Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



lunedì 5 ottobre 2015

CONCEPIMENTO E GRAVIDANZA IN AYURVEDA




Lo stato di gravidanza è un momento unico nella vita di una donna. Durante questo periodo essa sperimenta una serie di trasformazioni e cambiamenti sul piano fisico, metabolico, psicologico. La gravidanza è il momento in cui la vita si avvicina al divino in  quanto capace di donare la vita.
Purtroppo nella nostra società moderna questo momento magico è  stato ridotto a totale ospedalizzazione e la donna tende a vivere i nove mesi come una patologia senza rendersi conto della magia di questo percorso.
La società focalizza l'attenzione solo sul dolore e su tutti gli aspetti negativi e di pericolo che possono presentarsi durante la gravidanza, senza parlare però di tutti gli aspetti positivi di questo lungo e bellissimo momento nella vita di una donna.
Non c'è nulla di più completo del dare la vita, niente di più magico  nel percepire il proprio corpo che si adatta ad accogliere una vita, un bambino che cresce, che si sviluppa nel grembo materno.
L'attenzione invece viene spesso focalizzata sulle paure,  le ansie, le eventuali problematiche, sul corpo che  cambia in negativo, le smagliature piuttosto che la cellulite, senza vedere la bellezza che assume il corpo di una donna in dolce attesa.
Il momento dell'attesa è per una donna ascolto di sé, di profonda connessione con il sè  spirituale.
È importante capire che si tratta di un momento di grande crescita e che va vissuta nell'ottica del dare e del ricevere, aprendo anche il proprio organismo a donare. Solo vivendo la gravidanza in questa prospettiva riusciamo a capire che si tratta di un percorso completamente naturale e che il dolore fa parte di questo percorso è va accettato seguendo semplicemente il corso della vita.
Per prima cosa è necessario accettare la gravidanza. Si consiglia così alla puerpera di tenere un diario dove annotare ogni emozione, cambiamento, sensazione che si vive durante le 40 settimane di gestazione. Scrivere  la focalizzerà  maggiormente all'ascolto e renderà più viva la percezione del momento.
Una volta partorito sarà bellissimo rileggere il diario in quanto ottimo strumento per il neonato una volta grande per capire chi è e perché la gravidanza è la matrice dell'individuo.
In gravidanza la mamma trasmette emozioni e sensazioni al bimbo nel grembo. Proprio per questo motivo è necessario vivere questo periodo nella maniera più serena possibile, perché ogni emozione condizionerà il carattere del nascituro.
Questa esperienza vale anche al contrario. La madre predisposta all'ascolto interiore entrerà in empatia con il bimbo e imparerà a conoscerlo già in fase fetale.
È importante ricordare che l'esperienza della gravidanza non è solo tra madre e figlio, ma è una fase a tre che coinvolge oltre che la madre ed il bambino anche il compagno. Accogliere un figlio significa accettare di crescere come famiglia.
Il cambiamento principale e fondamentale con cui si confronta ogni donna all'inizio della gravidanza è quello di comprendere e accettare la trasformazione del proprio corpo da unità individuale nella dualità dell'esistenza di un altro corpo che sta crescendo al suo interno.
La disciplina ayurvedica insegna a perseguire la via dell'unità, dal dualismo e separazione tra mente e corpo all'unità di esse. Anche la gravidanza deve far capire alla donna che non esiste dualità nemmeno nel momento in cui un altro essere vivente cresce nel suo corpo. Non può esserci dualità tra madre e figlio,  ma solo unità.
Secondo il pensiero vedico e ayurvedico il processo di incarnazione di un'anima è consapevole e inizia prima del concepimento per durare tutta la vita.
È l'anima, l'energia che decide di incarnarsi in un determinato momento, famiglia, luogo per sviluppare il suo cammino e la sua missione.
Secondo questo pensiero dunque il bimbo che una donna porta in grembo ha scelto proprio quella famiglia e quei genitori per reincarnarsi, consapevolmente, per portare avanti il suo percorso.
Dal momento del concepimento l'anima inizia un processo di incarnazione nel corpo fisico man mano che cresce all'interno del grembo della madre.
Durante il concepimento avviene un collegamento energetico tra l'ovulo fecondato e l'anima, si forma quello che viene definito utero eterico, che ha funzioni protettive. Man mano che il feto si sviluppa, l'anima inizia  a connettersi ad esso. La meraviglia di questo processo è che l'anima in alcuni momenti diventa consapevole di questo procedimento e il corpo viene scosso da una scarica di energia e Coscienza, che le mamme percepiscono come i primi movimenti del bambino.
Il processo di unione tra corpo e anima si conclude nel momento in cui l'energia arriva al settimo chakra, la fontanella, e da lì scende lungo gli altri sei chakra lungo la colonna vertebrale, come un sottile filo dorato, irradiandoli tutti,  fino a raggiungere la base del primo chakra, dove si avvolge su se stesso per tre volte e mezzo creando così la sede dell'energia dormiente,  kundalini. È attraverso questo passaggio che tutti i chakra sono connessi tra loro portando il senso di consapevolezza di essere uniti nell'amore divino.
La donna e il bambino possono provare l'esperienza di essere un unico Essere.
Nell'ultimo mese di gravidanza infatti il bambino si porterà con la sua testa sulla parete pelvica della madre, preparandosi ad uscire. Quando inizierà il travaglio la vagina,  come se fosse un occhio aperto, si preparerà ad accogliere la sua testolina, come se fosse la pupilla dell'infinito, creando il cosiddetto Occhio Cosmico. Energeticamente il primo chakra della madre sarà connesso al settimo chakra del neonato ed entrambi vivranno l'esperienza dell'unione, della vita, dell'Amore divino.
Il bimbo che per nove mesi si è preparato gradualmente a passare da uno stato di solo spirito a quello di spirito incarnato, si troverà catapultato in una nuova dimensione totalmente diversa. Accoglierlo  nel modo giusto e più dolce possibile sarà la prima missione dei genitori.
Un aspetto importante è legato alla placenta e al cordone ombelicale. La placenta è l'organo  che per tutta la gravidanza si occupa del bambino. Porta nutrimento, lo ripara da batteri e infezioni, porta ossigeno. È l'organo preposto a fare da tramite tra madre e figlio,  nella massima protezione di quest'ultimo.
La placenta è attaccata all'utero della madre attraverso i vasi sanguigni e comunica con il neonato attraverso il cordone ombelicale.
Alcune culture come quella indiana considerano la placenta come l'incarnazione dello spirito guida del bimbo. Lo spirito guida è quello che accompagna la preparazione della nuova anima per tutta la vita intrauterina, occupandosi di nutrirla e assicurando il giusto apporto di ossigeno.
Nel momento in cui il bimbo viene al mondo deve assumersi la responsabilità diella propria sopravvivenza respirando e nutrendosi in modo indipendente.
A questo punto il ruolo della placenta sembra essersi esaurito ma non è esattamente così.
Sia lo spirito guida che il bimbo hanno bisogno di tempo per determinare la separazione. La comunicazione energetica tra i due  continua  fintanto che il cordone ombelicale è  pulsante.
È  quindi necessario assicurarsi che il cordone ombelicale non venga tagliato prima del tempo.
La preparazione al parto inizia dal momento del concepimento.
Ogni giorno della gravidanza il corpo si prepara al giorno del concepimento.
Solo questa consapevolezza basterebbe per vivere serenamente questi mesi di attesa.
La paura che la donna prova per la gravidanza e il parto deriva esclusivamente dalle proprie insicurezze e dall'impossibilità di avere il controllo e la certezza di ogni evento.

La vita però, per definizione,  non può essere controllata. È  questo che la rende unica e irripetibile.
Il parto  è  un evento che riguarda la sessualità femminile.
Il parto è legato solo ed esclusivamente alla funzione che è propria della donna in quanto tale.
Il corpo di ogni donna ha insito un sapere innato, un codice genetico in grado di attuare dei meccanismi perfetti e che daranno ad ogni istante un significato preciso.
Il bambino è colui che scatena il parto attraverso un determinato meccanismo.
Una volta appurato che tutti gli organi sono formati decide che è il momento di nascere.
A quel  punto rilascia sostanze all'interno del liquido amniotico che inducono a loro volta a produrre un ormone all'interno del corpo della madre il cui compito è quello di iniziare il parto ammorbidendo  l'utero.
La funzione del parto è  regolata da una  parte del nostro cervello definita ancestrale. L'ormone principale del parto è l'ossitocina.  Questa scarica produce sull'utero un effetto sulla muscolatura involontaria che ne modifica la forma rendendolo più morbido ed elastico. Questa modifica è  avvertita spesso dolorosamente.
Il dolore da travaglio è  intermittente. A ogni momento di spasmo e dolore segue un momento di totale assenza di dolore.
L'impulso del dolore che scatena lo spasmo arriva al cervello che mette in circolo le endorfine...un anestetico naturale.
Il dolore delle contrazioni ha lo scopo di indurre a cercare la posizione più comoda e adatta per il travaglio ed il parto.
Per permettere questo meccanismo il nostro corpo mette  a riposo la neocorteccia cerebrale, la parte del nostro cervello adibita all'apprendimento, la logica, la ragione. Ogni volta che l'attiviamo rischiamo di bloccare il travaglio.
Per evitare ciò  è necessario quindi che l'ambiente adibito al parto sia al riparo dalla luce, silenzioso e confortevole caldo e dove si eviti di parlare evitando così tutte quelle situazioni di disagio che verrebbero percepite come di pericolo e che bloccherebbe il travaglio.
Durante la gravidanza è necessario che la mamma allenti le tensioni per poter stabilire tutto ciò che è stato appena descritto.
Il massaggio sarà un ottimo strumento per preparare al meglio il corpo al parto, sia prima che dopo di esso. Prima perché con alcune manovre particolari si preparerà il bacino alla spinta che dovrà affrontare rendendolo più morbido, poi aiuterà il corpo a drenare e a limitare i dolori della ritenzione, rilasserà mente e corpo e dopo il parto ripristinare al meglio le sue funzioni.
Inoltre  il massaggio in gravidanza Garbabhyanga pone già le basi di un contatto amorevole con il neonato che percepirà i benefici ricevuti dalla madre.
Dopo il parto poi è necessario creare da subito un contatto con il bimbo. La coccola così come il massaggio Shantala saranno accolti dal neonato come atteggiamenti amorevoli e confortevoli che lo accompagneranno alla scoperta della nuova dimensione senza disagi.







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