Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



sabato 4 gennaio 2014

PRINCIPI DI AYURVEDA: DOSHA, PRAKRITI E VIKRITI

Per capire cosa sono i dosha e da cosa sono formati è bene che vi introduca le basi su come l'Universo si sarebbe formato. Secondo l'Ayurveda l'Universo si è sviluppato dal “non manifesto” o Avyakta, composto dalla materia prima detta Prakriti e da una prima coscienza detta Purusha. Avyakta possiede due qualità che si ritrovano riflesse nel nostro corpo vivente: Buddhi che corrisponde all'intelletto e dal qual prende nome il Principe Siddharta, noto come Buddha, proprio perchè riuscì ad espandere il suo intelletto e a superare gli inganni di Ahamkara, ovvero l'Ego, la seconda qualità di Avyakta. L'ego possiede tre qualità dette Guna: Sattva (purezza), Rajas (dinamismo), Tamas (inerzia). Queste tre forze governano l'Universo, ma delineano anche la predisposizione mentale dell'uomo che come vedremo sarà importante per determinare la costituzione individuale dell'uomo stesso. Sattva esprime assenza, comprensione e purezza e perciò le persone sattviche avranno corpi sani, comportamenti e coscienza molto puri o comunque appropriati e in sintonia con i principi morali. Sono credenti, religiose e spesso hanno dei doni. Rajas implica movimento, perciò aggressività ed estroversione. Le persone rajasiche si interessano agli affari, alla prosperità, al potere e al prestigio e ad una buona posizione sociale. Sono generalmente estroversi e sono soggetti ad improvvisi cambiamenti di credo religioso. Tamas si manifesta nell'ignoranza, nell'inerzia e nell'ottusità. Le persone tamasiche sono indolenti, egoiste, capaci di distruggere gli altri. Hanno generalmente poco rispetto per il prossimo e non sono religiose. Le loro attività sono molto egocentriche. Le Guna Tamas e Rajas si combinano tra loro producendo i quanti di energia che a loro volta producono i 5 Mahabhuta ovvero i 5 Elementi: Etere, Aria, Acqua, Fuoco e Terra. Essi entrano nella struttura di tutto il mondo materiale e vengono da noi percepiti per mezzo degli organi di senso. Per fare un esempio...gli occhi ci aiutano a vedere le cose e la loro attività è definita Rupa. Ciò che corrisponde alla vista corrisponde alla percezione di Tejas ovvero il Fuoco. L'attività del naso, l'odorato, è detta Gandha e corrisponde a Prithvi o Terra. L'udito è legato ad Akasha o etere, poiché, se non lo sapete, dal famoso big bang da cui è nato l'universo si sarebbe originato un suono primordiale che in India è noto come Om e tra l'altro è anche un suono sacro. Al tatto corrisponde Vayu o aria. Rasa, ovvero il gusto, è percepito dal 5 organo di senso, la lingua e il suo corrispondente è Jala o Acqua. Secondo la filosofia vedica si può dire che tutto l'Universo e il suo funzionamento corrisponde alla percezione che noi ne abbiamo attraverso i 5 organi di senso. I 5 Mahabhuta combinandosi con mente ed anima danno vita alle 3 forze vitali che determinano la Prakriti dell'uomo, ovvero i Dosha Vata, Pitta e Kapha e non a caso i 5 elementi trovano una collocazione ben precisa nel nostro corpo in quantità stabilite alla nascita. Etere risiede nella bocca, nel naso, nel tratto gastrointestinale, nell'apparato respiratorio, nell'addome, nel torace, nei capillari e nei vasi linfatici, nei tessuti e nelle cellule. Aria è situato nei movimenti dei muscoli, nelle pulsazioni del cuore, nelle pareti dello stomaco e negli intestini. Fuoco risiede nell'apparato digerente, nella temperatura corporea, nella vista, nei sistemi metabolici ed enzimatici. Acqua si trova nelle secrezioni gastriche, nelle ghiandole salivari, nelle mucose, nel plasma e nel citoplasma. Terra è situata nelle solide strutture delle ossa, nelle cartilagini, nelle unghie, nei muscoli, nei tendini, nella pelle e nei capelli. Quando i cinque elementi, a causa delle influenze dovute alla naturale variabilità della vita perdono il loro equilibrio originario, assumono il ruolo di Dosha.
Nei testi ayurvedici dosha è definito come "ciò che contamina", dosha quindi è ciò che contamina i costituenti naturali del corpo, in altri termini si può dire che sono i fattori patogeni del corpo, anche se più comunemente si usano per indicare di quale costituente è formata la nostra Prakriti. Nel dosha Vata si troveranno gli elementi Etere ed Aria, nel dosha Pitta l'elemento fuoco e nel dosha Kapha Acqua e Terra. Vediamo ora cosa sia la Prakrtiti e a cosa serve... La costituzione individuale è uno strumento molto importante in Ayurveda. Sulla base della costituzione individuale si hanno indicazioni per la diagnosi e il trattamento delle malattie, la loro origine, i metodi per mantenere la buona salute, la routine giornaliera e stagionale, le terapie di purificazione e di tonificazione, il massaggio, il tipo di esercizio fisico, la dieta ecc... La prakriti indica in quale proporzione si trovano i Dosha nella costituzione dell'individuo capendo così il tipo fisico, gli aspetti della mente e della psiche, gli aspetti positivi e negativi del carattere, la predisposizione alle malattie ecc... La parola Prakriti significa “natura” o “forma originale”. La malattia compare proprio quando ci si discosta da questa forma originale attraverso cambiamenti sia fisiologici o psicologici. Vediamo quali sono i fattori responsabili della Prakriti. Quando sperma ed ovocita si uniscono nell'utero della madre per dare luogo allo zigote, i dosha dell'uno e dell'altro saranno predominanti e determinano il tipo di costituzione del nuovo essere. I dosha rimangono in tale combinazione dal momento del concepimento fino alla morte dell'individuo. Altri fattori basilari per la formazione della Prakriti sono la dieta, lo stile di vita e l'attività della madre durante la gravidanza. Questo è un fattore molto importante, infatti non è un caso che nella nostra società, dove sia uomini che donne vivono nell'ansia, nello stress, nella paura, ma anche nell'invidia e avidità, i bambini nascono tanto spesso con sistemi immunitari deboli e soffrono sempre più di disturbi dovuti ad allergie ed intolleranze alimentari. Lo stile di vita attuale è diventato innaturale e stravagante per cui porta facilmente all'assenza di dosha normali. Anche la medicina moderna afferma che stili di vita non corretti o impropri da parte della madre, influiscano sulla salute del nascituro. Per esempio abusare di alcool e fumo sappiamo tutto che non è benefico, non solo per chi ne fa uso, ma anche per la nuova creatura. Questi atteggiamenti negativi o positivi che siano influenzano in modo permanente i dosha del nascituro. Tanto è che l'Ayurveda descrive dettagliatamente anche il modo migliore per creare bambini sani, arrivando a definirne il modo di dar vita a bambini con specifiche qualità e soprattutto con una natura psico-fisica ottimale. Oltre ai fattori sopra visti ce ne sono altri che influenzano questa formazione: Famiglia: il carattere dei genitori e dei nonni influenza la natura psico-fisica del bambino Ambiente culturale: quindi sociale e religioso Luogo di nascita: a causa di differenti condizioni climatiche ed ambientali il bambino assume alcune qualità particolari. Età dei genitori: in ayurveda infatti si dice che bambini nati da genitori di diverse classi di età dia origine a qualità specifiche. Ad es. in tarda età il seme diventa debole e questo influenza la prakriti del bambino che potrebbe nascere debole a livello immunitario. Periodo dell'anno: questo fattore potrebbe essere spiegato bene nella scienza dell'astrologia vedica, in quanto che ci si creda o meno differenti periodi dell'anno sono influenzati da diversi pianeti e che a loro volta hanno influenza sul nascituro. Per fare un es. un bambino nato nel periodo di Saturno sarà forte e vigoroso e avrà caratteristiche diverse da un altro nato nel periodo di Giove. Caratteristiche individuali dei genitori. Secondo la predominanza di uno, due o addirittura tutti e tre i dosha, in questo caso si parla di tridosha, sono possibili sette tipi di costituzione: Vata Pitta Kapha Vata-Pitta Pitta-Kapha Vata-Kapha Vata-Pitta-Kapha o Tridosha La maggior parte delle persone è una combinazione di due dosha ed esse possiederanno quindi le caratteristiche di ambedue i dosha secondo la percentuale della combinazione. Più raramente si ha la predominanza di un solo dosha, mentre estremamente rara è l'ultima combinazione che corrisponde inoltre al tipo migliore di costituzione, poiché lo stato equilibrato dei tre dosha neutralizza le caratteristiche negative degli stessi. La costituzione individuale differisce anche per la predominanza dei tre guna, come ho già detto. Ogni dosha ha delle qualità specifiche. Vata essendo composto principalmente da etere ed aria tende ad essere secco, leggero, ruvido, mobile, freddo, sottile e permanente. Pitta è caldo, acido, liquido, di odore sgradevole, untuoso, piccante. Kapha è freddo, denso, lento, stabile, viscoso, pesante, liscio, soffice e appiccicoso. Conoscendo le qualità e la composizione dei dosha risulterà facile poi correlarli al cibo adeguato e allo stile di vita adeguato. Ma anche questo lo vedremo nella prossima conferenza. Dove risiedono nel corpo e quali sono le loro funzioni? Vata dà origine a tutto il movimento del corpo e presiede alle funzioni nervose, al respiro, alle pulsazioni del cuore, ai movimenti articolari, alle cellule nervose. Si può quindi dire, in termini moderni, che le funzioni di Vata siano equivalenti alle azioni dei neurotrasmettitori presenti nel cervello. Vata è ritenuto il Dosha più influente perchè governa tutte le funzioni del corpo ed è il responsabile dell'attività e della vitalità. Un eccesso di Vata può dare origine a disidratazione del corpo e problemi come la stitichezza, l' invecchiamento precoce, disturbi cutanei e disturbi del sistema nervoso. In breve un eccesso di Vata porta ad una disidratazione dell'intero corpo per la presenza di troppa aria e insufficiente quantità di acqua. Il suo squilibrio, in termini di carenza, può portare a dolori articolari, rigidità, ipertensione e cardiopatie, stanchezza e pigrizia. Governa sentimenti ed emozioni come l'ingenuità, il nervosismo, la paura, l'ansietà, il dolore. Risiede nell'intestino crasso, nelle cavità pelviche, nelle ossa, nelle orecchie, nella pelle e nelle cosce. Ha 5 subdosha anch'essi dislocati in varie parti del corpo: Prana (cuore, cervello, torace, orecchie, naso e gola) Apana (colon, ano, vescica, ombelico, genitali e organi pelvici) Samana (stomaco, duodeno e intestino tenue) Udana (gola, ombelico e polmoni) Vyana (localizzato in tutto il corpo). Pitta governa la digestione, l'assorbimento, l'assimilazione, la nutrizione, il metabolismo, la temperatura corporea, la colorazione della pelle e quindi il fegato, lo splendore degli occhi e a livello emotivo governa l'intelligenza e la comprensione. Un aumento di Pitta può portare a cattiva digestione, temperatura corporea irregolare, eccessiva traspirazione, indebolimento della vista, disturbi cutanei, intestino irritabile, diarrea. La diminuzione di Pitta porta a una diminuzione generale delle funzioni metaboliche del corpo. Psicologicamente un pitta non equilibrato fa sorgere ira, odio e gelosia. Risiede nell'intestino tenue, nello stomaco, nelle ghiandole sudorifere, nel sangue, nell'adipe, negli occhi e nella pelle. Anch'esso ha 5 subdosha: Pachaka (stomaco, duodeno, intestino tenue) Alochaka (occhi) Ranjaka (fegato, milza e stomaco) Bhrajaka (pelle) Sadhaka (cuore) Kapha si può tradurre invece nell'acqua biologica, cementando così gli elementi nel corpo, formando il materiale per la struttura fisica e mantenendo la resistenza corporea. Kapha lubrifica le giunture, fornisce umidità alla pelle, aiuta a guarire le ferite, riempie gli spazi nel corpo. Sostiene la conservazione della memoria, mantiene il sistema immunitario e fornisce energia a cuore e polmoni. E' presente nel petto, nella gola, nella testa, nella bocca, nello stomaco, nelle giunture, nel citoplasma, nel plasma, e nelle secrezioni liquide del corpo, ad es. il muco. L'eccesso di Kapha può provocare rallentamento del metabolismo, aumento del tessuto grasso e della ritenzione idrica, lassità delle articolazioni, eccesso di muco. La diminuzione di Kapha porta a una mancanza di stabilità, lubrificazione e forza del corpo. Anche Kapha ha 5 subdosha: Kledaka (stomaco) Avalambaka (cuore e polmoni) Bodhaka (lingua) Tarpaka (testa, cervello, organi sensoriali) Slesaka (articolazioni A livello della psiche provoca emozioni di attaccamento, avidità, invidia, quando in squilibrio. Ma sostanzialmente si esprime in tendenze orientate verso la calma, il perdono, l'amore. Ha sede nel petto. Definiamo ora gli individui secondo i dosha predominanti. Persone Vata: fisicamente sono poco sviluppate , i loro tendini e le loro venature sono ben evidenti e visibili. Possono essere molto alti o molto bassi, ma sempre molto magri ed esili. Hanno la pelle secca e ruvida, spesso con molti nei, articolazioni che scrocchiano, capelli secchi, ruvidi, spesso ricci. Gli occhi piccoli, asciutti ed infossati, unghie molto fragili. Il naso spesso e ricurvo. Tendono a soffrire il freddo e spesso lamentano problemi di circolazione e dolori articolari. Il loro appetito e la digestione sono variabili, hanno abitudini alimentari irregolari che peggiorano la capacità di digestione. In genere soffrono di stitichezza. Sono a volte disturbati per la naturale tendenza all'eccitazione. Amano i gusti dolci, aspri, salati e bevande calde. Le feci sono scarse e secche, così anche le urine sono scarse. Sono persone molto attive, ma che tendono a stancarsi subito, perchè molto velocemente consumano la loro energia, sono irrequiete, parlano velocemente e si muovono in fretta. Psicologicamente sono dotati di grande creatività e particolare predisposizione alle attività artistiche. Per la loro natura instabile diventano a volte nervosi, timorosi e spesso sono afflitti da ansietà anche se non esistono problemi reali. Velo ad apprendere ma altrettanto veloci a dimenticare. Hanno una scarsa forza di volontà, poca tolleranza e poca fiducia in se stessi. Tendono a guadagnare denaro velocemente e altrettanto velocemente a spenderlo. Persone Pitta: hanno altezza e corporatura media con una struttura ossea e la massa muscolare ben formata. Sono tendenzialmente snelle, con il torace ben formato, le ossa poco sporgenti. La loro pelle è soffice ed oleosa, chiara, tendente alle lentiggini ed ai nei, si arrossa facilmente al sole e hanno tendenza a soffrire di eruzioni cutanee. I capelli tendono ad ingrigire precocemente così come a cadere. Hanno occhi acuti, grigi, verdi o ramati, le unghie tenere. Naso spesso spigoloso con la punta rossa. Il loro metabolismo è forte ed hanno perciò una buona digestione, con appetito abbondante. Tendono alla sudorazione eccessiva e maleodorante, mal sopportano il caldo, la luce solare e il duro lavoro. Producono molta urina e feci molli ed abbondanti. Il loro sonno è di media durata, ma ininterrotto. Amano i gusti dolci, amari ed astringenti, le bevande fredde. Psicologicamente hanno grande intelligenza, buona capacità di comprensione e discriminazione. Sono naturalmente portati al comando, hanno un forte spirito competitivo, sono ambiziosi, amano la prosperità, gli agi, le cose lussuose che esibiscono con piacere. Avendo una natura focosa, quando sono messi sotto pressione, tendono ad essere aggressivi, critici, polemici e possono anche essere distruttivi. Persone Kapha: hanno generalmente una struttura corporea solida, massiccia, ben sviluppata, con il torace ampio e una buona massa muscolare. Atleti naturali dotati di ottima resistenza allo sforzo e alla fatica, tendono ad ingrassare se non si tengono in esercizio a causa della loro natura pigra. Hanno la pelle soffice e morbida, splendente, oleosa e spesso fredda. Capelli fitti, scuri, ondulati e lucenti. Occhi grandi e scuri. Sono esteticamente molto belli. Il loro appetito è regolare, ma hanno metabolismo e digestione in genere lenti. Tendono a muoversi lentamente, fanno fatica a mettersi in attività, ma una volta entrati in azione sono dotati di eccezionale resistenza. La sudorazione è moderata, così come l'evacuazione è molto lenta con feci molli e chiare. Il loro sonno è profondo e prolungato. Amano generalmente cibi piccanti, amari ed astringenti. Essendo generalmente sani, felici e pacifici, psicologicamente i tipi kapha sono tolleranti, calmi, indulgenti, affidabili. Lenti ad apprendere, quando acquistano la comprensione di una cosa difficilmente la dimenticano. Hanno una naturale tendenza all'accumulo, per questo a volte possono esibire caratteristiche di avidità, attaccamento, invidia, ossessività. Sanno guadagnare denaro e hanno la capacità di conservarlo. Vediamo ora brevemente anche le costituzioni miste e che riguardano la maggior parte degli individui. Molte caratteristiche della persona saranno una combinazione dei due dosha oppure gli influssi dei due fattori compariranno a fasi alterne. Vata-Pitta: in essi si uniscono la volatilità, la leggerezza e l'intensità dell'aria e del fuoco. Rispetto al Vata puro hanno una corporatura snella, ma più vicina alla media, una digestione forte e maggiore tolleranza al freddo. Queste persone uniscono l'originalità e la creatività del vata con la determinazione e l'intraprendenza del pitta. Sono persone di grande intelligenza e quando lo stress li mette sotto pressione possono rispondere con un'alternanza di paura e rabbia. Hanno bisogno soprattutto di stabilità, la caratteristica del kapha, che equilibria la loro volatilità. Pitta-Kapha: In questi tipi si combinano l'energia del fuoco e la stabilità dell'acqua dando luogo a un individuo di straordinaria forza fisica, dotato di ottima resistenza, buona salute e grande sicurezza anche a livello psicologico. Hanno una corporatura forte e muscolosa, digestione buona tipo pitta. Hanno energia stabile unita a una grande resistenza, quindi sono naturalmente portati all'atletica. La stabilità del kapha e la forza del pitta a volte li porta alla rabbia e alla critica, all'arroganza e all'insensibilità. Hanno bisogno della leggerezza e della flessibilità del vata che equilibra i loro tratti negativi. Vata-Kapha: in questa costituzione convivono le qualità diametralmente opposte dell'aria e dell'acqua che condividono invece la freddezza. Le caratteristiche fisiche sono generalmente nella norma anche se l'altezza tende ad essere superiore alla media. Possono avere la digestione lenta o irregolare e hanno una spiccata avversione per il freddo, essendo in questa costituzione carente l'elemento fuoco. Sono persone profondamente sensibili, umili e adattabili, possono essere dotate di buone qualità creative ed artistiche oppure possono essere portati alle attività sportive per la buona resistenza di cui sono dotati. La freddezza di vata e di kapha si può riflettere nel carattere che può essere carente di motivazione, passione ed entusiasmo. Hanno bisogno soprattutto di calore, in tutti i sensi. Vata-Pitta-Kapha: questo tipo di costituzione è molto raro ed anche difficile da descrivere perchè accomuna le qualità e le caratteristiche di tutti e tre i dosha. Fra tutte è comunque la costituzione più equilibrata, con la tendenza a godere di lunga vita, buona salute, buone difese immunitarie. Malgrado ciò, quando si ammalano, sono i tipi più difficili da curare proprio perchè manca nella costituzione la prevalenza di un dosha che aiuti ad identificare le predisposizioni naturali alle malattie e il modo di riportare l'equilibrio. Per determinare la costituzione ayurvedica di una persona non bisogna confondere quella che è la costituzione di base che non cambia dalla nascita alla morte, con ciò che è uno squilibrio dei dosha, chiamato Vikriti. A causa dello squilibrio dovuto all'aumento di un dosha, per esempio per errate abitudini alimentari, si avrà nella persona l'evidenza delle caratteristiche di tale dosha. La prakriti è lo stato naturale che non significa squilibrio dei dosha. Ad esempio se si ha una costituzione vata, ciò non significa necessariamente che si sia di fronte ad uno squilibrio di vata, ma semplicemente che si ha una naturale predominanza del dosha vata nella costituzione e si è più soggetti ai disturbi legati a vata anche se non ne comporta lo squilibrio o la malattia. La vikriti è invece lo stato di malattia che può riguardare uno qualunque dei tre dosha, a volte anche quelli che non predominano nella costituzione individuale. E' infatti compito del medico ayurvedico distinguere fra questi due concetti attraverso la diagnosi e riportarli al loro equilibrio naturale attraverso le terapie giuste. Esistono questionari base, come quello che vi consegnerò alla fine della conferenza, per determinare la costituzione individuale. Sono questionari che danno un'indicazione generale di quello che potrebbe essere la propria costituzione, ma sono un ottimo strumento se chi li compila risponde nel modo più onesto possibile, infatti richiede autoanalisi e soprattutto la resistenza alla tentazione di vederci come vorremmo essere anziché osservarci come realmente siamo. Riconoscere anche i propri lati negativi della nostra personalità o fisicità è di grande aiuto in campo ayurvedico, poiché concorre anch'esso a mantenere la buona salute se si interviene nel modo giusto per smussare gli angoli del nostro carattere. La prakriti dice quindi la natura che intende farci vivere. Il nostro il corpo sa cosa gli fa bene e che cosa gli fa male, avendogli la natura stessa fornito il giusto istinto fin dalla nascita. Seguendo le tendenze innate, si scopre che la fisiologia sa trovare da sola il proprio equilibrio con il minimo sforzo da parte nostra. Conoscere i punti di forza e di debolezza di ogni tipo corporeo rende in grado di scegliere l' approccio specifico alla prevenzione della malattia. Ecco tre importanti ragioni per cui la conoscenza del corpo è il primo passo verso il benessere: 1- I SEMI DELLA MALATTIA VENGONO GETTATI MOLTO PRESTO. La comprensione del tipo corporeo e dei suoi specifici punti di forza e debolezza permette di praticare i trattamenti preventivi quando sono più efficaci, cioè molto tempo prima che la malattia si manifesti palesemente nel corpo. 2- LA CONOSCENZA DEL PROPRIO TIPO CORPOREO PERMETTE UNA PREVENZIONE PIU' SPECIFICA. Non esiste nessuno che sia predisposto a tutte le malattie, tuttavia le persone cercano di prevenire tutte quelle che possono senza conoscere le proprie predisposizioni particolari, e quindi brancolano spesso nel buio. E' cosa intelligente far sì che la prevenzione sia altrettanto specifica. 3- UNA VOLTA MANIFESTATO IL MALE, LA CONOSCENZA DEL TIPO CORPOREO CONSENTE UN TRATTAMENTO PIU' ACCURATO. I trattamenti standard, come ad esempio prescrivere il valium a qualunque ansioso, si basano sulla pura casualità e danno per scontato che una certa malattia sia la stessa in qualunque persona. Ma questo non è vero: tre persone possono sentirsi ansiose a tre livelli diversi di stress. Quindi la prakriti è tutto il vostro mondo, la vostra realtà PERSONALE. Vediamo comunque come si squilibrano i dosha. Innanzitutto è bene dire che la parola sanscrita Dosha significa proprio squilibrio. Vata viene aggravato da cibi che hanno le sue stesse qualità, ovvero cibi freddi, secchi, astringenti, piccanti. Ma non solo, ci sono attività che fanno aumentare Vata: viaggiare, perchè fa stancare la persona Vata, stare svegli fino a tardi, guardare troppa tv, vivere in ambienti rumorosi, mangiare mentre si è ansiosi o depressi, sottoporsi a continui stress e avere un'attività sessuale eccessiva. I disturbi causati da questi fattori potrebbero causare dolori articolari, secchezza della pelle, perdita della memoria, palpitazioni, insonnia, depressione e rigidità muscolare, stitichezza, mal di testa e cattiva digestione, nei casi più gravi può portare a paralisi. Pitta viene squilibrato da cibi acidi e piccanti. La rabbia, il mangiare mentre si è arrabbiati, attività che comportano una grande passione, la troppa esposizione al sole e al caldo, troppo esercizio fisico o attività competitive sono comportamenti che aggravano Pitta. Tutti questi fattori possono portare a iperacidità, problemi cutanei, sensazioni di bruciore, disturbi al fegato come ad es. l'itterizia e l'epatite, la perdita di capelli, infezioni urinarie, calcoli, febbre, ulcere, gonfiori addominali, disturbi psichici e della vista. Kapha viene aumentato da cibi molto freddi, crudi, pesanti, untuosi, dolci, grassi. Viene squilibrato anche da attività come il sonno diurno, la poca attività fisica, la vita nei climi freddi ed umidi. Squilibrandosi Kapha può soffrire di asma, tosse, obesità, ma anche anoressia, debolezza nella digestione, nausea, difficoltà respiratorie, debolezza al cuore e agli arti, disfunzioni degli organi di senso. Esistono anche dei fattori naturali che squilibrano i dosha. Infatti essi sono strettamente legati ai cicli temporali e alle stagioni. Vata aumenta in autunno, nell'ultima parte del giorno e della notte, ovvero dalle 14 alle 18 e dalle 2 alle 6. Queste ore sarebbero infatti da dedicare ad un'attività rilassante in cui anche il corpo ha terminato i processi digestivi e nella vecchiaia. Pitta aumenta nel periodo estivo, a metà giornata che non a caso è il momento da dedicare al nutrimento e alla digestione e così anche in tarda serata dalle 22 alle 2 circa e nella giovinezza. Kapha si aggrava in primavera e in inverno, nella prima parte del giorno e della notte, ovvero dalle 6 alle 10 e dalle 18 alle 22 che sarebbero orari da dedicare all'attività fisica. Per il normale funzionamento delle funzioni corporee i dosha devono essere presenti in una specifica quantità, ma possono presentarsi nel corpo in tre stati differenti: Accrescimento: quando i dosha sono presenti in quanità maggiore del normale Equilibrio Diminuzione Di solito la causa della malattia è data dall'accrescimento di uno o più dosha. In questo caso un dosha può invadere le zone del corpo e le funzioni di un altro dosha bloccandone l'azione. (questo avviene solitamente quando si intacca la funzionalità di agni). Un bravo medico ayurvedico se riconosce questo stato di cose, individua anche la terapia giusta per ripristinare l'equilibrio. Infine una stretta relazione, come già ho accennato c'è tra i dosha e i dhatu e agni. “La persona che ha i costituenti (dosha) e i processi metabolici (agni) in equilibrio, i cui tessuti (dhatu) ed escreti (mala) funzionano in maniera normale, che ha l'anima, la mente e i sensi stabilizzati nella beatitudine, è considerata una persona in buona salute”. Sushruta Sutrasthana. Per ottenere questo stato è bene mantenere sempre i dosha in equilibrio attraverso stili di vita e regimi alimentari corretti che possono anche essere considerate terapie preventive alla malattia, in quanto i dosha influenzano positivamente o negativamente le normali funzioni fisiologiche nella formazione dei tessuti corporei. Nel caso le influenzino
negativamente è probabile che insorga la malattia. Così l'equilibrio dei dosha è utile anche per mantenere il corretto funzionamento del fuoco gastrico, ovvero Agni che anch'esso può portare all'origine della malattia se si squilibrasse.

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