dall'alto verso il basso per permettere la fuoriuscita di questa energia attraverso strofinamenti che, producendo calore, migliorano la mobilità delle articolazioni e stabilizza la mente.


PITTA ABHYANGA

Si tratta di un massaggio a velocità moderata attraverso l'accarezzamento e l'avvolgimento che terminano verso le estremità del corpo. E' un massaggio svolto con oli rinfrescanti, come quelli a base di cocco e che si concentra soprattutto nell'area addominale, andando a sciogliere i  blocchi emozionali e l'eccesso di acidità di cui Pitta spesso soffre.


KAPHA ABHYANGA

Manualità vigorose come l'impastamento e il pompaggio accompagnano questo tipo di massaggio volto a rinvigorire e snellire il corpo. I movimenti sono tutti rivolti all'interno  verso il cuore. Salendo dai piedi si porta l'energia verso l'alto in corrispondenza delle ghiandole linfatiche. E' un massaggio profondo e drenante.


Questo trattamento ha una durata di circa 90 minuti
Entro 3/4 d'ora dal massaggio è consigliabile un bagno caldo
Prima di iniziare il trattamento è utile sottoporsi alla valutazione del proprio dosha per individuare il massaggio più idoneo.
Per info e appuntamenti medicinaperlanima@hotmail.it

sabato 11 gennaio 2014

KICHADI RISCALDANTE

I kichadi rappresentano l'essenza del metodo curativo e nutritivo ayurvedico.
Sono generalmente stufati molto semplici da realizzare a base di riso basmati e Dal mung, ingredienti che risultano adatti per ogni dosha.
I Kichadi hanno diverse varianti a seconda delle erbe usate, delle spezie e delle verdure aggiunte.
Sono il cibo principale nella terapia del Panchakarma per la loro facile digeribilità e assimilazione.


La ricetta che vi propongo ha un potere riscaldante e quindi è ottima per il periodo invernale, ma anche autunnale.

E' adatta a tutti i dosha, ma in particolare mitiga Vata e Kapha.




NUTRIRSI IN ARMONIA CON LE STAGIONI: L'INVERNO



Secondo una prospettiva ayurvedica , le costituzioni si equilibriano e si squilibriano con il naturale mutamento delle stagioni. Questi cambiamenti possono essere alleviati con avveduti mutamenti nella dieta e nello stile di vita.
Ogni stagione è caratterizzata da uno o più dosha che predominano, ed in inverno è Kapha che prevale.


Nei soggetti in buona salute, in questo periodo, la digestione è accresciuta, poichè la capacità di contrarre del freddo di fatto concentra Agni, rendendolo più forte. E' il periodo dell'anno in cui possiamo permetterci di assumere cibi più pesanti ed in maggiore quantità e di bandire assolutamente i digiuni o le diete drastiche, i cibi freddi, secchi ed o troppo asciutti e nemmeno esagerare con i cibi dolci o troppo salati.
E' il tempo per mangiare cereali cotti, caldi, come avena, riso, zuppe e alimenti con alto contenuto proteinico, come ad esempio, i legumi, gli infusi caldi, il miele e il latte caldo.


Molte persone ingrassano in questo periodo dell'anno a protezione per l'abbassamento di temperatura dovuta al clima. Questa tendenza può essere equilibrata con consapevolezza in modo da non ingrassare troppo. Ciò che caratterizza questa stagione è anche l'abbondanza di muco, sottoforma di raffreddori, tossi ed influenze...ma niente paura! Sappiate che è un procedimento atto a preservare le funzioni vitali del corpo durante questa fredda stagione. Infatti il muco ingloba virus e batteri tenendoli lontani dai tessuti sani.

Allora perchè non alzare le nostre difese immunitarie con una buona tisana a base di Echinacea?

venerdì 10 gennaio 2014

TISANA AYURVEDICA INVERNALE

Quest'anno per fortuna non è uno degli inverni più freddi, ma il freddoloso di turno c'è sempre e comunque si sa...la stagione invernale ha la capacità di avvicinare tutti ad un caldo e confortevole focolare. E allora perchè non farlo con una tisana dal gusto deciso, riscaldante e nel contempo curativa!
Quella che sto per proporvi è una ricetta tipicamente indiana!





                                                    Armatevi allora dei seguenti ingredienti:

- una radice di ZENZERO

- una stecca di CANNELLA

- qualche bacca di CARDAMOMO

- CHIODI DI GAROFANO

- una radice di LIQUERIZIA

- una manciata di PEPE NERO

- una stecca di VANIGLIA

- MORTAIO


PROCEDIMENTO : pelate la radice di zenzero, grattuggiatela e togliete il guscio alle bacche di cardamomo. Nel mortaio inserite tutti gli ingredienti e cominciate a pestarli finchè non raggiungono la consistenza quasi di una polvere. Mettete il tutto a bollire in una pentola per almeno 10/15 minuti. Dopo di chè filtrate il tutto e servitelo caldo.


Le proprietà di questa tisana sono molteplici...Innanzitutto come ho detto ha un Virya riscaldante ed è quindi ottima per mitigare la freddezza che caratterizza Vata e Kapha soprattutto nella stagione fredda e poi ha un forte effetto digestivo, ma non solo...lo zenzero e i chiodi di garofano sono dei potenti antinfiammatori naturali che alleviano i malanni di stagione!

ERBE E SPEZIE IN AYURVEDA

Nella cucina occidentale, le spezie vengono usate in piccole quantità, soprattutto per rendere più saporito il cibo, ma in Ayurveda l'approccio è completamente diverso.
L'arte di usare le spezie e la conoscenza del potere curativo delle erbe aromatiche, fiori, cortecce e semi sono aspetti essenziali dell'Ayurveda. Esse vengono usate sia in cucina che sottoforma di integratori a scopo curativo. Nella cucina ayurvedica le spezie rivestono, per tradizione, un ruolo centrale, perchè contengono "agni concentrato", ovvero una capacità digestiva in forma potenziata: esse sono in grado di rafforzare e stimolare gli organi e le ghiandole del sistema digerente. Il gusto base delle spezie è per la maggior parte piccante: esse fungono quindi da "combustibile" per accendere il fuoco della digestione. Non solo stimolano l'appetito e i succhi gastrici, ma svolgono anche un'attività espettorante e attivatrice del metabolismo, favorendo così la perdita di peso, la sudorazione e aumentano la temperatura corporea.
Molte rafforzano il sistema immunitario, altre hanno proprietà disinfettanti, antibiotiche e antisettiche. Altre ancora sono diuretiche o antiallergiche. Ogni spezia possiede uno spettro d'azione e un potere curativo del tutto peculiari.
Spezie ed erbe aromatiche rappresentano uno strumento efficace per regolare i tre dosha, poichè il senso del gusto entra in una comunicazione molto intensa con essi e a seconda del loro Virya, ovvero l'effetto riscaldante o rinfrescante che esse scatenano all'interno del nostro corpo, si possono avere benefici differenti. Le piante aromatiche contengono vari principi curativi, la cui azione è nota alla medicina tradizionale da centinaia di anni, ma è ancora poco studiata dalla moderna medicina allopatica.
Per compensare i dosha in maniera semplice ed equilibrata, l'Ayurveda prescrive speciali miscele di erbe aromatiche e spezie dette "Churna", che prendono il nome proprio dai dosha che esse pacificano e normalizzano e che possono essere usate anche come condimenti per gli alimenti. Utili sono anche gli infusi o i decotti. L'ayurveda propone infatti bevande adatte ai vari cibi, ai vari disturbi, ai dosha.

Sarà un immenso piacere per me condurvi alla loro conoscenza e proporvi semplici ricette per il benessere di anima e corpo...


"Entrate in un giardino di piante, d'erbe, di fiori..."
Giacomo Leopardi, Zibaldone

giovedì 9 gennaio 2014

OLIO PER LA PULIZIA NASALE (Anu Tailam)


La pulizia nasale o Nasyam, per l'Ayurveda, rappresenta una delle cinque azioni principali del Panchakarma, ovvero delle terapie di purificazione del corpo, ma rappresenta anche una terapia a sè stante.
E' un trattamento benefico per tutti i dosha ed in particolare per i disturbi legati a Vata e Kapha.
I dosha in eccesso che si sono accumulati nella gola, nel naso, nei seni paranasali e nella testa vengono rimossi con questa terapia, soffiando delle sostanze nelle narici o inserendo particolari oli.
E' molto utile soprattutto nel periodo invernale o primaverile, periodi in cui si soffre maggiormente di disturbi come raffreddori o congestioni da allergie da fieno.

Esistono diverse ricette a proposito di questo olio. Io uso solitamente come base l'olio di sesamo con l'aggiunta di RADICI DI LOTO, LIQUERIZA, LEGNO DI SANDALO e CRESPINO raccolti o comunque comprati in erboristeria, che posso poi far bollire o mettere a macerare direttamente nell'olio per cicrca 21 giorni alla luce del sole in un recipiente in vetro ben sigillato, creando così un oleolito.
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PERCHE' LA RADICE DI LOTO...

sembra impossibile che una pianta che nasce e cresce in acque stagnanti possa dare alla luce un fiore così candido...Ma proprio per questo motivo esso è da sempre il simbolo della purezza.
Considerato sacro da induisti e buddisti, lo ritroviamo anche nelle rappresentazioni dei chakra, ovvero i sette centri del sistema energetico del nostro corpo sottile.
A tutta la pianta nel suo insieme vengono attribuite diverse virtù tra cui l'aspetto curativo.
L'antica saggezza orientale ci consiglia l'utilizzo della radice di loto per le sue azioni antifebbrifughe, antidiarroiche, emollienti e catarrali. Ha un effetto benefico soprattutto sul sistema respiratorio: essa infatti aiuta l'organismo a rendere il muco, presente in questa zona del corpo, più fluido favorendone la fuoriuscita.
E' ottimo anche per farne dei decotti.


LA LIQUERIZIA...

a quanto pare la presenza di muco sembra essere un disturbo legato a Kapha dosha. La sua produzione avviene quando il nostro stomaco, una delle sedi di Kapha, è sovraccarico di tossine dovute ad un'alimentazione scorretta.
La liquerizia ha la potente funzione di mitigare gli squilibri a livello digestivo, prevenendo le ulcere e le gastriti. Ma non solo...
Le sue proprietà sono conosciute da ben oltre 6.000 anni! E' un potente antinfiammatorio , cicatrizzante, lassativo, protettore dei vasi sanguigni, ha un effetto saziante, perciò è indicata come ottimo coadiuvante nelle diete, antivirale e coadiuvante nelle patologie riguardanti il sistema respiratorio grazie alla sua azione emolliente.


IL LEGNO DI SANDALO...

 il legno di Sandalo è in uso in India da millenni...viene bruciato all'interno dei templi, viene usato per realizzare mobili, distillato per creare oli essenziali dal piacevolissimo profumo, viene usato nella cosmesi. Le funzioni in realtà sono benefiche più a livello sottile che sul piano fisico. E' vero che il legno di sandalo è un antinfiammatorio e decontratturante, ma è soprattutto un potente rilassante capace quindi di intervenire sul riequilibrio del sistema nervoso. Usato in particolare durante la meditazione.


IL CRESPINO...

anche il Crespino è una di quelle piante conosciute sin dall'antichità per le sue proprietà curative, note anche agli Arabi. Nasce per lo più in aree boscose. E' una pianta molto resistente alle temperature. E' antifebbrifugo, ha proprietà toniche e stimola il fegato, diuretico e astringente. Viene usato anche nei casi di disturbi gastrointestinali.








TRA ORIENTE ED OCCIDENTE - L'influenza della filosofia indiana su quella greca

Come è noto nel corso dell'evoluzione storica spesso è accaduto che la tendenza dell'umanità a classificare, per ignoranza, entro determinati schemi, tutto ciò che appare " diverso-inconsueto-anomalo ", si è poi tradotta in scelte di ordine politico, usate per giustificare ideologicamente l'assoggettamento o addirittura lo sterminio di interi popoli. Si pensi alla pratica del colonialismo, fatta passare per una missione umanitaria e civilizzatrice a vantaggio delle nazioni più arretrate. L'ideologia, in sostanza, speculava su difficoltà di tipo gnoseologico. In genere poi, la storiografia moderna e contemporanea interpreta la filosofia greco-latina basandosi sui pregiudizi evoluzionistici correnti senza considerare minimamente il punto di vista degli antichi e fra molti stereotipi che abbiamo saputo creare, vi è quello secondo cui i modi di pensare occidentale e orientale sarebbero del tutto divergenti: si è convinti che la filosofia orientale di filosofare sarebbe prevalentemente caratterizzato da idealismo, irrazionalismo, introversione, cosmocentrismo e pessimismo ai quali si opporrebbero il materialismo, il razionalismo, l'estroversione, l'antropocentrismo e l'ottimismo ritenuti tipici dell'Occidente.
La formazione stessa della classicità greca risale alla contrapposizione tra Oriente ed Occidente, codificata nel V secolo a.C. da Erodoto di Alicarnasso, che sottolinea con estrema chiarezza le diversità che l'Asia rappresentava allora rispetto alla Grecia classica, matrice indiscussa dell'intera civiltà occidentale. Le frontiere che Erodoto fissa per il mondo asiatico sono rimaste quasi invariate, dopo 25 secoli, nonostante la violenza degli avvenimenti storici e la profondità degli sterminati sconvolgimenti che hanno investito i popoli dell'Eurasia. Erodoto vive in un'epoca nella quale Atene raggiunge il più alto livello culturale, tanto da riassumere in sè tutta la "grecità" classica. Da questa base Erodoto stabilisce e giudica le differenze sociali, morali e di comportamento rispetto all'Asia, dando vita ad uno schema che resta quasi immutato nel corso dei secoli, anche se l'intreccio degli avvenimenti storici si complica  di continuo per il mutare dei protagonisti, per l'intrecciarsi di spinte e di reazioni eterogenee, perfino per il continuo mutare o modificarsi delle zone "calde" ove l'Europa e l'Asia si incontrano e si scontrano. Eppure Erodoto aveva sul mondo asiatico conoscenze quanto mai incomplete e si muoveva mentalmente in una geografia distorta e monca: conosceva con molta precisione il mondo scitico, semitico e persiano, ma ignorava addirittura l'esistenza dell'Estremo Oriente.

lunedì 6 gennaio 2014

LA MAGIA DEL TOCCO - Il massaggio come gesto d'amore

"Ayam me asto Bhagavan
Ayam me bhagavattarah
Ayam me visvabheshajah
Ayam shivabhimarshanah"

La mia mano è il Signore.
La mia mano è infinitamente felice.
Questa mano conosce tutti i segreti di guarigione.
Essa dà la salute con il suo tocco gentile.
- Rig Veda



Il fatto di prendersi cura di sè amorevolmente, di ascoltarsi sempre, osservando i minimi cambiamenti sia fisici che emozionali, darà quasi sempre gli spunti giusti per gestire la propria quotidianità. La chiave dell'autoguarigione è la conoscenza di se stessi.
In tutte le culture, così come in quella indiana, le mani assumono un ruolo ricco di significati religiosi, mistici e curativi. Tutto ciò che viene espresso dall'interno del corpo verso l'esterno si manifesta come una grande energia e un dono che ci collega con un mondo fatto di forme, sensi, luce e vita. La mano può raccontare una storia, rappresentare i sentimenti più profondi ed esprimere amore puro e incondizionato con una carezza, un tocco, uno sfioramento, un segnale. Questo perchè rappresenta tutti gli elementi condensati e raggruppati in una danza che dà vita alla creazione, come quella del Dio Shiva. La mano racchiude due principi importanti: azione e creazione. La gestualità vedica, eseguita in diversi rituali, permea a livello sottile l'uso delle mani nel massaggio, quasi a decifrare una geometria sacra che si collega alle leggi del cosmo. Si tratta di un donare continuo e incondizionato senza giudizio o aspettative. Quando conosci profondamente un massaggio, il novanta per cento si esegue attraverso l'amore, il resto attraverso la tecnica. Basta il contatto d'amore perchè il corpo si rilassi.
Nella tradizione ayurvedica il massaggio è considerato una tecnica essenziale per conservare la buona salute e la bellezza quanto la buona dieta e buone abitudini di vita. Per molti indiani il massaggio è parte integrante della routine giornaliera. Non c'è da meravigliarsi se le donne indiane sono conosciute per la loro grazia naturale e per il loro fascino.
Secondo Vagbhata (Astanga Hrdaya: Sutra 2; 7-8), una persona che voglia conservare e promuovere la propria salute o prevenire e curare i propri disturbi, dovrebbe utilizzare la terapia del massaggio ogni giorno.
Nel mondo moderno occidentale non capita spesso di avere uno stile di vita semplice e di poter godere di spazi dedicati a noi stessi nell'arco della giornata, ma possiamo ovviare a ciò usando questo bellissimo strumento.
Un buon massaggio può dare molti benefici tra cui sentirsi giovani e belli, vitali e in buona salute. Quindi è bene concedersi un massaggio il più spesso possibile e se questo non fosse possibile, basterebbe un automassaggio ad almeno testa e piedi.
Il beneficio del massagio è descritto nell'Ayurveda per mezzo di differenti immagini metaforiche. Il corpo viene paragonato ad un albero. Se alla radice di esso viene data acqua regolarmente, esso vivrà per lungo tempo. Se il corpo di un individuo viene oliato correttamente con il massaggio, allora vivrà a lungo senza alcun disturbo da deterioramento.

BENEFICI:

Dona lucentezza alla pelle
Tonifica e rilassa il tessuto muscolare
Nutre la pelle
Dona al corpo una forma piacevole
Aumenta il flusso che ossigena i tessuti
Scarica i prodotti di rifiuto da tutto il corpo
Aumenta la resistenza fisica del corpo alle malattie
Rafforza il sistema immunitario
Rende il corpo leggero ed energico
Toglie le rigidità articolari
Migliora il sistema nervoso
Aumenta il vigore e la vitalità sessuale
Corregge il flusso dell'energia elettromagnetica nel corpo
Migliora la concentrazione e l'intelligenza
Crea consapevolezza
Dona fiducia e volontà
Ringiovanisce


I massaggi e i trattamenti che svolgo in studio sono:

Abhyangam - massaggio per riequilibrare il proprio dosha
Neerabhyanga - massaggio linfatico
Marmabhyanga - massaggio energetico sui punti Marma
Muriabhyanga - massaggio articolare
Pranico Keraliano - massaggio energizzante
Shiroabhyanga - massaggio alla testa, collo e spalle
Mukabhyanga - massaggio del viso
Padhabhyanga- massaggio ai piedi
Midiabhyanga - massaggio eseguito con i piedi
Anulomabhyanga - massaggio arterioso
Vilomabhyanga - massaggio venoso
Garbabhyanga - massaggio Ayurvedico per la donna in gravidanza
Shantala - massaggio neonatale ( corsi per mamme )
Massaggio di riequilibrio energetico sui punti riflessi dei chakra e chakra
Ratnabhyanga - massaggio con le pietre preziose
HotStone Therapy Ayurvedico
Massaggio sonoro con le campane tibetane

Ubatan - maschere purificanti per il viso
Udvartanam - peeling per il corpo
Pinda Sweda - tecnica di fomentazione con boli caldi, erbe spezie o riso
Udgarshana - massaggio dimagrante a secco con polveri di erbe e spezie
Shirodhara - colata continua d'olio sulla fronte
Hennè - trattamento rinforzante per i capelli
Vasti - cataplasmi su aree del corpo (occhi, petto, ventre, spalle, ginocchia, schiena, testa) per disturbi come gonfiori o dolori in genere
Pizichil - unzione del corpo



Oltre l'Ayurveda....sedute di Theta Healing 




OLI VETTORE PER MASSAGGI

Esistono diversi tipi di massaggio ayurvedico che si praticano a mani nude, con o senza oli; quelli praticati con gli oli sono più benefici, perché l'olio rende la pelle più luminosa e morbida, proteggendola, nutrendola e alleviando i problemi cutanei legati all'invecchiamento. Gli oli semplici sono gli oli base, chiamati oli vettore, a cui si possono aggiungere oli essenziali o erbe, fiori, spezie ecc...



ELENCO DEGLI OLI

OLIO DI ALBICOCCA:
ha proprietà rivitalizzanti, tonificanti, nutrienti ed addolcenti. Rende la pelle luminosa e ne ritarda l'invecchiamento. Ha un effetto riscaldante ed è adatto alle pelli sensibili e delicate.
Indicazione ayurvedica: Tridoshico - vpk-

OLIO DI AVOCADO
Ricco in vitamine A,D,E, ha proprietà idratanti e rigeneranti. Adatto alle pelli secche e devitalizzate. Eccellente antirughe è ottimo anche per rinforzare i capelli fragili e secchi.
Indicazione ayurvedica: VK-, P+

OLIO DI COCCO
Contiene numerosi acidi grassi tra cui l'acido Laurico, Miristico, Palmitico, Linoleico dal potente effetto idratante, emolliente e nutriente. A temperatura ambiente tende a solidificarsi, per cui è necessario scioglierlo a bagnomaria in acqua calda.
È ottimo anche per rendere luminosi e morbidi i capelli. Ha una forte azione rinfrescante, per questo è particolarmente adatto per Pitta.
Indicazione ayurvedica: P-, KV+

ALIMENTAZIONE AYURVEDICA - principi generali

Ed egli venne a sapere che il cibo era Brahman.
Dal cibo nascono tutti gli esseri, vivono per mezzo del cibo e nel cibo ritornano
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Taittiriya Upanishad 3.2



L'Ayurveda insegna che il cibo è Prana, ovvero forza vitale, e che la vita è una continua ricerca di nutrimento. Secondo le parole di un proverbio sanscrito, “La vita sfrutta la vita”, nel senso che ogni creatura si mantiene viva consumando altri esseri viventi.
Agli occhi della Natura tutti gli esseri hanno uguale diritto di esistere, e se intendiamo mantenerci in armonia con essa non dovremmo uccidere i suoi figli a cuor leggero. Prendere la vita di un altro essere, anche un vegetale, è un atto da compiere con attenzione sincera circa il suo significato. Infatti anche i vegetali dispongono di organi di senso la cui attività prosegue anche dopo l'estirpazione. Infatti gli antichi sostenevano che la carota che schiacciavano per ricavarne il succo o il cavolo che tagliuzzavano per la cottura avvertivano il dolore e il terrore di essere uccisi smembrati al pari di un animale.
Ben pochi di noi conducono un'esistenza che potrebbe rendere orgogliose le creature sacrificate ogni giorno per mantenerla, perciò ecco che mangiare è considerato, in Ayurveda, un'azione sacra, un'offerta propiziatoria resa dal fuoco digestivo allo spirito umano che ivi dimora. Il cibo ingerito abbandona la propria esistenza individuale e subisce una trasformazione per poter partecipare alla più vasta esistenza del corpo umano. L'Ayurveda definisce un vero e proprio mistero, se non un miracolo, la trasformazione di ciò che è “altro da noi” in una parte del nostro organismo.
Il materiale alimentare non digerito che resta in circolo provoca una reazione infiammatoria, mentre il cibo prima digerito e poi assimilato si sottopone umilmente alla trasformazione in un nuovo tessuto organico.
In Ayurveda ogni sostanza può essere alimento, medicina o veleno. E' alimento ciò che nutre il corpo, la mente e lo spirito. E' medicina ciò che migliora la digestione e quindi il nutrimento dei tessuti o dhatu. E' veleno ciò che ostacola la digestione e disturba quindi la nutrizione.

domenica 5 gennaio 2014

IMPRONTE



"L'uomo era morto, rigido, lavato, avvolto in un bianco sudario. Il suo spirito vagava nello strano spazio che fa seguito al tetro tuffo. Aveva appena lasciato una vita, una storia, un mondo.
Mentre veniva inghiottito dalla spirale luminosa che via via gli si materializzava davanti, gli tornò in mente la sua avventura umana. La vide simile a passi che si imprimevano nella sabbia, leggeri quando la vita era semplice o oscillante di gioia, pesanti e profondi nei giorni di sconforto.
Il suo attaccamento a Dio non era mai venuto meno,era vissuto in uno stato di memoria permanente. Non aveva mai dimenticato l'Essere. Perciò il Signore lo aveva accompagnato ovunque. Ne vide le tracce accanto le proprie. Sorrise. Poi, contemplando ancora il suo cammino, si accorse che le doppie tracce non erano costanti. Dio aveva attraversato con lui le sue gioie, ma nei giorni di infelicità, lui, l'essere umano, il pover'uomo, aveva dovuto camminare senza alcuna compagnia.
La sua anima agonizzante si rivolse a Dio:

- Signore, perchè mi hai abbandonato? Vedi come stavo male, com'ero solo!

Dio, sempre accanto a lui rispose:

- Guarda meglio le impronte dei passi: quando eri allegro ti ero accanto, ma quando soffrivi, quando ti sfinivi nell'affrontare le difficoltà del mondo e non ti reggevi più in piedi, ti portavo in braccio!"

OLI MEDICATI, DONO DEGLI DEI

I Tailam (oli medicati) rappresentano uno dei migliori strumenti nella preparazione di gran parte delle sostanze utilizzate nelle terapie di oleazione o unzione interna ed esterna.
La loro preparazione richiede molto lavoro, dovuto prima alla raccolta di erbe fresche e poi alla loro essicazione al sole.
Le piante vengono raccolte seguendo metodi rigorosi e sono sottoposte ad un processo di decozione che può durare più settimane. Come risultato finale si ha la massima potenza e qualità di ciò che la natura stessa ci offre.
Le proprietà delle piante vengono rese disponibili a un alto livello energetico, poichè l'Ayurveda prende in considerazione l'effetto post-digestivo dell'olio medicato prima dell'applicazione sul corpo, il tempo di assorbimento, le proprietà rilasciate con l'obiettivo di mitigare il dosha squilibrato.
Anticamente l'olio veniva adoperato per le occasioni rituali e per festeggiare alcune ricorrenze importanti come la nascita, il matrimonio e la morte; in queste fasi della vita dell'uomo, nella cultura indiana, il processo di unzione ha sempre avuto una grandissima importanza rituale a tal punto da essere considerato un processo naturale della vita quotidiana.

AROMATERAPIA

Salve a tutti e benvenuti sul mio blog interamente dedicato alla promulgazione del benessere secondo l'antica tradizione ayurvedica.
Questo blog vuole essere uno spunto per chi già conosce la materia o per chi invece vuole avvicinarsi ad essa.

Quando ci troviamo, nel corso della vita, a fare delle scelte spesso esse riguardano la nostra salute. Il lavoro sinergico di Ayurveda e aromaterapia offre una speranza per la guarigione dell'umanità.

CONOSCI LA TUA COSTITUZIONE CON L'AYURVEDA. Esegui il test

L’equilibrio è la chiave per una buona salute.
Il fatto che ogni individuo sia differente dagli altri è uno degli aspetti fondamentali della diagnostica e del trattamento dell'AYURVEDA.
È certo ovvio che ogni individuo è un’unità irripetibile ed unica in natura e differente dagli altri. La conoscenza contenuta nei testi dell'Ayurveda ci spiega "il perché" di questa differenza. Essa viene chiamata costituzione individuale. Se riuscissimo a conoscere la costituzione individuale specifica, o tipo di costituzione psico-fisica, potremmo allora capire ed apprezzare tali differenze e scoprire quale dieta, esercizio fisico, stile di vita, etc., siano i più adatti ad ogni persona.
Secondo la visione dell’AYURVEDA le molteplici funzioni del corpo, dalle più grossolane alle più sottili, sono governate da tre principi metabolici fondamentali chiamati DOSHA: Dosha Vata, Dosha Pitta e Dosha
Secondo l'Ayurveda per raggiungere una salute ideale è indispensabile creare equilibrio tra queste tre funzioni o dosha, cioè creare e mantenere l’equilibrio della propria costituzione.
Mantenere l'equilibrio della propria costituzione significa mantenere la giusta proporzione e il giusto rapporto tra i tre principi fisiologici basilari Vata, Pitta e Kapha. Questi principi possiedono speciali qualità e controllano specifiche funzioni nella fisiologia.

sabato 4 gennaio 2014

PRINCIPI DI AYURVEDA: DOSHA, PRAKRITI E VIKRITI

Per capire cosa sono i dosha e da cosa sono formati è bene che vi introduca le basi su come l'Universo si sarebbe formato. Secondo l'Ayurveda l'Universo si è sviluppato dal “non manifesto” o Avyakta, composto dalla materia prima detta Prakriti e da una prima coscienza detta Purusha. Avyakta possiede due qualità che si ritrovano riflesse nel nostro corpo vivente: Buddhi che corrisponde all'intelletto e dal qual prende nome il Principe Siddharta, noto come Buddha, proprio perchè riuscì ad espandere il suo intelletto e a superare gli inganni di Ahamkara, ovvero l'Ego, la seconda qualità di Avyakta. L'ego possiede tre qualità dette Guna: Sattva (purezza), Rajas (dinamismo), Tamas (inerzia). Queste tre forze governano l'Universo, ma delineano anche la predisposizione mentale dell'uomo che come vedremo sarà importante per determinare la costituzione individuale dell'uomo stesso. Sattva esprime assenza, comprensione e purezza e perciò le persone sattviche avranno corpi sani, comportamenti e coscienza molto puri o comunque appropriati e in sintonia con i principi morali. Sono credenti, religiose e spesso hanno dei doni. Rajas implica movimento, perciò aggressività ed estroversione. Le persone rajasiche si interessano agli affari, alla prosperità, al potere e al prestigio e ad una buona posizione sociale. Sono generalmente estroversi e sono soggetti ad improvvisi cambiamenti di credo religioso. Tamas si manifesta nell'ignoranza, nell'inerzia e nell'ottusità. Le persone tamasiche sono indolenti, egoiste, capaci di distruggere gli altri. Hanno generalmente poco rispetto per il prossimo e non sono religiose. Le loro attività sono molto egocentriche. Le Guna Tamas e Rajas si combinano tra loro producendo i quanti di energia che a loro volta producono i 5 Mahabhuta ovvero i 5 Elementi: Etere, Aria, Acqua, Fuoco e Terra. Essi entrano nella struttura di tutto il mondo materiale e vengono da noi percepiti per mezzo degli organi di senso. Per fare un esempio...gli occhi ci aiutano a vedere le cose e la loro attività è definita Rupa. Ciò che corrisponde alla vista corrisponde alla percezione di Tejas ovvero il Fuoco. L'attività del naso, l'odorato, è detta Gandha e corrisponde a Prithvi o Terra. L'udito è legato ad Akasha o etere, poiché, se non lo sapete, dal famoso big bang da cui è nato l'universo si sarebbe originato un suono primordiale che in India è noto come Om e tra l'altro è anche un suono sacro. Al tatto corrisponde Vayu o aria. Rasa, ovvero il gusto, è percepito dal 5 organo di senso, la lingua e il suo corrispondente è Jala o Acqua. Secondo la filosofia vedica si può dire che tutto l'Universo e il suo funzionamento corrisponde alla percezione che noi ne abbiamo attraverso i 5 organi di senso. I 5 Mahabhuta combinandosi con mente ed anima danno vita alle 3 forze vitali che determinano la Prakriti dell'uomo, ovvero i Dosha Vata, Pitta e Kapha e non a caso i 5 elementi trovano una collocazione ben precisa nel nostro corpo in quantità stabilite alla nascita. Etere risiede nella bocca, nel naso, nel tratto gastrointestinale, nell'apparato respiratorio, nell'addome, nel torace, nei capillari e nei vasi linfatici, nei tessuti e nelle cellule. Aria è situato nei movimenti dei muscoli, nelle pulsazioni del cuore, nelle pareti dello stomaco e negli intestini. Fuoco risiede nell'apparato digerente, nella temperatura corporea, nella vista, nei sistemi metabolici ed enzimatici. Acqua si trova nelle secrezioni gastriche, nelle ghiandole salivari, nelle mucose, nel plasma e nel citoplasma. Terra è situata nelle solide strutture delle ossa, nelle cartilagini, nelle unghie, nei muscoli, nei tendini, nella pelle e nei capelli. Quando i cinque elementi, a causa delle influenze dovute alla naturale variabilità della vita perdono il loro equilibrio originario, assumono il ruolo di Dosha.

STORIA DELL' AYURVEDA

Esistono tradizioni che affondano le proprie radici nella notte dei tempi, riportandoci ai primordi della civiltà umana. Tra queste ritroviamo proprio la cultura indo-vedica da cui nasce e si sviluppa l'Ayurveda, la medicina tradizionale dell'India. Cercare di ridurre la tradizione di una civiltà come quella indiana ad un semplice prodotto commerciale cosmetico è un'operazione al quanto indignante, in quanto in realtà questa scienza conosciuta in Occidente solo per i suoi massaggi, rappresenta un vero e proprio sistema medico antichissimo intriso da filosofia, cultura e norme sociali che invitano l'uomo a riappropriarsi della propria essenza attraverso l'esistenza:quella di tutti i giorni. Pensieri ed azioni devono riflettere il Se' interiore, il direttore d'orchestra che governa tutti gli organi del nostro corpo, le sue funzioni, i pensieri e la mente. Il sistema di cure è molto semplice: erbe, infusi, massaggi, pratiche quotidiane, esercizi fisici, cura del corpo, dieta e meditazione. L'India in cui ebbe origine L'Ayurveda ci è in gran parte sconosciuta. Sappiamo però che la fertile Valle dell'Indo ospitava molte città stato nel periodo tra il 3500 e il 1500 a C. in quella che oggi è considerata una delle cinque culle della civiltà. E' noto che queste città erano solide, raffinate, con un commercio ed una rete urbana ben sviluppati, tanto è che i centri principali di questa civiltà, le città di Harappa e Mohenjodaro, erano concepite secondo un ordine politico coerente e ben definito. Disponevano di un avanzato sistema di fognature e un livello sanitario particolarmente elevato, che trova riscontro nell'attenzione riservata dalla letteratura vedica ai principi di igiene. La conoscenza ayurvedica sorse proprio da questa sofisticata cultura. Non è semplice presentare questo genere di disciplina ad un pubblico così lontano per cultura all'ambiente nella quale si è sviluppata e in un arco molto breve, tuttavia in questa breve chiacchierata cercherò di esporre alcuni dei concetti fondamentali dell'ayurveda delineandone alcune tracce del suo excursus storico. Nell'estremo oriente l'ayurveda, così come la medicina tradizionale cinese, sono il sistema di cura di massa per la popolazione, oggigiorno, povera. In strutture che non dispongono di apparecchiature diagnostiche, che non possono avere la disponibilità di ingenti quantitativi di farmaci, dove si rivolgono sempre più masse di pazienti in condizioni di indigenza, vengono somministrate terapie naturali, semplici, basate sulla pratica di terapeuti, ma per questo non meno efficaci, tanto è che in occidente queste medicine stanno diventando una risposta ai bisogni delle classi più agiate e che non trovano risposta nella medicina allopatica. Alla freddezza del rapporto con l'apparecchio diagnostico, con la routine dei protocolli terapeutici utilizzati negli ospedali e nelle cliniche, all'assenza di un rapporto diretto, umano e profondo, tra medico e paziente, si risponde cercando un'alternativa. Alternativa che può dare una risposta ad altri malesseri che non sono più solo del corpo, ma anche dell'anima. Le medicine orientali, infatti considerano l'uomo come un'unità inscindibile di più parti: una dimensione fisica e corporea, una dimensione energetica e sensoriale, una dimensione mentale e spirituale. La risposta al superamento del dolore e della sofferenza viene data su tutti i livelli.

AYURVEDA - Scienza della vita

Oggigiorno siamo abituati a sentir parlare di Ayurveda in modo riduttivo ad indicare molto spesso dei massaggi estetici e rilassanti o tutt'al più qualche terapia di purificazione. L' Ayurveda invece è molto di più. E' un'antica scienza medica che può considerarsi “complementare” alla medicina tradizionale occidentale, ma che propone un approccio differente: se la medicina che conosciamo si concentra sulla manifestazione delle malattie e sulla loro cura per mezzo di medicinali per lo più chimici, per l’Ayurveda la malattia non è mai un fatto isolato e le sue terapie non curano solo un sintomo o un organo in particolare, ma propone, oltre che ad una visione olistica, un approccio globale alla persona che include psicologia, genetica, sessualità, alimentazione e relazioni proponendo un modello di salute legato allo “ Stile di Vita” , che qui in Occidente sta cominciando ad essere considerato come una moderna soluzione “ sociale “ alla salute pubblica. Ciò sorge anche dall'esigenza sempre più crescente degli uomini di avvicinarsi ad uno stile di vita più sano, corretto, con meno stress e a contatto con la natura e perchè no per trovare anche soluzione a quelle malattie, per lo più psicosomatiche, a cui ancora oggi la medicina moderna non è riuscita a dare spiegazione. DOVE NASCE L'AYURVEDA? Nasce in India più di 5000 anni fa, precisamente nell'India del sud, in quella piccola regione di nome Kerala. Per migliaia di anni l’Ayurveda è stato tramandato prima attraverso un’ininterrotta tradizione orale e successivamente attraverso numerosi testi scritti. Si hanno infatti notizie in merito grazie ai testi ritrovati di due medici vissuti circa 2500 anni fa, Charaka e Shushruta, contenuti negli antichi testi Veda. Questi testi classici raccontano di civiltà più avanzate in cui la malattia era completamente sconosciuta, poiché l'Ayurveda non era usato unicamente per guarire le malattie dei singoli individui, ma soprattutto per influenzare positivamente la salute dell'intera società. L'obiettivo degli antichi saggi, com'era descritto nei testi vedici, era quello di creare una società priva di malattie influenzando positivamente la vita dei singoli individui. Come possiamo notare la parola Veda è ricorrente. Infatti significa Scienza mentre Ayus significa Vita. Perciò Ayurveda significa Scienza della Vita. La leggenda vuole che il Dio Brahma, nonché Creatore dell'Universo tramandò ai medici gemelli Ashvini la scienza Ayurvedica e da questi venne poi tramandata al ben noto Indra e da quest' ultimo ai 4 saggi Rishi per arrivare all'umanità. I rishi si recarono da Indra chiedendo di dare loro le giuste indicazioni per poter aiutare l'uomo dell'epoca di distruzione Kali Yuga, nonché epoca attuale, poiché nonostante avesse beni materiali in gran quantità era infermo a livello fisico e spirituale e non in grado di raggiungere i 4 obiettivi primari della vita che consistono in consapevolezza interiore, corretto possesso di beni materiali, corretta soddisfazione dei desideri e delle passioni, adeguato rispetto per la religione. Indra quindi insegnò loro l'Ayurveda che prese poi il nome dai quattro saggi Ayurveda Maharishi.