Per la cultura indo-vedica, Agni è il più importante degli Dei terrestri. I testi vedici riconoscono il fuoco ovunque nell'Universo ed Agni rappresenta proprio la sua luce, il Sole, il fuoco terrestre, il fulmine e prende molteplici forme nascoste e manifeste.
Nel
Rig-Veda è conosciuto con l'epiteto di Vaishvarara,
ovvero “colui che appartiene a tutti
gli uomini”.
E'
il dio mediatore per antonomasia, colui che trasforma i doni dell'uomo,
attraverso il sacrificio domestico, in offerta agli Dei.
Il
carattere di mediatore è dovuto alla sua triplice essenza: cosmica, divina e
umana e media in quanto partecipe di ogni dimensione.
Agni
catalizza il passaggio tra la luce ed il buio, la notte ed il giorno, la
primavera e l'estate, l'autunno e l'inverno.
E'
Surya, il sole, il calore e l'essenza stessa della vita, ed è Tapas, ovvero
l'ardore creativo, la luce della conoscenza.
Rappresenta
una sorta di purificazione, perciò è ciò che bruciando le impurità eleva l'uomo
al divino.
In
Occidente il fuoco sacro, chiamato Ignis era mantenuto sempre acceso dalle
Vestali nell'antica Roma, mentre i Greci recavano seco il sacro fuoco di
Hestia.
Il
concetto di Agni è quanto mai vasto ed ha implicazioni importantissime per
quanto riguarda la salute dell'individuo secondo la logica dell'Ayurveda.
Di
fatto Agni è il componente fondamentale della vita: l'ordine nel creato viene
mantenuto proprio grazie alla sua capacità di catalizzare la conversione di una
cosa nell'altra. Questo è anche il senso profondo del sacrificio così come era
inteso in epoca vedica, ma è anche il senso del sacrificio che compiamo ogni
giorno quando prepariamo il cibo e lo mangiamo: è questo il sacrificio
quotidiano che consente di mantenere l'ordine nel microcosmo uomo.
Come
nelle caste indù, onoriamo Agni con cibo untuoso per facilitare la digestione,
caldo per mantenerlo sempre acceso.
In
Ayurveda Agni ha la funzione calda e corrosiva del fuoco che è quella di
trasformare il cibo, renderlo assimilabile per poterlo assorbire e distribuire
a tutto il corpo.
Se
osserviamo bene, il processo digestivo si comporta proprio seguendo le fasce
orarie più calde in concomitanza con l'innalzamento del sole, per questo si
consiglia sempre di assumere la maggior quantità di cibo entro il mezzogiorno,
poiché la digestione è più efficace al mattino, per diminuire poi alla sera.
La
digestione richiede energia, ma se questa è debole o disturbata, si possono
presentare disagi come dolori addominali, dissenteria o costipazione,
provocando talvolta letargia, mal di testa, irritabilità, bassa concentrazione,
insonnia e l'abbassamento delle difese immunitarie.
E'
chiaro quindi che la causa principale della malattia ha proprio origine
nell'indebolimento del fuoco, quello della digestione.
Cita
infatti Charaka: “ un fuoco difettoso
porta al cattivo funzionamento del fuoco dei tessuti che a loro volta creano
tossine nel tratto gastrointestinale e determinano una sintesi carente dei
tessuti corporei. Questa aumenta la produzione dei mala, ovvero gli elementi di
scarto del corpo, e lo squilibrio dei dosha dannosi per lo stesso”.
La
funzione principale di Agni è quella di facilitare l'utilizzo dei 5 elementi contenuti nel cibo, estrarre i nutrienti
necessari e trasformarli in elementi di facile assimilazione.
Agni
è una parola sanscrita tratta dai testi vedici che significa “ciò che cuoce, brucia, trasforma”. La
sua radice Ang, significa letteralmente “
la via allo scoppio” e indica qualcosa che conduce quindi alla combustione.
Il
ruolo di Agni tuttavia, non è limitato alla digestione del cibo, allo stesso
modo, infatti, ci aiuta a digerire tutto ciò che vediamo, ascoltiamo,
annusiamo, tocchiamo e gustiamo.
Nel
nostro corpo ha molteplici funzioni principali:
- determina il processo della vita
- il colore della pelle
- da forza al corpo permettendogli di sopportare
l'attività fisica
- mantiene la salute fisica e psicologica
- dona entusiasmo e tenacia
- delinea il corpo
- da brillantezza alla pelle
- dona vitalità
- mantiene la temperatura del corpo
Agni
non può esistere nel corpo nella sua forma abituale, cioè nel senso di fiamma,
se no bruceremmo, quindi deve avere un agente che lo rappresenti, ovvero Pitta dosha (fuoco e acqua).
Agendo
attraverso questo agente, Agni caratterizza i vari stati dualistici del corpo e
della mente:
- digestione ed indigestione
- vista e cecità
- temperatura del corpo normale o anormale
- pallore o rossore della pelle
- il coraggio e la paura
- la rabbia e la felicità
ecc...
Il
fuoco nell'Agni è privo di fiamma e lo si sente solo dal calore o dai processi
di conversione che avvengono in vari siti del corpo. E' l'immancabile proprietà
di dosha pitta che ne indica la presenza. Agni e Pitta sono due entità
distinte, ma collegate in modo inseparabile.
E'
anche chiaro che Agni è un fattore dai tanti aspetti e che opera a livelli
grossolani quanto sottili in qualsiasi momento.
Gli
antichi testi ayurvedici indicano 13 tipi
di Agni distinguibili in Jatharagni,ovvero
il fuoco digestivo, Buthagni, ovvero
i fuochi responsabili della formazione dei 5 elementi e i 7 Dhatuagni responsabili della formazione dei tessuti corporei.
Il
primo è situato nel canale alimentare che va dalla bocca all'ano, anche se la
sede principale è lo stomaco. E' l'Agni principale del nostro corpo, gli altri
derivano da esso e la fase della digestione più grossolana avviene sotto la sua
giurisdizione.
Il
cibo che noi ingeriamo nutre i tessuti del corpo, gli dona la forza fisica, il
colore della pelle, produce ojas,
ovvero l'essenza sottile dei tessuti che genera l'energia vitale, dà forza a
organi e sistemi, mantiene efficiente il sistema immunitario, ma solo se il
cibo è ingerito propriamente, altrimenti si creerà uno squilibrio nei dosha e
nei dhatu e il circolo vizioso così instaurato, se non interrotto, darà luogo
all'insorgere delle malattie.
La
digestione grossolana, ha inizio con l'accettazione del cibo per mezzo di Vata, elemento aria ed etere. E'
attraverso esso che si manifesta l'istinto naturale della fame, mentre sensi e
mente diventano pronti a rispondere al desiderio di cibo.
La
digestione prosegue poi nella bocca grazie a Kapha che promuove la formazione della saliva e delle secrezioni
alcaline nello stomaco che proteggono dalle azioni acute di Pitta, provocando un'ulteriore
liquefazione e scioglimento delle parti solide rimaste.
Nella
parte inferiore dello stomaco, Jatharagni prende il nome di Packagni, ed interviene per distruggere
ciò che rimane di solido rendendo il cibo completamente liquido estraendo gli
elementi acqua e terra, per essere poi facilmente assorbito dalle pareti
dell'intestino, dove dosha Pitta interviene con le sue secrezioni acide
estraendo l'elemento fuoco.
L'intero
processo viene portato a termine nuovamente da Vata dosha facilitando
l'assorbimento dei liquidi e la formazione delle feci, portando il materiale
non utilizzato verso l'intestino crasso dal quale vengono estratti gli elementi
che contengono spazio o vuoto. E' negli intestini che ritroviamo proprio
l'azione di Bhutagni, gli enzimi che permettono la scomposizione del cibo nei 5
elementi, in quanto ogni cibo e tutti gli uomini li contengono. La fase finale
è attribuita a Dhatuagni. I liquidi che vengono assorbiti dall'intestino
diventano il primo dei tessuti corporei con il nome di linfa, la quale
rappresenta il nutrimento base per la formazione di tutti gli altri tessuti
corporei. Dalla linfa si forma il sangue, da esso i muscoli ed i tessuti
connettivi, da questi il tessuto adiposo ed il grasso, le ossa e le
articolazioni, il midollo osseo e il tessuto nervoso, il tessuto riproduttivo e
ojas, la sorgente dell'intelligenza biologica.
A
seconda dello sforzo richiesto per digerire i cibi si possono distinguere in
categorie:
- cibi solidi e di origine animale, come ad esempio la
carne, i formaggi, le uova, richiedono oltre che ad un masticare rigoroso, una
digestione molto lunga ed un grosso dispendio energetico
- cibi che richiedono masticazione e digestione
ordinaria, come ad esempio riso, pasta, pane, frutta
- cibi in forma liquida assorbibili quasi immediatamente
Già
questa prima classificazione può quindi dare un'idea di quali cibi è meglio
evitare per non indebolire il fuoco gastrico.
Quando
il cibo è consumato al tempo giusto, in giusta quantità, con tutti i sei sapori (dolce, salato, acido, piccante, amaro ed astringente) o con i
sapori adatti alla propria costituzione, ed è digerito completamente, si creerà
un plasma molto chiaro e sottile e di buona qualità per il nutrimento dei
tessuti. Questo, come visto viene essudato dal tratto intestinale per
raggiungere il cuore e circolare in tutto il corpo, dando il via alla creazione
dei tessuti corporei, processo basilare per la vita.
Tutte
le funzioni corporee e anche il processo digestivo, sono influenzati dai dosha.
Attraverso essi è possibile identificare 4 condizioni di Agni:
- Visamagni. E’ lo stato di instabilità
del fuoco gastrico dovuto all’influenza di Vata.
Questo squilibrio è causato da una dieta troppo leggera o troppo pesante. E’ la
condizione in cui il fuoco digestivo diviene insufficiente e la capacità di
digerire diminuisce ogni giorno di più. In questo caso l’appetito rimane
variabile, disturbando il processo digestivo, causando così disturbi come
stitichezza, gonfiore addominale, dissenteria, coliche intestinali. Si può
migliorare questo disturbo con l’assunzione di ghee, cibi dal sapore salato e
acido e di acqua calda durante la giornata.
- Tiksagni. E’ la condizione in cui la
potenza digestiva è molto elevata, come può accadere ad esempio nei soggetti Pitta. Jatharagni diventa iperattivo e
porta il soggetto ad ingerire grandi quantità di cibo in breve tempo, così da
far sentire la persona sempre affamata, causando però problemi di indigestione,
nausea, acidità di stomaco, irritabilità, mal di testa, gastriti, diarrea,
stati febbrili, che hanno come conseguenza l’abbassamento naturale del fuoco
digestivo e il danneggiamento dei tessuti. Le persone in questo stato hanno
spesso la bocca secca e il bisogno di bere continuamente.
Per
riequilibrare questo stato si consigliano gusti amari, astringenti e
rinfrescanti e leggermente dolci, abbondanti assunzioni di acqua, cibi
leggermente untuosi.
- Mandagni. E’ la condizione di deficit
del fuoco digestivo che si presenta per lo più nelle costituzioni Kapha, nelle quali il metabolismo è
lento con conseguente aumento di peso. I fattori causali possono essere
diversi, dalla vita sedentaria, ad un’alimentazione scorretta e non regolare,
ad un eccesso di sonno ecc…
I
sintomi sono continui raffreddori, intestino pigro, pesantezza allo stomaco e
nel corpo, nausea, pigrizia, patina sulla lingua e salivazione eccessiva,
dolori articolari, mal di testa. Si consigliano cibi caldi dal gusto amaro
astringente e piccante che asciugano l’eccesso di liquidi corporei e di muco
nel corpo.
- Samagni. In questo caso la funzione di
agni è normale e salutare ed indica uno stato di equilibrio dei dosha nel
corpo. In questo caso la persona può digerire facilmente una dieta normale e da
essa trarre il nutrimento e forza per tutto il corpo e mantener una condizione
generale di buona salute.
La
principale conseguenza del cattivo funzionamento dei processi digestivi appena
descritti è la formazione di quel che in Ayurveda viene chiamato Ama, che letteralmente significa “non digerito”.
In
pratica è un accumulo di tossine che sotto forma di materia scura, appiccicosa
e maleodorante, si deposita nel tratto gastrointestinale e viene assorbita
insieme alle sostanze nutrienti, penetrando in profondità nei tessuti, circola
nei canali di circolazione o srotas
depositandosi in quelle parti del corpo dove l’immunità è più debole. A causa
di questo accumulo, si squilibriano i dosha o si bloccano gli srotas. Secondo
il luogo in cui ama si accumula, compaiono diverse malattie. Ad esempio se si
deposita nei polmoni si avrà congestione, tosse e asma, se si accumula nelle articolazioni
si può creare artrite, se negli intestini si può avere diarrea o stitichezza.
Secondo
l’Ayurveda ama è una delle cause principali delle malattie e nella società
moderna questo è un grosso problema. La ragione è che le persone in generale
non si alimentano in maniera regolare seguendo le regole basilari
dell’alimentazione.
Il
tipo di cibo che si mangia oggi e che viene proposto dai mass media è un cibo
altamente “amagenico” se così si può chiamare: fastfood, cibi fritti, precotti
e conservati, a base di farine bianche e zuccheri raffinati, prodotti animali e
latticini. Sono tutti cibi pesanti e che richiedono un jatharagni veramente
molto elevato per poter essere digeriti.
Le
cause di agni squilibrato sono riconducibili in primis ad una dieta scorretta,
ma anche a digiuni troppo prolungati o non adatti alla propria costituzione, ad
un eccesso di cibo, ma anche ad un cattivo adattamento alle stagioni, ai climi,
agli orari della giornata, alla soppressione dei bisogni naturali e a stati
mentali come invidia, impotenza, rabbia, paura e depressione.
Tutto
nell’individuo avviene a più livelli e non esiste quindi benessere psichico in
un corpo tormentato dalla malattia.
Agni
rappresenta l’intelletto discriminante. E’ attraverso un corpo sano che agni ci
permette di discriminare e analizzare ciò che ci arriva dall’esterno mediando
tra il mondo e la coscienza. E’ quella porzione individuale dell’intelligenza
cosmica che ci abita e ci guida e che è in grado attraverso la nostra mente ed
i sensi di dirigere tutti i processi cognitivi che utilizziamo per apprendere
le cose.
Le
contromisure da adottare per mantenere una dieta priva di ama e che favorisca
il proprio fuoco digestivo partono dal requisito fondamentale di scegliere una
dieta adatta alle proprie capacità digestive e che tenga conto di semplici
cortezze come ad esempio quella di non mangiare più del dovuto, cibarsi con
consapevolezza scegliendo quei cibi che hanno un sapore adatto alla propria
costituzione ed in linea con le stagioni, quindi frutta e verdura di stagione,
cibi caldi nella stagione fredda e cibi più freschi e leggeri in estate,
mangiare molto lentamente senza svolgere attività mentre si mangia, non bere in
eccesso durante i pasti e al termine di essi preferire una tisana calda, non
alzarsi subito da tavola e una volta alzati dedicare il proprio tempo ad una
piccola passeggiata, introdurre più frutta, verdura, cereali integrali nella
dieta ed erbe e spezie adatte a digerire i cibi, non mangiare quando si è
arrabbiati o senza avere digerito completamente il cibo precedente, non
mangiare la sera tardi, mangiare cibi per lo più cotti o leggermente cotti,
alternare il più possibile le varietà di cereali e non mischiare proteine
animali con quelle vegetali o proteine con carboidrati nello stesso pasto e
concedersi tre giorni di digiuno al mese.
Bere
regolarmente acqua calda o meglio bollita, poiché in questo modo l’acqua
diventa molto fluida penetrando facilmente nei tessuti e pulendo così tutto il
tratto gastrointestinale ed i tessuti.
Inoltre
agni può essere supportato da una regolare attività fisica e da attività più
leggere come lo yoga, il pranayama e la meditazione e il sottoporsi
periodicamente alle terapie di purificazione ayurvediche come il panchakrama e
massaggi con olio.
Ognuno
di noi è un caso a parte e non si possono dare regole precise che valgano per
tutti. Ognuno dovrebbe ascoltarsi e comprendere la propria natura e la forza
del proprio fuoco digestivo, quali siano i cibi più pesanti da digerire e da
evitare o da usare con moderazione, quali invece quelli più nutrienti e
facilmente digeribili e quale lo stile di vita più adatto alla propria persona.
Se non si è in grado di fare tutto ciò è necessario allora rivolgersi ad un
terapista che possa dare i consigli migliori.
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