Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



giovedì 6 marzo 2014

PUJA: il sacrificio

Si crede che il termine Puja possa derivare dalla parola dravidica Pu-chey, infiorare, adorare offrendo fiori. Altri studiosi lo fanno originare da Pusu, segnare, spalmare con pasta di sandalo, sempre di origine dravidica.
 Puja in sanscrito significa "venerazione" ed è un rituale dedicato ad una divinità che comprende mantra, inni, azioni rituali, offerte e meditazione. Ce ne sono di molti tipi, per molti fini e diretti a tantissime divinità, il punto essenziale è la devozione. Durante la puja un immagine, statua o simbolo della divinità in questione (Murti) è posta sull'altare come ponte tra l'officiante e il Dio.
Nella tradizione induista ci sono puja per festeggiare le varie fasi della vita di una persona (cerimonia di assegnazione del nome, varie fasi della crescita, primo ciclo mestruale, matrimonio, funerale...), per ottenere benedizioni quando si intraprende qualcosa di importante nella propria vita, puja settimanali o anche giornaliere officiate in casa dalla famiglia, oppure grandi eventi della città intera nei templi per celebrare festività particolari.
Le offerte che vengono donate alla divinità, dopo il rituale divengono Prasada, ovvero cibo sacro da consumare alla fine o nei giorni successivi.
Il rito, nella sua versione non cruenta, viene compiuto da ogni pio indù almeno una volta al giorno. Esistono tre tipi di Puja: grande, intermendia e piccola.
Una Puja grande normalmente coinvolge una comunità e viene celebrata durante occasioni solenni e feste religiose. Qualunque sia la Divinità venerata, il procedimento base di una puja è lo stesso. Le puja più brevi constano di almeno uno di cinque passi, anche chiamati Upachara o offerte, che consistono di acqua, luce (fuoco di candela), incenso, fiori e cibo. Le più comuni hanno invece sedici (Shodasa) passi da rispettare.
In generale un officiante deve sempre fare un bagno purificatorio prima di partecipare ad una puja, e una lampada deve essere sempre accesa durante il rituale. La puja può essere iniziata con una preghiera al Signore Ganesha (che benedice e rimuove gli ostacoli in ogni cosa intrapresa) e a una preghiera al Guru (maestro spirituale).
Avahana - L'invocazione della divinità prescelta.
Asana -  La divinità viene invitata ad accomodarsi.
Svagata - La divinità viene accolta e benvenuta con pasta di sandalo e polveri vermiglie.
Padya - I piedi della divinità vengono lavati con acqua.
Arghya - Si offre acqua mescolata a riso, pasta di sandalo e polvere vermiglia.
Achamania - Altra acqua è offerta perchè la divinità si sciacqui il viso e la bocca.
Madhu-Parka -  Si offre al dio una bevanda composta di miele, zucchero e latte.
Snanajala -  Si offre acqua perchè la divinità possa lavarsi.
Abharanasya - Si offrono stoffe, gioielli ed ornamenti.  
Gandha - si offre pasta di sandalo o altra sostanza profumata.
Akshata - Si offrono grani di riso mescolati con polevere vermiglia.
Pushpanjali - Si offrono fiori.
Dhupa - Si accende incenso.
Dipa - Si accende una lampada a olio/burro.
Naivedya - Si offrono nuovamente riso, frutta, burro e zucchero.
Visarjana - Si saluta la divinità.
Arati -  Offerta del fuoco accompagnata da canti e mantra

Una Puja intermedia prevede i passi  compresi tra Madhu-Parka e Naivedya e viene celebrata durante i digiuni o in occasione di quello che viene considerato il compleanno della divinità.
Una Puja piccola inizia con Gandha e procede fino a Naivedya, e viene celebrata quotidianamente. Tutte le Puja terminano col momento fondamentale dell'Arati, e possono comprendere Japa, la meditazione.
Un altro dei momenti principali della Puja al tempio è l'applicazione del Tilak sulla fronte dei fedeli e la distribuzione di Prasada - cibo offerto e consacrato - agli stessi da parte del brahmano. I devoti devono avvicinarsi alla Puja puri di mente e di corpo; i Purana sottolineano l'importanza della qualità della devozione e della corretta disposizione rispetto alla rigidità delle procedure del rito.
Lo scopo della Puja è quello di trattare la divinità come si farebbe con un ospite, con onore e rispetto. Nei templi infatti le divinità vengono trattate come sovrani, secondo l'antico cerimoniale di corte. Sebbene i momenti della Puja siano sostanzialemte identici per tutte le divinità, esistono differenze nei dettagli come, per esempio, il tipo di fiori o di dolci offerti. Il rito della Puja venne a sostituire Homa ed altri sacrifici di epoca vedica che non potevano essere compiuti nè presenziati da donne e Sudra. Dovuto all'influenza dravidica pre-arya e a quella buddhista e Jainista, i sacrifici cruenti di animali vennero sostituiti dall'adorazione di idoli e dal rito della Puja, accessibile a tutti.
In genere ogni puja ha mantra particolari che vanno cantati in differenti momenti del rituale. Generalmente uno all'invocazione iniziale, durante l'abhishekam o particolari offerte, durante l'aarti e nelle preghiere finali, ma dipende dalla puja effettuata. Per una puja veloce e "fatta in casa" basta informarsi sui mantra principali di una data divinità o sulle sue puja più diffuse.Alla fine la pasta di sandalo, la vibhuti e la kumkum vengono passate tra gli officianti e spalmate sulla fronte, e il cibo offerto può essere consumato.

Di solito è un aspetto dello Yoga che viene sempre un pò snobbato in occidente, forse perchè troppo ritualistico, forse perchè è concepito in maniera troppo religiosa, forse perchè essendo rituali dedicati alle divinità è difficile per un occidentale capire la vera essenza di una divinità induista, forse perchè certe forme devozionali ci sono estranee. Fatto stà che la bhakti o devozione è una componente molto importante della spiritualità indiana e  un piccolo rituale ogni tanto può essere molto utile a far entrare quella particolare divinità o una pratica spirituale più vicina alla nostra vita quotidiana.
In ogni casa indiana un piccolo angolo è dedicato ad un altare per la venerazione della divinità, tanto meglio se si tratta di una stanza intera, poichè i pensieri sacri, le vibrazioni sonore accumulate attraverso una pratica regolare possono influenzare le menti di coloro che vi entrano. La divinità rappresenta la Forza Creatrice dell'Universo visibile e non ed è perciò necessario portare ad essa gratitudine e devozione, poichè ad Essa dobbiamo la nostra esistenza. Venerandola come Colei che ci ha dato la vita impariamo ad amare noi stessi come esseri divini.


                                                     " Om Namoh Narayan
                                                            HariOmTatSat"



L'IMPORTANZA DI UN ALTARE SACRO IN AYURVEDA....

Tutti i trattamenti ayurvedici, in India, iniziano con la recita di un mantra per invocare l'aiuto e la benevolenza di una particolare divintà che ci condurrà nel modo migliore nell'eseguire il massaggio o il trattamento. L'invocazione di questa divinità avviene tanto spesso grazie anche alla presenza di un altare nella stanza dell'Ayurveda e dedicata alla divinità stessa. Oltre all'iconografia, sull'altare, non mancheranno sicuramente incensi e candele e l'attrezzatura sacra all'Ayurveda.
Nella tradizione ayurvedica esistono diversi tipi di attrezzature specifiche che sono inoltre utilizzate nei templi e nelle case per la preparazione del cibo rituale. Questi attrezzi sono realizzati con metalli differenti, che utilizzati in una certa maniera, trasferiscono determinate qualità al cibo e alle sostanze preparate.
Gokarna La sua forma ricorda l'orecchio di una mucca. E' utilizzato nelle case per alimentare i bimbi. Nei templi e nelle erboristerie ayurvediche viene usato come dosatore e per versare su alcune parti della divinità le sostanze del bagno rituale. In Ayurveda serve a versare la giusta quantità di olio in determinati trattamenti.
Kindi hanno una forma peculiare e sono disponibili in differenti misure per contenere l'acqua e conservarla. Vengono usati anche a scopi sacri come ad esempio il lavaggio dei piedi prima di dirigersi all'interno di un tempio, come atto di purificazione. Sono impiegati anche per il lavaggio delle mani prima della Puja.
Nella terapia ayurvedica viene impiegato per versare l'olio tiepido su tutto il corpo.
Uruli sono appositi contenitori rituali, usati nella preparazione del Payasan il cibo benedetto. Nella tradizione ayurvedica vengono utilizzati per cuocere i decotti a base di piante o nella preparazione dei Tailam.
Dhara Patra E' uno speciale attrezzo costruito generalmente in rame, al fine di favorire la trasmissione del calore. Ha due fori: uno sulla sommità, che simbolicamente rappresenta la porta d'ingresso del dio Brahma, l'ingresso del Prana, e uno piccolo per poter stimolare con precisione il punto sulla fronte detto Bindu.
Kansu sono coppette composte da sette metalli diversi e hanno un ruolo importante nel massaggio delle persone con accumulo di calore corporeo.

Altri attrezzi...

I Degchi Pots sono contenitori utilizzati per la cottura e l'offerta rituale di cibo alla nostra divinità interiore ed utilizzati invece per contenere decotti e preparati ayurvedici.

"Annam parabrahama svaroopam pots.
Il cibo è uguale al Supremo Creatore"






Nessun commento:

Posta un commento