Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



mercoledì 13 agosto 2014

STRANE VITE

Per lunghi anni, il bramino aveva pregato, era vissuto nell'austerità, aveva meditato per lunghe ore, studiato le Scritture. Quel mattino, andò a fare il bagno al fiume. Un interrogativo lo tormentava:

- Cosa c'è realmente dopo la morte? Certo i saggi e le Scritture descrivono con abbondanza di particolari l'inverificabile aldilà, ma si sa chi sia davvero saggio? Chi potrebbe dirlo? -

Mentre si bagnava, una corrente inattesa lo travolse facendolo annegare. Il suo spirito lasciò quel corpo morto per penetrare in quello di un nascituro. Un maschietto il cui padre era un ciabattino della casta degli intoccabili.
Questi crebbe, imparò il mestiere dei suoi avi, sposò una donna della stessa casta, creò una grande famiglia.
Nel suo intimo tuttavia, una vocina ripeteva:

- Sei questo corpo, questo spirito inquieto? Sei questo figlio, questo ciabattino, questo sposo, questo padre?-

Spesso andava a camminare lungo il fiume, cercando il modo di liberarsi da quegli assillanti interrogativi, non riuscendo a trovare una risposta accettabile.
Un mattino, mentre vagava pensieroso, un elefante gigantesco, splendidamente adorno, gli fece scivolare la proboscide sulla spalla destra, mentre un falcone inanellato d'oro gli si posava sulla spalla sinistra. Spuntarono dei cavalieri fra uno squillare di trombe e il ciabattino venne subito circondato e poi portato al palazzo. Il sovrano del paese era morto senza lasciare un erede al trono. Quindi, secondo la tradizione, il suo elefante e il suo falcone erano stati lasciati liberi perchè, nella loro innocenza, designassero il nuovo re. L'uomo da loro indicato sarebbe salito al trono. Lui, l'intoccabile, era così divenuto re. Nel suo intimo, tuttavia, la vocina continuava:

- Sei questo corpo, questo spirito ragionatore? Sei questo figlio, questo ciabattino, questo sposo, questo padre, questo re? -

Non potendo più camminare da solo lungo il fiume, dato che la sua pesante carica glielo vietava, si fece comparire davanti tutti i saggi, i dotti e i monaci del regno e rivolse a loro la sua domanda.
Tutti avevano delle risposte, simili o diverse, ma nessuno gliene forniva una in grado di rassicurarlo.
Presto la peste si abbattè sul regno. Coloro che avevano approvato l'elezione del re scelto dall'elefante e dal falcone cominciarono a preoccuparsi:

- Bisognava accettare un intoccabile sul trono, benchè scelto secondo antiche tradizioni? La sua presenza non aveva contaminato il regno e i suoi abitanti? -

Ci furono dispute, sommosse. Alcuni andarono in esilio, altri si lanciarono in austerità temibili. Peggio ancora, qualcuno si suicidò con il fuoco. Sconvolto il re decise di rimediare allo scandalo in modo da cancellarlo completamente e da purificare il regno per la salvaguardia di tutti gli esseri che dipendevano da lui. Si gettò nel fuoco.
Subito il suo spirito raggiunse il corpo del bramino travolto dal fiume. Si lasciò trascinare dai vortici, si aggrappò alle radici che affondavano nella corrente, raggiunse infine la riva, uscì tutto frastornato dall'acqua e rincasò.
Mentre varcava la soglia, sua moglie esclamò stupita:

- Hai fatto presto stamattina! L'acqua era così fredda? Hai già avuto il tempo di fare il bagno e di pregare? -

Il bramino sorrise senza rispondere, pensando:

- E' mai possibile che abbia ricevuto la risposta alla mia domanda? Ho sognato l'annegamento, le vite di ciabattino e di re, o le ho vissute? -

Alcuni giorni dopo, un uomo arrivò nel giardino del bramino. Chiedeva l'elemosina poichè, come molti, era fuggito dal lontano paese dei suoi padri devastato dalla peste, dopo che un intoccabile era succeduto al vecchio al re, trapassato senza un erede maschio. Il bramino lo guardava, lo ascoltava, in silenzio. La sua sposa, in tutta innocenza, faceva domande e il mendicante, rispondendo, forniva tanti di quei particolari che il dubbio era impossibile. Quell'uomo veniva dal paese su cui lui aveva regnato il tempo di una vita o di un sogno. Lasciando che la sposa rifocillasse l'uomo, se ne andò in riva al fiume. Guardava passare la corrente senza vederla.

- E' mai possibile? Sono stato bramino, sono morto. Poi ho vissuto tutta una vita da ciabattino prima di essere re di un paese maledetto. Eccomi ritornato nella mia prima pelle senza esserne uscito, per lo meno in apparenza. E la mia sposa si meraviglia che rincasi così presto. Nè lei nè i nostri figli sono invecchiati di un giorno. Strane vite! -

Si sovvenne di una pagina dello Yoga Vashishta in cui il re Janaka svegliandosi chiedeva al guru:

- Ho sognato di essere un mendicante che sognava di essere una farfalla. Chi sono? Il re Janaka, un mendicante o una farfalla? -

Mentre ritornava a capo chino e a passo lento, era assillato da un'altra domanda:

- Che cos'è la vita? Dov'è la vera realtà? -

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