Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



giovedì 6 marzo 2014

CHE COSA VEDI?


Sulle rive opposte del fiume Yamuna sorgevano due capanne di rami. Nell'una viveva una santa, nell'altra insegnava un'asceta.
Per evitare di commettere un atto impuro con lo sguardo o con il pensiero, avevano stabilito, molti anni prima, il primo giorno del loro ritiro, che lei avrebbe fatto il bagno allo spuntar del giorno e lui al tramonto. Nessuno dei due, nel corso degli anni, era mai venuto meno a tale impegno.
Ora, ecco che un mattino la santa, meditando, sprofondò in una tale estasi che il tempo svanì. Ritornando infine in questo mondo, constatò che la luce continuava ad essere quella del mattino e discese al fiume per fare le sue abluzioni. Tuffatasi nella corrente, sparse le chiome per lavarle, vide giungere l'asceta sulla riva opposta. Non era l'alba, ma l'imbrunire. Il giorno era trascorso senza che lei se ne accorgesse.
Per non venir meno alla promessa fatta, uscì dall'acqua e stava per andarsene quando udì l'asceta borbottare alle sue spalle:

- Madre, non provi vergogna?

La donna si voltò. Il sari grondante modellava un corpo segnato dagli anni. Rispose, tranquilla e dritta:

- Vergogna io? No. Se ti aspetti la vergogna, significa che la conosci. Essa è in te, pover uomo.

Lui sapeva bene di non essere un saggio ed era pienamente consapevole che coloro che si recavano da lui convinti di incontrarne uno si sbagliavano, ma come aveva fatto la donna a indovinare in un attimo la sua miseria se non si erano rivisti da anni?

- Madre, perchè mi accusi?

- Che cosa vedi?

- Un corpo di donna cui si appiccica una veste di cotone.

- Fumo delle apparenze. Guarda! In verità, esiste solo il Sè che non è nè maschio, nè femmina.

E scomparve di colpo, lasciando sull'argine soltanto due piccole pozze di acqua grigia, là dove si erano posati i piedi nudi.
L'uomo rimase un attimo sconcertato, poi decise di lasciare la sua capanna e le sue illusioni di saggezza. Rimandò a casa i discepoli e attraversò il fiume. Si avvicinò alla capanna per tentare di studiare presso la santa. Nessuno rispose al suo appello. Agli abitanti del villaggio vicino chiese dove si trovasse la donna. Lo informarono che nessuno aveva mai abitato la capanna indicata. Guardandolo in modo strano e facendosi indietro, dissero:

- Se ti è apparso qualcuno e se il tuo spirito non è confuso, si tratta di un demone o di un Dio.

L'uomo andò ad abitare lontano, sulla riva del Gange, dove meditò in solitudine e con sincerità, non cercando alcun sapere, alcun potere, alcuna gloria, ma la sola Verità.
Con il passar del tempo, gli abitanti del villaggio lo presero a benvolere per la sua semplicità. Perciò, quando dopo piogge diluviali il fiume si ingrossò minacciando di straripare, andarono ad avvisarlo, pregandolo di lasciare la sua capanna in riva alle acque per l'una o l'altra casa del villaggio, il tempo che la luna piena passasse.

- Non temete nulla.

Rispose pienamente fiducioso...

- Pregherò il Signore che mi proteggerà.

E rimase là, senza cambiare minimamente le proprie abitudini. L'acqua, che continuava a salire, arrivò davanti alla capanna. Le onde lambivano la soglia della modesta abitazione. Gli abitanti del villaggio accorsero di nuovo.

- Vieni da noi, sant'uomo, continua a piovere, rischi di finire annegato!

- Smettete di preoccuparvi. Il Signore non abbandona i suoi figli, sappiatelo!

Malgrado la loro insistenza, l'uomo riprese la sua meditazione, con i piedi nell'acqua e la testa fra le nuvole. L'indomani, l'acqua penetrò la capanna. Lui si arrampicò sul tetto e vi si sedette pregando Dio con ardore.
Una barca si accostò alla costruzione ormai fradicia.

- Se vuoi vivere, vieni all'asciutto sulla collina, spicciati!

- Uomini di poca fede!

Sospirò lui prima di tornare alle sue orazioni.
L'acqua salì fino al tetto, gli lambì le caviglie, gli circondò la vita, gli arrivò al collo. Una barca passava, trascinata dalla corrente impetuosa. Il battelliere gli lanciò una corda affinchè vi si aggrappasse e raggiungesse gli altri passeggeri.

- Vai per la tua strada brav'uomo, Dio ti benedice per il tuo gesto, è Lui che mi sostiene, non temo nulla.

L'acqua gli entrò in bocca e nel naso. La casa gli crollò sotto i piedi.
Quando uscì dal tunnel della morte, alle soglie dell'altro mondo, si trovò davanti il Dio Vishnu in persona.

- Ah

Protestò l'uomo .

- Ti ho pregato, mi hai risposto che arrivavi, ed eccomi morto. E' così che proteggi? Perchè mi hai ingannato?

- Sono venuto parecchie volte.

- Menzogna! Non ti ho visto nè sentito!

- Le persone che ti hanno offerto il riparo della loro casa, le barche e il battelliere che hai rifiutato di ascoltare, chi mai erano, se non io? Tre volte ti ho teso la mano, e tu l'hai rifiutata.

L'asceta rimase muto. Il suo spirito rivide in un baleno la santa, gli abitanti del villaggio, il fiume ingrossato, il dio Vishnu, ombre danzanti in fondo alla sua memoria. Le sue illusioni si dissolsero come fumi nell'aria della sera.

- Non sono nulla.

Disse. Non vide, non udì più nulla, e ci fu solo Ciò che E'.

Dicono che la sera un saggio faccia bagno nel fiume e che lo distinguano dalle nebbie solo gli esseri in cammino verso l'Assoluto. A quelli parla, chiedendo:

- Che cosa vedi?



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