Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



mercoledì 8 giugno 2016

KALARIPPAYAT...OVE LO YOGA SI FONDE NEL MITO DELLE ARTI BELLICHE

Il Kalarippayat è la forma di espressione corporea più elegante, complessa, bella e vigorosa che l`India abbia mai creato. Il kalarippayat è l`arte marziale che unisce combattimento, yoga, meditazione, massaggio, medicina ayurvedica e fine conoscenza dei punti vitali del corpo umano. Un`arte marziale aperta anche alle donne.
Questa arte di difesa personale affonda le sue radici storiche in un lontano passato dove il mito delle arti belliche dravidiche e le gesta delle caste guerriere brhaminiche sono protagoniste.
Una leggenda sussurra che sia addirittura la madre di tutte le arti marziali. Il monaco buddhista indiano Bodhidharma l`avrebbe introdotta in Cina nel V secolo d.C. a Shaolin.
Oggigiorno questa antica arte si è preservata nelle regioni del Kerala e del Tamil Nadu.
Antichi e nuovi guerrieri iniziano la loro giornata di allenamento con esercizi di pranayama accompagnati da movimenti per sciogliere e scaldare il corpo, praticano il saluto kalari vandhanam, ovvero alla divinità tutelare del kalari, ai maestri, ai guardiani delle otto direzioni e poi alla natura ed iniziano infine l`allenamento marziale.
L`allenamento o Meypayattu consiste in una fluida sequenza di posture, al pari di molte asana dello yoga, poi gli allievi si allenano con lunghi bastoni o vadi e poi con bastoni più corti, Muchann, che implicano movimenti molto rapidi e forte capacità di controllo. Man mano che l`allievo acquisisce maggiore sicurezza potrà utilizzare via via armi sempre più pericolose: i bastoni a due curve come gli otta, il kaadari o pugnale, l`urami, la lunga e flessibile spada.
Nel kalarippayat fondamentale è il rapporto tra Maestro e discepolo: si instaura una sorta di relazione padre/madre-figlio nella quale il maestro conosce perfettamente le qualità fisiche dell`allievo, ma anche ogni aspetto della sua mente, cuore e carattere al pari di un guru dello yoga.
Gli aspiranti allievi diventano tali già dall`età di sette anni, età in cui vengono introdotti alla pratica posturale, respiratoria e alle prime tecniche semplificate di combattimento. Verso i quindici anni vengono condotti alla conosenza di alcuni punti marma del corpo e del massaggio. Nel tempo il maestro svelerà all`allievo i segreti del kalari introducendolo alla lotta solo quando riconoscerà in lui controllo e stabilità mentale.
Come lo yoga è finalizzato al risveglio della kundalini shakti, il kalari è volto al risveglio della potenza, la shakti interiore. La si risveglia attraverso pratiche respiratorie controllate, le stesse del pranayama yogico.
Queste respirazioni sono però dette swasam.
Nel sud dell`India si narra di antichi maestri di kalarippayat che erano al pari dei siddha: autentici risvegliati dotati di poteri paranormali o sovrumani, acquisiti come frutto dell`esercizio marziale, della respirazione e della meditazione. Sapevano curare quasi magicamente le malattie, le ferite e le contusioni, le fratture ecc...Tutto ciò grazie alla conoscenza dei punti marmani, punti vitali del corpo, ed erano in grado di colpire in combattimento quelli dell`avversario mettendolo al tappeto.
Erano uomini coraggiosi in grado di affrontare ogni situazione e di rianimare corpi esanimi senza mai trasgredire i codici dei loro lignaggi. Ciò li rendeva simili più a semidei che agli uomini a cui il coraggio spesso viene meno.