Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



domenica 27 luglio 2014

LA SCHIENA DAL PUNTO DI VISTA AYURVEDICO: comunicazione tra anima e corpo

La filosofia indiana sostiene che il corpo umano è un'emanazione dell'anima e che la nostra colonna vertebrale rappresenti il ponte di comunicazione tra essa e il corpo materiale.
E' infatti lungo la colonna vertebrale che si dislocano i nostri principali centri energetici o chakra che, come spiegato in un precedente post, possono determinare il nostro benessere psicofisico. E' proprio per questo che esiste una stretta correlazione tra disagio fisico ed emotivo, così che anche la medicina tradizionale classifica ormai molte malattie come "psicosomatiche".
La colonna vertebrale non è semplicemente "l'insieme costituito dalle vertebre", le quali si articolano tra loro, formando un asse osseo che dalla base del tronco si estende fino alla base cranica, fondamentale sia per la sua funzione di sostegno del corpo, sia per quella di protezione del midollo spinale, ma è anche la colonna portante dell'energia che permette la vita così come la conosciamo. E' un asse di comunicazione sempre in allerta che si preoccupa di manifestare alla nostra mente quando qualcosa non è in linea con ciò che proviamo nel nostro più intimo io.
Secondo la medicina ayurvedica ogni sintomo è un campanello di allarme, un avviso che nella nostra vita ci sono delle situazioni di conflittualità e ci invita dunque a prendere coscienza del fatto che stiamo trascurando qualcosa, che forse siamo andati oltre la nostra possibilità, oppure che non abbiamo fatto abbastanza e che quindi siamo delusi da noi stessi.
Il sintomo è un modo utilizzato dalla nostra anima per dialogare con la nostra mente. Quando qualcosa è in contrasto con ciò che sentiamo profondamente è come se il corpo cercasse di dare una spiegazione accurata del nostro disagio.
La colonna vertebrale è la sede primaria delle nostre memorie, poichè ogni blocco, crisi, emotività si è prima mostrata come tensione che poi si è riversata su qualche organo correlato, per poi cronicizzarsi e spesso diventare patologia. 
L'Ayurveda da due tipi di interpretazione del mal di schiena: uno puramente medico scientifico e uno di tipo energetico, in quanto ad ogni chakra sovrintende un certo numero di vertebre e di organi correlati ed ogni chakra ha una lettura emotiva.
Il mal di schiena non è solo associato a stress, obesità, mancanza di esercizio fisico e postura scorretta.
Dal punto di vista ayurvedico il mal di schiena, di cui soffrono almeno 4 persone su 5, si origina da uno scarso fuoco digestivo o Agni. Questo squilibrio porta ad un accumulo di tossine all'interno del corpo. L'accumulo di tossine nel corpo inficia Vata dosha e ciò è sufficiente a causare dolore nella parte interessata. Il dolore alla schiena è quindi considerato uno squilibrio di Vata. Ma si possono identificare anche cause Pitta o Kapha a seconda della zona colpita.
Il dolore è associato al Vata Dosha. Vata si muove attraverso i canali (nervi, sangue, ecc) e permette la funzione degli altri due dosha. Quindi, quando Vata è impedito a causa del dolore o per qualsiasi motivo anche Pitta e Kapha vengono influenzati.

Il dolore Vata-Vata  è forte, lancinante, migra e cambia d’intensità,  va e viene rapidamente e tende ad essere più localizzato sulla superficie del corpo. Il freddo aggrava il dolore, diminuisce quando  i muscoli diventano caldi o nelle ore del giorno  piu’ calde. Può derivare da intensa attività fisica, stress, viaggi, sedentarietà, ecc..

Il dolore Vata-Pitta è pungente, intenso, bruciante  e rimane in un unico posto. Si manifesta  come un dolore che aumenta piano piano fino a raggiungere la sua massima intensità nell’arco di 1-2 ore, con picchi intorno a mezzogiorno o mezzanotte. Tende ad essere piu’ localizzato ad un livello medio del corpo. Il calore aggrava il dolore e diminuisce quando il corpo viene raffreddato o la sera.
Può derivare da qualsiasi forma di infiammazione, shock, eccesso di rabbia, ecc… 

Il dolore Vata-Kapha è sordo e rimane localizzata in un unico posto. Ci vogliono  dalle 6 alle 24 ore prima di  raggiungere la sua massima intensità e può durare per diversi giorni.  Il suo picco è alla sera e alla mattina. Tende ad essere situato in profondità nel corpo. Il freddo tenderà ad aggravare il dolore.  Può derivare da cattiva circolazione, mancanza di esercizio fisico, congestione, eccesso di peso, stipsi, amenorrea, emozioni represse, ecc…
L'Ayurveda allora propone un periodo di dieta purificatoria a base di riso, verdure e fagioli mung alla quale viene affiancata l'assunzione per tre settimane di olio di ricino per ripulire l'intestino e nutrirlo e un digiuno breve per attivare il fuoco digestivo . Finito il digiuno consiglia di evitare i cibi pesanti e poco digeribili.
Esiste addirittura una dieta specifica per eliminare il mal di schiena come ad esempio mangiare per due o tre mesi melanzane cotte e condite con spezie purificanti come cumino, curcuma, coriandolo, ma sono consigliate anche spezie ed erbe come la cannella, lo zenzero, il Galangal o il pepe di Cayenna.
Sarà di aiuto eliminare il consumo di proteine animali e zuccherine come il cioccolato e gli alcolici, bere più acqua, e assumere cibi contenenti sali minerali come il calcio e il magnesio, zinco e silicio, come ad esempio frutta secca, semi oleosi, grano saraceno, miglio, cereali integrali ecc...
L'Ayurveda consiglia inoltre di affiancare alla dieta movimento fisico come esercizi yoga e il massaggio giornaliero con olio di senape o olio di sesamo. Altri rimedi possono essere il VASTI o pulizia del colon, molto spesso causa di dolori lombari e l'assunzione di integratori alimentari come l'Arnica o gel a base di canfora.
La lettura energetica della colonna vertebrale tiene invece in considerazione i diversi aspetti di essa, dalla forma alla rigidità.
Ad esempio una spina dorsale esageratamente a S, significa che la persona ha rinunciato alla sua posizione eretta a favore della capacità di adattamento: si tratta in questo caso ad una persona che si prostra davanti alla vita. Se la forma ad S è limitata, si verifica l'opposto: la persona non è in grado o non vuole adattarsi e tenderà ad essere dura con se stessa, gli altri e tenderà a ferirsi.
A seconda della zona in cui i disturbi si localizzano si possono avere differenti letture: il tratto cervicale rappresenta il mondo dei pensieri, della volontà, della coscienza. Il buon funzionamento del tratto cervicale è importantissimo per tutto l'organismo. L'eventuale squilibrio delle vertebre cervicali, dell'area muscolare del collo e la cattiva comunicazione tra anima e corpo possono dare origine a molte patologie.
Chi soffre di cervicale tende ha la spiccata tendenza ad essere razionale e a manifestarsi sempre con i piedi per terra, può essere quindi salutare per la persona abbandonare il senso del dovere per fare largo alla spontaneità.
Dolori al tratto dorsale si attribuiscono agli affetti e alle emozioni represse, mentre quello lombosacrale è in relazione al mondo istintuale e alle sue pulsioni. dolori del tratto lombare e stanchezza in quest'area sono da attribuirsi a una repressione della sessualità.
Quando viene colpita la parte nervosa della colonna vertebrale, responsabile del movimento degli arti inferiori, significherà invece che  si sta negando la propria autonomia. Al contrario quando la schiena è colpita a livello osseo, si negherà la coerenza interiore.
Un dolore alla spalla sinistra potrebbe indicare squilibri al quinto chakra e il fatto che qualche obiettivo da noi prefissato non è andato a buon fine provocando così un senso di frustrazione.
Contattare la parte più profonda di noi attraverso la meditazione e l'ascolto del proprio corpo può aiutarci a risolvere a livello psicosomatico questi dolori e a trovare la dimensione più adatta a noi per il nostro quieto vivere, vertebra dopo vertebra si può risalire alla conoscenza di se stessi, alla consapevolezza più profonda, all'autoguarigione.


TRATTAMENTI AYURVEDICI PER IL MAL DI SCHIENA

Colate di olio medicato con massaggio Abhyangam
Stimolazione dei punti Marma 
Pindasweda o fomentazione con boli ripieni di erbe e spezie o sale himalayano
Muriabhyanga o massaggio articolare

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